Razzi in fibra di carbonio? Dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea) danno buoni risultati i primi test per realizzare serbatoi per razzi più leggeri grazie a materiali come la plastica e la CFRP.
L’obiettivo di questo progetto, chiamato Phoebus, è quello di incrementare le prestazioni dei razzi riducendo la massa della parte superiore della struttura attraverso un nuovo design e materiali più leggeri. Dovrebbero essere ridotti anche i costi di produzione.
I materiali in plastica rinforzata con fibra di carbonio (CFRP), o compositi di carbonio, consentono nuove architetture e combinazioni di funzioni altrimenti non possibili utilizzando materiali metallici. Il CFRP è leggero e di aspetto scuro e verrà utilizzato per i serbatoi di propellente criogenico e per le strutture primarie e secondarie di Phoebus, da cui il nome di stadio superiore “nero”.
Inoltre – si legge nel comunicato stampa di ESA -, il loro processo di produzione consente un layout integrato che si traduce in un minor numero di parti rispetto a una configurazione metallica comparabile, riducendo così i costi di produzione e assemblaggio.
Durante gli esperimenti di MT Aerospace su un sito di test gestito da Rheinmetall a Unterlüß, in Germania, un serbatoio CFRP a sottoscala è stato testato con ossigeno liquido. Durante questi test, il serbatoio è stato riempito e svuotato più volte, pressurizzato oltre i limiti operativi e sottoposto a test di shock per garantire l’assenza di eventi di accensione del serbatoio di ossigeno.
Il serbatoio di prova era dotato di una varietà di sensori per monitorare la pressione, la temperatura, la deformazione o una possibile perdita. L’analisi dei risultati e la complessiva buona integrità strutturale del serbatoio di ossigeno liquido dimostrano la bontà della tecnologia. Questo risultato spiana la strada per ulteriori attività e indica che Phoebus è sulla buona strada.