Anche Tim Cook, CEO di Apple, ha detto la sua sul Digital Markets Act, una proposta di regolamentazione dell’industria tech attualmente in fase di discussione all’interno delle istituzioni dell’Unione Europea. Senza grosse sorprese, l’azienda americana non è particolarmente entusiasta della proposta. Il giudizio, ad ogni modo, non è netto e lascia aperta la possibilità di un dialogo.

Ho guardato la proposta di regolamentazione delle aziende tech che sta venendo discussa in questi giorni. Credo che abbia delle buone parti. Credo anche che alcuni dei punti non facciano gli interessi del consumatore

ha detto il CEO di Apple in occasione di un intervento durante la conferenza francese VivaTech.

Il Digital Acts, tra le altre cose, vieterebbe ai produttori di creare app pre-installate sugli smarphone e PC impossibili da disinstallare senza i permessi di root. Un altro punto riguarda l’obbligo per gli store digitali di trattare tutti i prodotti allo stesso modo, senza avvantaggiare le app proprietarie. Significa che Apple non potrebbe posizionare manualmente le sue app prima di quelle dei concorrenti nei risultati delle ricerche sull’App Store.

Nella giornata di ieri abbiamo raccontato di come la proposta abbia creato un clima di gelo anche con il Governo degli USA. Più che la proposta, alla Casa Bianca non è piaciuto l’intervento di un relatore, il tedesco Andreas Schwab, reo di aver detto che il DMA ha il preciso compito di regolare, in via esclusiva, le grandi aziende americane. Il National Security Council, un organo del governo americano, ha scritto una nota indirizzata alla delegazione dell’UE a Washington D.C., spiegando che il modo in cui il DMA viene portato avanti rischia di compromettere la cooperazione tra USA e UE.

In particolare, Tim Cook punta il dito contro il sideloading, una pratica che verrebbe imposta dalla legge europea alle aziende tech. Il sideloading consiste nell’installazione di app e servizi da device diversi, ad esempio trasferendo file da un computer ad uno smartphone, oppure da remoto o via browser. «Si tratterebbe di un metodo alternativo per installare app sugli iPhone, ma questo distruggerebbe la sicurezza dell’ecosistema degli iPhone», ha detto il CEO di Apple.

Il DMA non è ancora stato approvato e davanti a sé ha un lungo iter legislativo che vedrà coinvolte le tre principali istituzioni europee: Commissione, Parlamento e Consiglio. È molto probabile che il testo finale del regolamento subirà delle importanti modifiche rispetto alla versione attuale.

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