Dal 29 novembre l’editoriale Bugs Comics ha lanciato la sua prima collana periodica mensile, Samuel Stern.
Si tratta della prima testata ad uscita regolare e pensata per la distribuzione nelle edicole presentata dalla casa editrice romana.
Per questo importante “balzo in avanti” si è dunque scelto un personaggio tormentato, intrappolato in una dimensione fatta di demoni e incubi, le cui storie sembrano dipanarsi su differenti piani dell’esistenza.
Abbiamo scambiato due parole con Gianmarco Fumasoli, co-creatore del personaggio.
Il progetto Samuel Stern nasce per la voglia di riportare in cosiddetto “Fumetto Popolare”, quello con cui quelli della mia e della tua generazione (1975) siamo cresciuti. Volevamo portare la narrazione nazional popolare in edicola. A volte quando spiego questo concetto vedo gentemstorcere le bocche perchè accostano la banalità a questo tipo di concetto. Mi sono sentito perfino dire che le storie più belle si trovano solo nelle Graphic Novel, ma sinceramente questo non è assolutamente vero!
Che sia televisiva, cinematografica o di un fumetto, la sertialità può essere fatta con una narrazione avvincente e la stessa preiodicità può essere d’aiuto nel permettere di regalare, a cadenza mensile nel nostro caso, qualcosa di misterioso, avvincente, horrorifico a seconda di quel che si decide di portare all’attenzione del lettore.
Certo, riuscire a realizzare qualcosa che si mantenga nel tempo richiede uno sforzo notevole che non tutti oggi hanno il coraggio di fare.
Assolutamente sì! Samuel Stern è una grandissima scommessa, abbiamo scelto di uscire dal nostro tipico settore di mercato lanciandoci in un’impresa ardua ma che speriamo ci possa premiare.
Con questa moda, pur bella e positiva, di scrivere graphic novel credo si sia perso un po’ il contatto con la possibilità di scrivere per gli altri. Più scrivi graphic novel e più scrivi per te stesso finendo così per rivolgerti ad una nicchia. Prodotti mainstream come “Il Trono di Spade” non ce ne sono più. Ci sono molti più prodotti ma per gruppi sempre più piccoli di persone che ne vogliono usufruire.
Io sono del 75 e sono cresciuto anche con Dylan Dog. Lo compro dall’ottobre del 1986 (ndr – mese di uscita dell’albo n°1 “L’alba dei morti viventi) e da quel momento sono impazzito.
Ho capito che volevo scrivere di fumetti anche quando non sapevo cosa significasse! In questo progetto ho riposto il desiderio di riportare semplicità, immediatezza e comprensione e soprattutto il desiderio di raccontare una storia.
Quando le storie vanno in secondo piano è non si ha un assetto editoriale specifico l’opera inevitabilmente si perde. Ci può sempre essere un secondo livello di narrazione, ma l’intrattenimento deve comunque essere al primo posto secondo me.
Nello sviluppare le trame abbiamo anche cercato di rendere l’opera fruibile da chiunque ci si vada ad approcciare anche in un secondo momento in modo che anche chi inizia a leggere Samuel Stern dal numero 5 possa comunque godere appieno delle sue atmosfere e dinamiche senza per forza trovarsi ancorato a recuperare gli sviluppi precedenti.