La casa di carta 4 è dal 3 aprile su Netflix, con 8 nuovi episodi: abbiamo intervistato Álvaro Morte ed Enrique Arce, interpreti di Il Professore e Arturito. I due attori assicurano: La casa di carta è un prodotto 100% spagnolo.
Dopo aver lasciato gli spettatori col fiato sospeso con il finale della terza stagione, La casa di carta 4 arriva il 3 aprile su Netflix, con la banda ancora impegnata a realizzare il colpo alla Banca di Spagna.
Cosa farà Il Professore ora che crede che Lisbona sia morta? Nairobi, colpita al petto, se la caverà? I due personaggi più imprevedibili, Tokyo e Palermo, come si troveranno a dividere l’azione? A tutte queste domande rispondono i nuovi otto episodi di La casa di carta, serie spagnola ideata da Álex Pina, mix di melodramma e adrenalina.
Chi ama lo stile di La casa di carta non rimarrà deluso: in queste nuove puntate c’è tutto ciò che ha reso la serie spagnola un fenomeno mondiale. Amori tormentati, sparatorie, balletti che interrompono scene madri e tanta, tanta musica (ancora una volta italiana: dopo Bella Ciao tocca a Umberto Tozzi e Franco Battiato e le loro Ti amo e Cerco un centro di gravità permanente).
Abbiamo parlato di questo nuovo ciclo della serie Netflix con due dei protagonisti, Álvaro Morte ed Enrique Arce, interpreti di Il Professore e Arturito.
Potrebbe anche interessarti:
Il saggio consiglio di Álvaro Morte, aka Il Professore
Vista la situazione di quarantena mondiale, abbiamo potuto parlare con Álvaro Morte tramite videochiamata: oltre a mandare un caloroso abbraccio all’Italia, l’attore ci ha tenuto a dire come questo momento di crisi sia in realtà un occasione per fare qualcosa di buono.
“Dato che sono stato molto tempo fuori di casa, sto cercando di passare più tempo possibile con la mia famiglia. Il tempo che resta per me, quando i miei bambini sono andati a letto, cerco di dedicarlo a tutti questi hobby: la lettura, la musica, vedere film.
Questo è un momento molto importante: abbiamo la possibilità di riflettere su quello che ci sta accadendo.
È un momento storico che ricorderemo per sempre, ma è anche un momento in cui abbiamo la possibilità di fare cose positive: crescere come individui e come società.
Speriamo che, da questa situazione terribile, riusciremo a tirar fuori qualcosa di positivo, usando l’intelligenza. Invito tutti quanti a prendersi del tempo per riflettere su questa cosa così seria che sta accadendo.”
Potrebbe anche interessarti:
Il segreto di La casa di carta: non cercare di copiare l’America
In questi nuovi episodi, oltre all’onnipresente maschera di Salvador Dalì, ci sono diversi momenti in cui si cerca di sottolineare che si tratta di una serie spagnola: a un certo punto entra in scena un toro, in un altro si vedono diversi vassoi di paella. Si tratta forse di un tentativo di rimarcare come La casa di carta, nonostante sia stata acquisita da Netflix, sia ancora un prodotto 100% spagnolo?
Secondo Enrique Arce:
“Noi non abbiamo mai provato a copiare l’America: in Spagna si stavano facendo le cose molto bene già da qualche tempo per quanto riguarda la fiction, non è una cosa che viene dal nulla.
Non è che improvvisamente abbiamo vinto la lotteria con La casa di carta e prima non c’era nessun prodotto di qualità nella televisione spagnola.
Quello che è cambiato è la catena di distribuzione: Netflix permette che il nostro prodotto arrivi a tutto il mondo.
In Spagna c’è sicuramente molto talento, si raccontano le storie molto bene, però in questo caso, oltre a una grande storia, ci sono mezzi all’altezza: c’è una fotografia di livello, il reparto dei costumi, ogni aspetto è curato al massimo.
Però oltre al contenuto, è importante anche il contenitore e Netflix ci aiuta moltissimo. Infatti non avevamo avuto lo stesso riscontro prima che ci distribuisse Netflix.”
Per Álvaro Morte invece:
“Sicuramente non siamo stati i primi Spagnoli, con un’identità spagnola, a trionfare in tutto il mondo: penso per esempio al maestro Pedro Almodóvar.
Credo che il comune denominatore della fiction spagnola sia il fatto che cerchiamo di fare tutto con molta passione. E credo che questo traspaia dallo schermo.
Sono orgoglioso di far parte di un progetto visto in tutto il mondo.
Potrebbe anche interessarti:
Álvaro Morte non si sarebbe mai aspettato tutto questo successo
L’interprete di Il Professore da piccolo non avrebbe mai pensato a tutto questo successo. In verità non pensava proprio di fare l’attore, come ci ha detto dallo studio di casa sua:
“Mi ricordo che ero uno studente di ingegneria e telecomunicazioni e ho scelto di smettere e cominciare invece con questa carriera.
Mai nella mia vita avrei immaginato una cosa del genere: pensate che non avevo nemmeno partecipato da piccolo alla recita di Natale come pastorello nel presepe vivente!
Era una cosa che vedevo molto lontana da me: ricordo che una volta, da piccolo, ero sul divano con i miei genitori a guardare un programma comico alla tv, e ho pensato: mi piacerebbe farne parte. Ma non avevo la minima idea di che cosa potesse significare, non sapevo che si potesse studiare recitazione, non sapevo niente.
Un attore che Morte ammira molto, e che identifica come modello, è il compianto Alan Rickman:
Ammiro moltissimo Alan Rickman, non soltanto per la sua carriera di attore, ma anche per come è riuscito a gestire tutto ciò che è correlato a questo mestiere.
Come ha gestito l’essere attore, il rapporto col pubblico, in modo discreto, mantenendo uno spirito sereno.
Potrebbe anche interessarti:
Tra i progetti futuri c’è tanta scrittura
Questo periodo a casa si è rivelato molto produttivo per entrambi gli attori.
Enrique Arce per esempio sta scrivendo un libro e anche la sceneggiatura del film che ne verrà tratto:
Questo periodo mi ha permesso di lavorare moltissimo: sto scrivendo un libro, un romanzo, e ora siamo alla prima stesura del copione del film a esso ispirato.
Sia io che Alvaro abbiamo lavorato moltissimo fuori dalla Spagna, siamo stati via nove mesi: poter stare a casa dedicandomi a quest’altra parte della mia vita è stata un’ottima occasione.
Il romanzo è come fosse il mio bambino. Certo, sarebbe stato meglio poter scegliere e non essere obbligato a rimanere in casa, però personalmente non sto soffrendo la situazione. Capisco invece che molte persone si trovino in difficoltà. Io però sto riempiendo il mio tempo in modo molto produttivo.”
Morte invece:
“Sono un amante della fruizione di storie: che siano sotto forma di libro, disco, film, serie tv o che sia io stesso a produrle, suonando uno strumento o scrivendo.
Sto progettando un paio di serie che spero possiate vedere in futuro.