La Hillsong Church, un’organizzazione religiosa evangelica pentecostale, ha aperto una nuova chiesa ad Atlanta e per l’occasione ha annunciato una partnership con Facebook.

“Facebook può aiutare le chiese a raggiungere i loro consumatori in modo più efficace”, aveva spiegato Sam Collier, pastore della chiesa di Atlanta, per poi correggersi: “consumatori non è la parola corretta, intendevo dire per raggiungere i parrocchiani”.

Facebook ha visto nella Hillsong Church, un’organizzazione che conta oltre 150.000 fedeli, un possibile caso di studio per esplorare un mercato inedito. «La religione è un alleato naturale di Facebook, si occupano entrambi della stessa cosa: connettere le persone», aveva detto lo scorso mese Sheryl Sandberg, N.2 di Facebook, subito dopo a Mark Zuckerberg.

La chiesta pentecostale ha stretto un accordo di esclusiva con Facebook, trasmetterà in diretta le sue funzioni religiose esclusivamente sul social. L’accordo è molto più vasto e complesso, ma Collier ha preferito non entrare nei dettagli con la stampa. Del resto non può nemmeno farlo: ha firmato un accordo di non divulgazione con l’azienda. «Assieme scopriremo qual è il futuro delle chiese su Facebook».

Facebook negli ultimi mesi ha stretto degli accordi con diverse altre organizzazioni religiose americane. L’azienda vuole diventare il social di riferimento per le chiese di ogni culto religioso. Se oggi la maggior parte degli accordi sono stati siglati con il variegato mondo del protestantesimo statunitense, il social spera di stringere in futuro anche diverse partnership con moschee e sinagoghe.

L’azienda sta lavorando ad un nuovo pacchetto di servizi specificatamente progettati per le chiese. Facebook un domani potrebbe diventare uno strumento privilegiato per raccogliere le donazioni dei fedeli.

Un primo esempio ci arriva dalla Church of God in Christ, che negli USA conta 6 milioni di fedeli ed è prevalentemente diffusa all’interno delle comunità afroamericane. La chiesa ha avuto un accesso in anteprima ad alcuni strumenti di monetizzazione. Già oggi i fedeli possono acquistare via Facebook alcuni servizi premium della chiesa – come preghiere e testi -, oltre che donare durante le messe trasmesse in diretta sul social. Facebook aveva suggerito anche una terza opportunità di monetizzazione: le interruzioni pubblicitarie durante le messe. Stranamente, la chiesa ha declinato cortesemente la proposta.