Un diamante naturale giallo di 16.78 carati, stimato 2 milioni di dollari, viene completamente ricoperto da un mantello di fibre di nanotubi di carbonio e sotto di esso appare come un vuoto piatto e nero. È un’opera d’arte che lancia un messaggio provocatorio rivolto al lusso, alla società e al vero valore dell’arte, ma è anche la presentazione di un nuovo materiale capace di assorbire il 99,995 % della luce e che sta interessando la comunità aerospaziale.

Il diamante, brillante e sfaccettato, sotto a questa pellicola risulta particolarmente nero e piatto, qualunque protuberanza o cresta indipendentemente dall’angolazione da cui si guarda risulta invisibile e completamente oscurata.

L’opera d’arte intitolata The Redemption of Vanity ed esposta alla Borsa di New York dal 13 settembre al 25 novembre nasce dalla collaborazione dell’artista Diemut Strebe,  del MIT Center for Art, Science, and Technology, e Brian Wardle, professore di aeronautica e astronautica del MIT e direttore del necstlab e del Nano-Engineered Composite aerospace STructures (NECST).

L’obiettivo di questi laboratori è quello di generare nuovi materiali e strutture ingegnerizzate da applicare alle opere d’arte.

Il progetto esplora il valore materiale e immateriale riferito agli oggetti e i concetti di riferimento al lusso, alla società e all’arte. Viene presentata la svalutazione letterale di un diamante, che è altamente simbolico e di alto valore economico.

Ma non solo, la missione del gruppo di ricerca necstlab è guidare l’avanzamento e l’applicazione di nuove conoscenze all’avanguardia per la comprensione di materiali e strutture, con contributi sia in campo scientifico che in ingegneria.

Non solo provocazione quindi, ma una vera e propria sperimentazione.

Il materiale in questione è formato da fasci di nanotubi di carbonio allineati verticalmente, o CNT (filamenti microscopici di carbonio) che hanno la proprietà di assorbire 10 volte di più la luce, almeno il 99,995%, rispetto a qualunque altro materiale più nero fino ad ora registrato.

 

 

Nato da una casualità ora potrebbe essere una soluzione pratica per le osservazioni nello spazio.

Nato da una casualità ora potrebbe essere una soluzione pratica per le osservazioni nello spazio. I ricercatori infatti mentre sperimentavano modi per far crescere nanotubi di carbonio su materiali a conduzione elettrica come l’alluminio per potenziare le loro proprietà elettriche e termiche, si resero conto del loro colore particolarmente nero.  Il nero della pellicola e dei nanotubi generatosi li incuriosì e iniziarono a studiarne il coefficiente di riflessione da cui scoprirono le sorprendenti proprietà di assorbimento della luce.

Il materiale CNT può essere utile ad esempio nei paraocchi ottici per ridurre l’abbagliamento indesiderato: una pellicola che proteggerebbe un telescopio spaziale dalla luce diffusa permettendo di localizzare, ad esempio, esopianeti orbitanti.

I ricercatori non sono del tutto sicuri del meccanismo che conferisce ai CNT questa tonalità particolarmente nera, ma pensano che possa derivare proprio dalla combinazione dell’alluminio con i nanotubi di carbonio.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista ACS-Applied Materials and Interfaces.