Shell ha perso la sua battaglia contro gli attivisti. Il colosso petrolifero rinuncia allo sfruttamento di un importante giacimento a 125 km a largo delle coste della Scozia. Il progetto aveva incontrato forti resistenze e proteste da parte del mondo ambientalista. Poi le pressioni della politica, accusata di ipocrisia: il Governo del Regno Unito si è impegnato a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Non si tratta di un impegno meramente simbolico, ricorda il The Guardian. Per questo motivo, l’autorizzazione del nuovo giacimento rischiava di sottoporre il Governo al rischio di numerose azioni legali da parte degli attivisti e delle organizzazioni ambientaliste.
Il progetto, soprannominato Cambo, aveva ricevuto pesanti critiche da parte degli attivisti e della stessa primo ministro della Scozia
Pur ribadendo l’importanza dello sfruttamento dei giacimenti nel mare del Nord, Shell ha annunciato di volersi ritirare dal progetto perché non più economicamente sostenibile, soprattutto in ragione dei probabili ritardi che avrebbero accompagnato la costruzione dell’impianto di estrazione.
Il progetto aveva incontrato l’opposizione della stessa premier della Scozia, Nicola Sturgeon, che aveva chiesto a gran voce un’analisti dell’impatto ambientale del progetto, prima che potesse ricevere l’autorizzazione finale necessaria per l’inizio dei lavori.
Ma forse non è detta l’ultima parola. Il progetto per lo sfruttamento del giacimento era stato promosso da una seconda azienda, la Siccar Point Energy. Appreso della rinuncia di Shell, Siccar Point ha dichiarato di voler continuare a portare avanti il progetto, cercando altri soci.
- Shell pulls out of Cambo oilfield project (theguardian.com)