Alcuni ricercatori dell’University of California Riverside hanno recentemente portato avanti degli studi in merito a una memoria per permettere a un soft robot di suonare il pianoforte. Come riportato sulle pagine di Engadget, al contrario dei soliti transistor e circuiti elettrici, sono state impiegate delle memorie “ad aria”, che funzionano grazie a delle specifiche valvole microfluidiche che controllano l’airflow.
In queste valvole la pressione atmosferica funziona come lo 0 del sistema binario, mentre invece il vuoto indica l’1. La memoria è sufficientemente complessa per permettere il funzionamento delle valvole in maniera simile a un chip RAM a 8 bit, ovviamente non altrettanto potente, ma abbastanza per permettere al soft robot di destreggiarsi con il pianoforte con un ritmo alquanto lento, dando vita a un risultato spettacolare.
Vi lasciamo qui di seguito al video che mostra il robot destreggiarsi con il piano come descritto. Il filmato è stato caricato da parte sul canale University of California Riverside, e mostra la creazione in funzione a velocità 2x, compromesso purtroppo ancora necessario.
Insomma, il risultato resta piuttosto strabiliante, e grazie all’assenza di pressione positiva non c’è alcun rischio di danni o esplosioni durante il funzionamento del circuito presentato. Tuttavia, c’è da specificare che il meccanismo non è attualmente dedicato a un utilizzo comune, e si tratta per ora di un esperimento piuttosto difficile da “commercializzare”, come si può facilmente evincere godendosi il video.
Per evitare la presenza di circuiti elettronici rigidi in ogni modo, è necessario che ci siano ulteriori miglioramenti dedicati a velocità e complessità del sistema, nonché versioni soft dei processori e ulteriori componenti. La memoria utilizzata resta comunque un obiettivo su cui lavorare, che continua a fare passi enormi e fornire i primi risultati, e nel futuro potrebbe portare alla riduzione dei chip nei robot.