La Germania ha appena passato una legge che permetterà alla polizia di usare i deepfake per incastrare i giri di pedofilia.

La lotta agli abusi sessuali è sempre molto complessa, soprattutto quando di mezzo ci sono dei minori. La situazione tedesca, poi, è allarmante, con le autorità che si sono recentemente dette “soverchiate” dalle denunce. Ora, l’idea è quella di infiltrarsi nei gruppi pedopornografici facendo leva su immagini generate artificialmente, così da non violare la legge e da non danneggiare ulteriormente le vittime.

La diffusione di simile materiale avviene infatti perlopiù in circoli chiusi che prosperano nel cosiddetto “dark web“, circoli che sono ben attenti all’accogliere nuovi utenti e che tradizionalmente chiedono un tributo sotto forma di contenuti fotografici.

Questo ostacolo viene affrontato dai diversi governi in vari modi, ma nel caso tedesco la situazione è priva di sfumature interpretative: la polizia non può far circolare materiale rappresentante abusi su minori, altrimenti le conseguenze sono penali.

L’idea di ricorrere al deepfake per combattere la pedofilia è stata avanzata dai detective stessi, ma anche dalle associazioni di tutela ai minori. Ovviamente la cosa non ha potuto non sollevare seri dubbi deontologici, tuttavia l’opposizione al disegno di legge è stata comunque molto contenuta.

Lo stesso Stephan Thomae, vicecapo del partito d’opposizione, il Freie Demokratische Partei, ha deciso di supportare l’iniziativa, mettendo da parte le iniziali, legittime, perplessità.

L’uso del deepfake in ambito investigativo si affaccia in ogni caso su un territorio inesplorato che potrebbe portare grandi successi, ma anche grandi ingiustizie. Non resta che tenere d’occhio l’esempio tedesco, attendendo i primi risultati di questo esperimento tecnologico.

 

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