L’impero degli smartphone di Huawei è crollato, ora il colosso cinese è alla disperata ricerca di nuovi mercati per sopravvivere. L’azienda punta sull’IA a servizio degli allevamenti cinesi di maiali.
Nel tentativo di ripristinare la supremazia nel settore degli smartphone, Huawei si sta espandendo in nuovi mercati per garantire la sua sopravvivenza. Così, il colosso cinese ora punta sull’industria degli allevamenti di maiali per fortificare i suoi ricavi.
La notizia non deve stupire: la Cina è di gran lunga il più grande consumatore di carne suina al mondo. Più di un maiale d’allevamento su due al mondo si trova negli allevamenti del Paese asiatico.
Huawei, scrive la BBC, ha lavorato ad una serie di tecnologie per modernizzare il settore. Il riconoscimento facciale di Huawei verrà utilizzato per identificare individualmente ogni animale d’allevamento, monitorando costantemente la salute, il peso e altri parametri chiave. L’azienda si unisce ad una lunga lista di colossi del tech cinese — da Alibaba a JD.com — che hanno visto proprio nell’industria degli allevamenti suini un’importante fonte di ricavi.
Gli allevamenti sono solo un altro esempio di come utilizzando l’ICT (Information and Communications Technology) possiamo dare una nuova vita ad alcune delle industrie più tradizionali, in modo da creare nuovo valore per l’economia nell’era del 5G
ha spiegato un portavoce di Huawei.
Huawei sa bene che difficilmente l’impasse con gli Stati Uniti si risolverà a breve. Tornare a contare sugli smartphone e sull’infrastruttura 5G per garantire la sopravvivenza dell’azienda non è un’opzione praticabile nell’immediato. «Possiamo sopravvivere anche senza smartphone», aveva non a caso detto il CEO Ren Zhengfei.
All’industria dei maiali si aggiungono quindi le miniere di carbone. Ad inizio febbraio Huawei ha annunciato l’apertura di un laboratorio sperimentale nella provincia di Shanxi. L’obiettivo finale? Sviluppare nuove tecnologie per consentire alle miniere di operare con «meno lavoratori, più sicurezza e maggiore efficienza».