La Cina ha sanzionato Sony. Il produttore dovrà pagare una multa di circa 135.000 euro. Per ragioni piuttosto grottesche, peraltro: quest’estate Sony aveva annunciato l’imminente presentazione di una sua nuova videocamera, fissando la conferenza per il 7 luglio. Incidentalmente, il 7 luglio è anche il giorno dell’anniversario dello scoppio della guerra sino-giapponese, evento che ha scatenato la seconda guerra mondiale in Asia.
Ovviamente si trattava di una mera coincidenza, ma tanto è bastato per far scattare l’ira del popolo meno permaloso al mondo. Annunciando un evento il 7 luglio, Sony, che sconta la grave colpa di essere un’azienda giapponese, avrebbe «urtato la dignità dello stato cinese». Per la cronaca, l’evento alla fine si è tenuto in una data diversa, dato che Sony, accortasi dell’improvvisa ed irrazionale rabbia degli utenti cinesi, aveva alla fine optato per un posticipo.
Durante l’evento Sony ha presentato la sua videocamera per vlogger ZV-E10. Un oggetto che non ha nulla a che fare con la tragedia della seconda guerra mondiale.
È un po’ come se Volkswagen avesse deciso di presentare il lancio di una nuova vettura per il 25 aprile, festa della liberazione. Vi immaginate lo sgomento dell’opinione pubblica, le proteste e le sanzioni dell’AGCOM? Ecco, appunto, continuate ad immaginare.
Dopo la gaffe – se così la vogliamo chiamare -, Sony è quindi passata alle scuse di rito, scrivendo un lungo post su Weibo dove pregava gli utenti cinesi di perdonare la sua grave mancanza di tatto e sensibilità. Non è servito a nulla: la multa da 1 milione di yuan è arrivata lo stesso.