YouTube, almeno negli USA, ha introdotto un nuovo pannello per aiutare i content creator a tenere traccia dei loro introiti. C’è anche una nuova metrica per semplificare l’analisi delle performance dei canali.

Questo perché negli anni i content creator di YouTube hanno visto una piccola moltiplicazione delle fonti di monetizzazione. Ci sono le pubblicità, certo, ma non solo. Quando il content creator è in diretta può ricevere donazioni direttamente attraverso la piattaforma di Google, mentre da un po’ è anche possibile abbonarsi ai canali (in modo simile a come funzionano le sub su Twitch).

 

 

YouTube ha deciso di raggruppare tutte queste fonti di entrate in un unico spazio, introducendo anche una nuova metrica chiamata RPM, che è l’acronimo di Revenue per mille.

Se il vecchio CPM si limitava a quantificare le entrate lorde dalle inserzioni per ogni mille impression, l’RPM dà una fotografia più completa, con la quantità totale dei soldi percepiti in media ogni 1.000 impression — includendo, quindi, ogni entrata offerta dagli strumenti di monetizzazione di YouTube.

Prima, grossomodo, era come se ogni mese si ricevesse uno stipendio, senza essere esattamente in grado di capire come si fosse arrivati a quel numero

ha spiegato Matt Koval, un ex youtuber.

La speranza è che questa novità possa creare un ambiente più trasparente e facile da capire per i content creator che hanno scelto di usare la piattaforma di Google per monetizzare i loro contenuti.