Antenna Very Large Array: presentato il primo prototipo di nuova generazione

Importanti leader scientifici, imprenditoriali e governativi provenienti dagli Stati Uniti e dalla Germania si sono riuniti presso lo stabilimento mtex Antenna Technology in Sassonia, Germania, per presentare il primo prototipo dell’array di antenne Very Large Array di nuova generazione (ngVLA). Questo evento rappresenta un passo significativo nella ricerca astronomica e nell’avanzamento della tecnologia delle antenne radiotelescopiche.

Il ngVLA è un progetto ambizioso che promette di superare notevolmente le prestazioni degli attuali radiotelescopi, come il Jansky VLA e l’ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) in Cile. Sarà composto da 244 antenne di 18 metri di diametro e 19 antenne da 6 metri, coprendo una vasta gamma di frequenze da 1.2 GHz a 116 GHz. Questo permetterà di esplorare lunghezze d’onda dalla radio all’infrarosso millimetrico, colmando il divario tra gli strumenti esistenti e il futuro Square Kilometre Array (SKA).

L’ngVLA rivoluzionerà l’astronomia offrendo una sensibilità senza precedenti e una risoluzione di milliarcosecondi. Queste caratteristiche consentiranno l’osservazione dell’emissione termica e non termica, fornendo immagini a banda larga e polarimetria di alta precisione. Questa tecnologia aprirà una nuova finestra sull’Universo, consentendo di studiare l’evoluzione delle galassie, la formazione dei sistemi planetari, l’astrochimica, le pulsar del centro galattico e i buchi neri stellari e supermassicci.

Il prototipo di antenna ngVLA presentato ha una parabola di 18 metri composta da 76 pannelli di alluminio, che garantiscono la sua resistenza alle condizioni ambientali estreme. La sua struttura è composta da 724 pezzi e può essere facilmente trasportata in container in tutto il mondo per l’assemblaggio.

Il ngVLA è stato progettato per raggiungere cinque obiettivi scientifici principali. Primo, svelare la formazione di sistemi simili al Sistema Solare. Secondo, studiare le condizioni iniziali dei sistemi planetari attraverso l’astrochimica. Terzo, tracciare l’evoluzione delle galassie dall’origine dell’Universo. Quarto, utilizzare le pulsar del centro galattico per testare la teoria della gravità. Infine, comprendere la formazione e l’evoluzione dei buchi neri stellari e supermassicci.

Tuttavia, il ngVLA è concepito come un osservatorio astronomico versatile e promette di rivoluzionare molte altre aree dell’astrofisica, contribuendo significativamente alla nostra comprensione dell’Universo. Questo progresso rappresenta una pietra miliare nella ricerca astronomica e una collaborazione scientifica tra Stati Uniti e Germania che apre nuove prospettive nell’osservazione del cosmo.

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