“La DEA sta usando un super-malware simile a Pegaus per contrastare i cartelli della droga”

Un’inchiesta del Financial Times rivela che un’agenzia governativa negli Stati Uniti, nello specifico la Drug Enforcement Agency (DEA), sta utilizzando uno spyware chiamato Paragon Graphite che presenta somiglianze con il noto (e controverso) spyware Pegasus.

Il Financial Times scrive che è inevitabile che le agenzie americane abbiano la tentazione di usare captatori informatici di questo tipo, dato che sono in grado di violare pressoché ogni protezione degli smartphone, eludendo anche la crittografia delle principali applicazioni di messaggistica come WhatsApp. Graphite sarebbe estremamente simile a Pegasus.

Per ora, la DEA è estremamente silenziosa sulla questione e ben si guarda da rilasciare ulteriori commenti su questa situazione. Ma ha rivelato come la sua agenzia abbia acquistato una licenza per utilizzare Graphite in Messico, dove collabora con il governo locale alla lotta contro i cartelli della droga. “Secondo quattro [figure dell’industria], la Drug Enforcement Administration degli Stati Uniti è tra i principali clienti del prodotto di punta di Paragon, soprannominato Graphite”, riporta il Financial Times. “Il malware penetra furtivamente nelle protezioni degli smartphone moderni e elude la crittografia delle app di messaggistica come Signal o WhatsApp, a volte raccogliendo i dati dai backup cloud”.

La notizia non è passata inosservata alla politica. Il deputato Adam Schiff, che presiede il Comitato per l’Intelligence del Congresso, ha scritto alla DEA nel dicembre scorso chiedendo ulteriori dettagli sull’acquisto. Le preoccupazioni sono fondate: era stato proprio il Messico uno dei principali protagonisti dello scandalo legato a Pegasus, il trojan di Stato dell’azienda israeligna NSO Group che sulla carta doveva servire a contrastare il terrorismo, ma nella pratica veniva spesso usato anche per spiare giornalisti, attivisti e politici rivali.

Schiff ha ricordato alla DEA che gli Stati Uniti sono impegnati a livello internazionale per frenare la prolificazione dei malware avanzati e che l’uso di uno strumento estremamente simile a Pegasus, seppure per contrastare il narco-crimine, potrebbe scoraggiare questi sforzi, legittimandone l’utilizzo da parte dei regimi autoritari.

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