Dieci proposte alternative su Disney+, film nostalgici, grandi classici e vecchie perle da riscoprire. Dai musical alle commedie, ce n’è per tutti i gusti.
L’arrivo di Disney+ in Italia ha aperto agli appassionati le porte del mondo della Casa di Topolino, e della prima piattaforma ad esso dedicata. Le tante proprietà acquisite dalla Disney permettono di poter passare dai 23 film Marvel ai Simpson. Ma c’è una Terra di Mezzo, per certi versi ancora inesplorata, della quale fanno parte grandi film del passato, e live-action sottovalutati o da riscoprire.
Vogliamo proporre dieci film nostalgici da scoprire o riscoprire, e da utilizzare come chiavi di accesso verso altri lungometraggio live-action (o anche corti meritevoli d’attenzione), capaci di far apprezzare a pieno i tesori Disney, e della piattaforma.
20.000 leghe sotto i mari (1954)
Oggi siamo abituati ai blockbuster realizzati dai Marvel Studios, ma anche parecchi decenni fa le grandi produzioni esistevano, solo che, anziché trarre spunto da popolari fumetti, attingevano ai classici della letteratura. E si trattava di tempi in cui i lavori sugli effetti speciali erano molto più complessi, e bisognava attingere a mezzi tecnici-analogici, piuttosto che digitali.
Questo è il caso di 20.000 leghe sotto i mari, tratto da un classico della letteratura di Jules Verne, che racconta le avventure del Capitano Nemo e del suo speciale sottomarino, il Nautilus. Questo lungometraggio del 1954 venne premiato con due premi Oscar (miglior scenografia ed effetti speciali), e fu il secondo miglior incasso negli Stati Uniti durante quell’anno.
Proprio come nei migliori film Marvel il cast d’eccezione garantì nomi altisonanti, come Kirk Douglas nei panni del personaggio Ned Land. E non mancò un regista di livello come Richard Fleischer, già premio Oscar nel 1947, e che la Disney pescò (così come fanno oggi i Marvel Studios) da un ambiente non proprio mainstream, considerando che fino ad allora si era contraddistinto per la realizzazione di documentari e film noir.
20.000 Leghe Sotto i Mari fa intendere come La Casa di Topolino sia stata all’avanguardia fin dagli albori, anche nella produzione dei live-action, sapendo conciliare le grandi produzioni con prodotti adatti ad un pubblico di tutti i generi, ed attingendo sempre al meglio della letteratura.
La visione di 20.000 leghe sotto i mari può aprire le porte ad altri lungometraggi di quei tempi che attingevano da classici letterari come L’Isola del Tesoro e Robin Hood (anch’essi presenti su Disney+).
Tutti insieme appassionatamente (1965)
Se tutti conoscono Julie Andrews per aver interpretato Mary Poppins, forse è un po’ meno nota la sua presenza in un musical classico, ma che col tempo è diventato un ricordo piuttosto sbiadito. Stiamo parlando di Tutti insieme appassionatamente.
Così come in Mary Poppins la protagonista dovrà avere a che fare con un gruppo di ragazzi di buona famiglia, portando uno spirito nuovo in un ambiente altolocato e freddo. Il successo del film nel 1965 fu clamoroso.
La colonna sonora davvero ricca portò all’esplosione di brani divenuti poi classici, come Quindici anni, quasi sedici, Edelweiss, Le cose che piacciono a me, Il suono della musica, Do-Re-Mi, Il pastore che pascolava, e, soprattutto, My Favorite Things. La colonna sonora raggiunse per due settimane la prima posizione nella Billboard 200, ed il film ottenne dieci nomination ai premi Oscar, vincendone cinque.
Tutti insieme appassionatamente rimane tutt’ora uno dei film più visti al Cinema, e mette in evidenza due caratteristiche principali: la capacità d’intrattenere con belle storie per famiglie, ed un modo di fare musical che ha fatto scuola.
Il film però non è una produzione Disney, bensì della 20th Century Fox. Fa effetto però notare che, molti decenni prima che la Casa di Topolino acquisisse la casa di produzione, la Disney sembrava aver esportato il suo modo di fare film e musical anche nella stessa 20th Century Fox. Tutti insieme appassionatamente sembra a tutti gli effetti un film Disney, pur non essendolo mai stato (fino ad ora).
Quattro bassotti per un danese (1966)
In un’epoca in cui ancora non era avvenuto il passaggio di consegne tra cinema classico americano e Nuova Hollywood, la Disney riusciva a centrare in pieno lo spirito dei film d’intrattenimento e per famiglie, facendo da apripista in diversi settori.
Quattro bassotti per un danese è un classico tra i film con protagonisti animali. L’idea di mettere due attori come Dean Jones e Suzanne Pleshette a interagire con, appunto, quattro cani bassotti ed un danese, è una di quelle operazioni che oggi si fa fatica a veder maneggiare in una certa maniera (e che spesso produce film di scarso livello).
Il mix tra gag, commedia, romanticismo ed intrattenimento in questo lungometraggio funziona benissimo, e fa riscoprire un modo di fare cinema che oggi si è un po’ perso e che andrebbe rispolverato.
Potrebbe anche interessarti:
Un maggiolino tutto matto (1968)
Anche in questo film troviamo Dean Jones protagonista, ed anche in questo caso la Walt Disney Pictures riesce a contraddistinguersi per la capacità di confezionare un prodotto vincente ed innovativo. Riuscire a far interagire i protagonisti con una sorta di macchina vivente, dando credibilità alla cosa, non è affatto facile (ed oggi esperimenti di questo genere si azzardano a fatica).
Ma il mix umoristico e d’intrattenimento, anche in questo caso, è assicurato. Herbie il maggiolino è diventato nel tempo una vera e propria icona (anche se oggi le nuove generazioni l’hanno un po’ dimenticato).
Il film è stato in grado di generare ben cinque sequel, ed un ultimo lungometraggio (con Lindsay Lohan protagonista) uscito 2005, che ne ha sancito, purtroppo, il definitivo tramonto.
Pomi d’ottone e manici di scopa (1971)
Prima che Angela Lansbury divenisse iconica con La Signora in Giallo, l’attrice è stata anche protagonista di lungometraggi Disney. Tra questi c’è da ricordare Pomi d’ottone e manici di scopa, un interessantissimo esperimento che mischiava il live-action con l’animazione, e che ha creato alcune scene veramente iconiche e memorabili (come la famosa partita di calcio tra animali della giungla).
In questo film troviamo anche David Tomlinson, popolare attore comparso in Mary Poppins nei panni di Mr. Banks, che assieme alla Lansbury crea un duo di protagonisti capaci di esaltarsi a vicenda, assieme agli altri tre giovanissimi attori che completano il cast principale.
La storia è in parte tratta dai romanzi della scrittrice Mary Norton, che, così come Mary Poppins (tratto a sua volta dal romanzo di Pamela Lyndon Travers), incrocia magia, umorismo, e storie per l’infanzia.
La capacità della Casa di Topolino di attingere al meglio della letteratura mondiale per trarne fuori ottime trasposizioni è sempre stata indubbia, e Pomi d’ottone e manici di scopa ne è l’ennesimo esempio.
Nel fantastico mondo di Oz (1985)
Chi pensasse che su Disney+ si possono vedere solo film d’intrattenimento adatti a tutta la famiglia si sbaglia. Nel fantastico mondo di Oz è un lungometraggio che sicuramente può essere visto da tutti, ma che non sembra essere stato concepito per non creare neanche un minimo disturbo.
Quello che è a tutti gli effetti il seguito de Il Mago di Oz si presenta come una storia veramente oscura. Dorothy dopo il suo ritorno a casa è disturbata da brutti sogni, e la famiglia crede che sia diventata totalmente pazza. Viene perciò portata all’interno di un centro in cui si utilizza l’elettroterapia.
Dorothy, fuggendo dal centro dopo un black-out, cade in un fiume e si ritrova nuovamente a Oz. Ma, l’ambiente che si troverà di fronte sarà tutt’altro che ospitale, e la ragazzina dovrà fare i conti con gli spaventosi Rotanti ed una principessa capace di cambiarsi la testa a proprio piacimento.
Nel fantastico mondo di Oz è un perfetto esempio di come si possa realizzare un tipo di fantasy, adatto a tutti, ma non del tutto edulcorato e privo di qualche sano, e intrigante, turbamento.
Chi ha incastrato Roger Rabbit? (1988)
Il fatto che in questo film fossero coinvolte sia la Warner Bros. che la Walt Disney permette di poter vedere assieme, per la prima volta, personaggi disneyani e dei Looney Tunes (la scena di Valiant che cade nel vuoto affiancato da Topolino e Bugs Bunny è tutt’ora iconica).
Chi ha incastrato Roger Rabbit? è un classico che riesce ad esaltare all’ennesima potenza la capacità cinematografica di unire live-action con animazione. Ma, l’aspetto ancora più intrigante è che, mentre in passato (come appunto in Pomi d’ottone e manici di scopa) il mix tra animazione e live-action veniva fatto per creare film commedie adatti alle famiglie, Chi ha incastrato Roger Rabbit? cerca di spingersi più in là.
La storia che mette al centro l’investigatore Eddie Valiant, Jessica Rabbit e Roger Rabbit è un vero e proprio noir, che non risparmia momenti di tensione ed anche un certo erotismo.
Il finale con il colpo di scena che rivelerà il villain della storia è uno dei momenti a tinte horror più iconici del film, e della cinematografia degli ultimi decenni.
Potrebbe interessarti anche:
Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi (1989)
Quello che è un grande cult, ma che viene oggi poco esaltato (vuoi anche per uno scarso passaggio in televisione), a tal punto da diventare un film dal successo sbiadito, è Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi.
L’idea di mettere al centro del lungometraggio dei protagonisti rimpiccioliti (un qualcosa che negli ultimi anni è stato definitivamente sdoganato grazie al cinecomic Ant-Man) è stata trasformata dalla Disney in un’avventura capace di affascinare ed intrattenere.
La possibilità di vedere il mondo da un’altra prospettiva (decisamente più piccola) riesce a incarnare al meglio il senso di meraviglia disneyano.
Scontrarsi con insetti diventati giganteschi mostri minacciosi, ritrovarsi all’interno di una vera e propria giungla che in realtà non è altro che il giardino di casa, e affondare la propria golosità in una montagna di panna e biscotto (che non è altro che un gelato abbandonato sul prato), sono dei piccoli pezzi di meraviglia godibili grazie a questo cult.
Edward mani di forbice (1990)
Non ci sarebbe bisogno di presentazioni per un titolo così sdoganato. Edward mani di forbice è diventato un classico che tutt’oggi riempie i palinsesti televisivi. Ma, la possibilità di riscoprirlo su Disney+ fa notare come la strategia di lancio della piattaforma sia stata (almeno fino ad ora) quella di proporre contenuti della 20th Century Fox amalgamati con lo spirito Disney.
Si fa infatti fatica a pensare che questo film possa non essere stato concepito dalla Casa di Topolino. L’idea di mischiare i principi di una storia cupa con l’intrattenimento per famiglie è perfettamente riuscita in Edward mani di forbice. E tutto ciò grazie ad un Tim Burton alla regia in stato di grazia, e con un Johnny Depp brillantissimo in una delle sue prime trasformazioni.
Lo spirito goticheggiante del film rimarca l’anima di Tim Burton che si riflette anche in Beetlejuice e nella sua stessa trasposizione di Batman. Edward Mani di Forbice porta sullo schermo anche, per la penultima volta, un attore iconico del cinema gotico come Vincent Prince.
Per chi non l’avesse mai visto, Edward Mani di forbice è una fiaba senza tempo che merita di essere apprezzata almeno una volta. E per chi avesse già rivisto il film in televisione più volte, la possibilità di goderlo su Disney+ è l’ennesima prova per dimostrare la longevità di un lungometraggio ancora efficacissimo e capace di far sognare a distanza di trent’anni.
Potrebbe anche interessarti:
Frankenweenie (1984)
Si tratta di un vero e proprio bonus, e di una chicca, considerando che si tratta di un cortometraggio. Frankenweenie è una delle prime produzioni di Tim Burton. Un connubio tra il regista e la Walt Disney (nel periodo in cui Burton era sotto contratto per la casa di Topolino) che mette in evidenza tutto lo spirito goticheggiante, infantile e malinconico del popolare autore.
L’idea di creare una versione di Frankenstein adattata alla storia di un bambino e del suo cane mette in mostra doti narrative e visive inedite a livello mainstream (caratteristiche che avrebbero portato al successo negli anni successivi lo stesso Burton).
Ma, così come tutti gli avanguardisti, lo spirito originale del cortometraggio live-action Frankenweenie non viene subito apprezzato. Anzi. La Disney accusò Burton di aver realizzato un prodotto non adatto ai propri canoni. Il regista vide il proprio lavoro oscurato, nonostante una nomination agli Oscar per il miglior cortometraggio, e ci vollero anni di tempo e successi al botteghino per far comprendere la forza eversiva e innovativa di Frankenweenie.
I successi di Burton lo portarono anni dopo a stipulare un contratto con la Casa di Topolino per un remake in stop-motion, che però non riuscì a incarnare lo spirito innovativo di questo cortometraggio. Frankenweenie fu, allo stesso tempo, capace di rispecchiare lo spirito del tempo (in quegli anni Ottanta colorati e ipertrofici, ma capaci di dare spazio a proposte alternative e più intimiste come le musiche dei Cure) ed allo stesso tempo riuscirlo a contraddire.