Dopo il posticipo del lancio fissato inizialmente per il 17 dicembre scorso da Kourou, nella Guyana francese e rimandato per un problema al razzo Soyuz, quest’oggi il satellite Cheops è finalmente partito. La missione durerà circa tre anni e mezzo ed è la prima dell’ESA dedicata allo studio di pianeti extrasolari ma al momento si sta cercando di capire cosa è successo al razzo prima di schedulare una nuova partenza.
Comunicato con tweet l’agenzia spaziale europea (ESA) aveva annunciato il lancio :
🚀 One day until launch! 🚀 #Cheops #exoplanets #finalcountdown
👀 Watch live tomorrow from 08:30 GMT https://t.co/Y9HPfiY2Kf pic.twitter.com/noZZnfm2cJ
— ESA CHEOPS – Characterising Exoplanet Satellite (@ESA_CHEOPS) December 16, 2019
C’è una grande aspettativa sulla missione.
Prima di tutto è la prima tutta europea e tra i vari paesi partecipa attivamente anche l’Italia che sarà presente con ricercatori dell’Istituto nazionale di Astrofisica (Osservatorio astronomico di Padova), del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova e dell’Agenzia spaziale italiana.
Ma non solo, la missione fa da apripista alla prossima generazione di satelliti dell’ESA, Platone e Ariel, che aiuteranno la comunità scientifica europea ad essere all’avanguardia sullo studio dei pianeti extrasolari o esopianeti per capire, se ci sono e quali sono, le condizioni per generare forme di vita nell’universo.
Della missione ne avevamo parlato anche qui: