Il Government Accountability Office (GAO), organo di vigilanza nonpartisan del Congresso degli Stati Uniti, ha pubblicato un report da 50 pagine in cui, fondamentalmente, ammette senza mezzi termini che sia “molto improbabile” che la NASA raggiunga la superficie della Luna entro il 2024, data proposta ai tempi del Governo guidato da Donald Trump.
Prima delle sparate del noto imprenditore, va ricordato, la deadline a cui avrebbe dovuto sottostare l’agenzia aereospaziale a stelle e strisce era impostata su un più digeribile 2028, impostazione che, per vie traverse, emerge anche dai documenti analizzati dal GAO.
La sensazione che trasuda dal leggere il documento è infatti quella per cui, se si dovesse partire per la Luna entro il 2024, il tutto sarebbe troppo affrettato e, pertanto, troppo pericoloso. “Tecnologie immature” e indecisioni riguardanti ai dettagli della missione cozzano infatti con una calendarizzazione ambiziosa che sembra condannata a venir frustrata.
Burocraticamente, a far storcere il naso è il fatto che Artemis 3 sia ammantata da un programma informale per cui non esistono riferimenti puntuali sui costi previsti. La NASA, sostiene la GAO, manca di una “roadmap“, di un piano d’azione, con cui definire dove e come concentrare i propri sforzi.
Sembra, insomma, che i problemi siano manageriali ancor prima di essere economici e che il nuovo uomo a capo della branca governativa, Bill Nelson, debba fare molto di più che limitarsi a chiedere grandi somme di soldi pubblici da riversare nella riparazione delle strutture della NASA.
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