La Jeep Cherokee ha usato il nome dei nativi americani per molti anni, ora i nativi americani ne hanno abbastanza.
Il nome adoperato dall’azienda automobilistica “non ci onora”, ha sostenuto lapidariamente Chuck Hoskin Jr, capo della Nazione Cherokee, chiedendo che chi di dovere si impegni a rinominare il brand.
Sono sicuro che l’idea iniziale non avesse intenzioni malevole, ma non ci onora avere il nostro nome a tappezzare la fiancata di un’automobile. Il miglior modo di onorarci sarebbe imparare più cose sul nostro governo sovrano, sul nostro ruolo in questa nazione, sulla nostra cultura, sul nostro linguaggio e costruire un dialogo significativo con le tribù riconosciute federalmente a proposito dell’appropriazione culturale.
Penso che ormai si stia vivendo in un periodo di questa nazione per cui è tempo per le corporazioni e per i team sportivi di smettere di usare i nomi e le immagini dei Nativi Americani per le loro mascotte, per i loro prodotti, per le magliette sportive e per gli sport in generale,
ha riferito Hoskin.
La legge statunitense aveva decretato che l’uso di nomi e immaginari considerati offensivi e colpevoli di appropriazione culturale fosse tecnicamente legale, tuttavia il 2020 ha rivoluzionato alcuni atteggiamenti socio-culturali, con le manifestazioni di Black Lives Matter che hanno promosso con forza la necessità di una maggiore sensibilità nel gestire le tematiche etniche.
Jeep, dal canto suo, ha ribadito che i nomi delle proprie autovetture siano stati pensati per “onorare e celebrare” i nativi americani e si è detta pronta a discutere con il capo Cherokee.
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