Niente caricabatterie nelle confezioni degli iPhone per salvare l’ambiente? Certo, ma il trucco fa risparmiare ad Apple anche più di qualcosina e – a livello globale – si traduce in un guadagno di 6 miliardi di euro.

La novità è stata introdotta per la prima volta due anni fa, con l’iPhone 12 – primo top di gamma ad essere venduto senza adattatore. Inutile dire che all’epoca la notizia era stata accompagnata da fortissime polemiche, e perfino dallo sfottò di molti concorrenti della Apple.

Altrettanto inutile aggiungere che quella stessa scelta controversa è stata poi replicata da pressoché ogni altro brand: da Samsung a Huawei, hanno iniziato tutti a non includere più il caricatore da muro nella confezione dei loro top-di-gamma. Di recente Samsung ha deciso di rimuoverlo perfino dai suoi smartphone entry-level. Insomma, ancora una volta il modello Apple ha fatto scuola.

Apple ha sempre difeso la sua scelta rivendicando i vantaggi per l’ambiente: circa 2 milioni di tonnellate di CO2 risparmiati ogni anno. Ed è vero. Ma c’è anche un ovvio vantaggio economico: tra costo di produzione dei caricabatterie e risparmi sulla logistica. Morale, secondo una stima dal 2020 ad oggi Apple avrebbe già risparmiato 6 miliardi di euro. A questo si aggiungono le stime su tutti quei caricabatterie che – non essendo più inclusi nella confezione degli smartphone – Apple avrebbe comunque venduto a parte.