Night Stalker fornisce un resoconto completo dei crimini di Richard Ramirez ma lascia molte domande senza risposta. Ecco cosa gli spettatori potrebbero ancora voler sapere.

Night Stalker: The Hunt For A Serial Killer fornisce un resoconto completo dei crimini di Richard Ramirez, ma lascia ancora molte domande senza risposta. Diretta da Tiller Russell, la docuserie Netflix del 2021 esplora una serie di omicidi del 1985 in California e come i media hanno creato il personaggio di Night Stalker. I quattro episodi però guardano a malapena oltre le prove del caso per poter esplorare un quadro più ampio. Night Stalker pone effettivamente domande di base come ogni altro documentario di serial killer, ma alcuni spettatori curiosi potrebbero volere maggiori informazioni.

Diviso in quattro episodi, Night Stalker identifica i principali attori e rimane concentrato sulle prove. Ciò consente una chiara narrazione di ciò che è effettivamente accaduto nel caso focale tra aprile e agosto 1985, soprattutto in termini di definizione del modus operandi del killer. Night Stalker è stato criticato per aver forse mostrato troppo, ma il cinema di Russell non è diverso da un tipico documentario sul vero crimine, almeno in termini di esplorazione delle prove in modo che il pubblico possa capire i dettagli. I primi tre episodi si concentrano principalmente sugli sforzi degli investigatori Frank Salerno e Gil Carrillo.

Night Stalker è stata una docuserie Netflix di tendenza sin dalla sua uscita a gennaio 2021 e la serie può essere affrontata da varie angolazioni. Ci sono però domande cruciali che rimangono senza risposta nelle docuserie Netflix, se non altro perché Russell voleva rimanere concentrato su una narrazione lineare per il bene della narrazione.

Night Stalker investe poco tempo nell’esplorazione degli anni formativi di Ramirez. Durante il quarto e ultimo episodio, una sequenza introduttiva di un minuto rivela che il soggetto ha assistito all’omicidio di una donna da parte di suo cugino e che inoltre è stato legato a una croce del cimitero da suo padre. Sulla base dell’analisi presentata nel documentario sui serial killer del 2020 Crazy, Not Insane, tali storie dell’orrore dell’infanzia di un serial killer sono indubbiamente legate al suo comportamento omicida da adulto. La serie riconosce anche che Ramirez era dipendente da eroina e cocaina, ma non offre molte informazioni su come tali dipendenze possano aver influenzato il suo comportamento.

Le esperienze di vita di Ramirez dovrebbero essere state studiate e analizzate più da vicino, e i veri cineasti del crimine dovrebbero voler fornire al pubblico la conoscenza degli anni formativi del soggetto. La serie Netflix di Tiller è davvero potente, ma sarebbe stata più autentica con un’esplorazione approfondita dell’infanzia e dell’adolescenza di Ramirez.