Il GPT-3 è una tecnologia di OpenAI capace di fagocitare pagine e pagine di testo per poi “creare” in autonomia dei contenuti che facciano riferimento a dei crismi compositivi capaci in tutto e per tutto di simulare una composizione scritta da un essere umano. Nel settembre del 2020, Microsoft ha messo le mani sulla licenza di questa intelligenza artificiale, quindi l’ha addestrata alla programmazione in Microsoft Power Fx.

Microsoft stessa, d’altronde, lamenta che ci sia una gravosa carenza di programmatori – ne mancherebbero almeno un milione nei soli Stati Uniti -, quindi l’idea di insegnare alle macchine a eseguire alcuni compiti di bassa manovalanza informatica ha sempre solcato le fantasie della Big Tech.

La funzione è pensata per assistere quelle aziende che, spesso per limitazione ai fondi, non sono dotati di personale altamente informatizzato. Nel caso in questione, Microsoft ha creato un’IA capace di alleggerire non poco la struttura dei comandi affini ai fogli di calcolo. In soldoni, l’inserimento di stringhe di ricerca formali – e anti-intuitive – viene sostituito da una semplice e generica linea di testo, ci penserà poi GPT-3 a “tradurla” nel linguaggio corretto.

L’intelligenza artificiale progettata da OpenAI è stupefacente e di grande intrattenimento, ma ha anche sempre manifestato la tendenza a mostrare tutti i suoi limiti nel generare testi lunghi e complessi, ecco dunque la scelta di Microsoft di limitarsi a Power Fx, linguaggio di programmazione tanto basilare che dovrebbe riuscire a gestire i contenuti senza dare di matto con dei non sequitur informatici.

Il GPT-3 è stato adoperato recentemente anche in occasione di un altro test, uno in cui il sistema veniva addestrato a lanciarsi in messaggi di disinformazione pronti a essere caricati massivamente sui social media. I risultati sono stati impressionanti.

 

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