Un nuovo studio suggerisce che il fanatismo per i leader “forti” nasca da adolescenze turbolente all’interno di famiglie propense alla violenza.

Pubblicata recentemente sul Journal of Leadership & Organizational Studies da Dayna Herbert Walker, assistente professore di management presso la San Francisco State University, la ricerca offre una spiegazione del perché alcune persone desiderino essere governate da individui tirannici.

Lo vediamo continuamente — nei posti in cui leader ripugnanti riescono a fare carriera, ma fatichiamo a capirne il perché. I tiranni, che siano all’interno di una sala riunioni o in politica, non avrebbero il potere di comportarsi così se non avessero il supporto garantito dai seguaci. Spesso guardiamo ai leader per dare un senso alla leadership, ma dovremmo guardare anche ai seguaci,

ha dichiarato l’accademica.

Appoggiandosi al Fullerton Longitudinal Study, un sondaggio che viene portato avanti da quarant’anni con lo scopo di studiare lo sviluppo umano dall’infanzia all’età adulta, la professoressa Herbert Walker ha identificato come gli adolescenti vittime di abusi siano finiti con il voler sottomettersi a capi prepotenti.

 

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Nel 1996, lo studio aveva chiesto ai partecipanti diciassettenni di descrivere le dinamiche del proprio nucleo familiare. Venti anni dopo, in occasione di una seconda intervista, i soggetti che avevano riportato casi di violenze domestiche, verbali o fisiche, erano i primi a manifestare il desiderio di essere dominati da entità tiranniche.

Le conclusioni della ricerca suggerisce che le persone cresciute in famiglie disfunzionali abbiano il 20% di possibilità in più di sostenere leader riprovevoli, se non altro perché quegli stessi atteggiamenti rispecchiano il modello educativo con cui sono stati condizionati.

Il primo passo è quello di portare queste persone a chiedersi perché vogliono ciò che vogliono. Forse realizzeranno di essersi convinte di desiderare un tiranno perché loro padre si comportava così e riusciva ad avere successo nel lavoro, cosa che li ha convinti che quello fosse il modo adeguato di comportarsi,

conclude Herbert Walker.

Nonostante il dato sia di innegabile interesse per futuri approfondimenti, bisogna tenere in considerazione che l’indagine sia di portata estremamente limitata – 130 soggetti, tutti statunitensi e facenti parte di una medesima anagrafica – e che quindi non possa essere considerata come una risposta definitiva e assoluta, ma di uno spaccato contemporaneo.

In senso più ampio, questa teoria sembra comunque affine a quanto suggerito anni addietro dallo psicologo Erich Fromm, ovvero che la nostra società risponda alle criticità dell’individualismo introducendo nelle strutture sociali delle forme articolate di sadomasochismo.

 

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