Nel primo libro del suo poema epico Paradise Lost, John Milton cita un “artista toscano” che osserva l’orbe lunare (alone di luce attorno al satellite) attraverso un vetro ottico. Si riferisce, con qualche perplessità, a Galileo Galilei, lo scienziato italiano famoso per le sue osservazioni telescopiche e lo studio delle leggi fisiche fondamentali. Oggi può sembrare strano che Milton descriva il cosiddetto “padre della scienza moderna” come un artista. Nel loro contesto, tuttavia, ha perfettamente senso: entrambi gli uomini vissero durante il Rinascimento, un periodo di fervente innovazione in politica, cultura, arte e scienza. A loro sembrava molto più naturale fondere i vari campi di indagine piuttosto che compartimentarli. In breve, se esiste un confine tra le imprese intellettuali di Galileo, spesso è troppo sottile per poterlo distinguere. La sua figura incarna l’ideale rinascimentale dell’uomo universale, capace di dedicarsi a molteplici discipline e di esplorare il mondo attraverso diverse prospettive. Scopriamo insieme perché.

Per cosa è famoso Galileo?

Galileo Galilei è famoso perché ha rivoluzionato il modo in cui oggi guardiamo al cielo e il suo coraggio nello sfidare continuamente le credenze tradizionali, insomma, per la sua capacità di saper guardare oltre le convinzioni del suo tempo per aprire la strada a una nuova visione dell’universo. A livello scientifico, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della scienza con i suoi molteplici contributi:

Metodo scientifico: Galileo sottolineò l’importanza di un approccio empirico e sperimentale nello studio della natura. Promosse l’uso di osservazioni e misurazioni precise, e diede importanza all’elaborazione di ipotesi verificabili attraverso l’esperimento. Il suo metodo scientifico influenzò profondamente il pensiero scientifico ed è l’approccio che tutt’oggi viene utilizzato nella scienza. Incoraggiò i ricercatori a mettere alla prova le loro ipotesi attraverso esperimenti ripetibili, in modo da verificare in modo oggettivo la validità delle loro idee. La sua enfasi sulla precisione e l’accuratezza delle misurazioni lo portò a sviluppare strumenti scientifici avanzati per il suo tempo, come il telescopio, con il quale riuscì a scoprire montagne, crateri lunari e fu persino in grado di scoprire che la Via Lattea era circondata da stelle.

Osservazioni astronomiche: Galileo fu uno dei primi ad utilizzare il telescopio per studiare il cielo. Con le sue osservazioni, riuscì a confutare l’idea geocentrica di Aristotele e Tolomeo, dimostrando che la Terra orbitava intorno al Sole. Galileo, oltre ad aver scoperto già nel 1610 le quattro lune più grandi di Giove (oggi chiamate lune galileiane) scovò e scoprì gli anelli di Saturno.

Leggi del moto: Galileo studiò il movimento dei corpi e formulò le leggi del moto, che rappresentano ancora oggi uno dei fondamenti della fisica. Le sue scoperte sulla caduta dei gravi e sul moto dei pendoli contribuirono a sviluppare il concetto di gravità e la teoria dell’inerzia. Tra il 1589 e il 1592, si dice che lo scienziato italiano Galileo (all’epoca professore di matematica all’Università di Pisa) abbia fatto cadere due sfere di massa diversa dalla Torre di Pisa per dimostrare che tutti gli oggetti cadono con la stessa accelerazione. Attraverso questo esperimento dimostrò che la sua previsione era vera, mentre allo stesso tempo smentiva la teoria della gravità di Aristotele, che afferma invece che gli oggetti cadono a velocità proporzionale alla loro massa

Rivoluzione copernicana conferma del sistema eliocentrico

Le scoperte astronomiche di Galileo supportarono le teorie di Nicolaus Copernico sull’eliocentrismo, secondo cui i pianeti ruotano intorno al Sole. Il suo sostegno pubblico a questa visione cosmologica, nonostante la resistenza della Chiesa cattolica, lo portò ad essere processato dall’Inquisizione.

Scrittura e divulgazione scientifica: Galileo scrisse diversi trattati scientifici, tra cui il famoso “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo“, in cui confrontava il modello geocentrico e il modello eliocentrico. Le sue opere furono importanti per la diffusione delle sue idee e per la divulgazione scientifica del tempo. Oltre ai suoi contributi scientifici, era un uomo poliedrico con una vasta gamma di interessi e competenze. Era appassionato di musica, scrisse poesie e lavorò anche come artista visivo.

Galileo e il suo amore e talento per la musica

Oltre alle sue epiche scoperte scientifiche Galileo aveva anche un lato artistico che gli conferiva un’aura di genialità poliedrica. Con un’infanzia come la sua, l’amore per le arti era praticamente garantito. Suo padre, Vincenzo, compositore di talento e teorico musicale, gli instillò il gusto per la bellezza e la propensione al libero pensiero. Lo scrittore scientifico David Whitehouse scrive in Renaissance Genius: Galileo Galilei & His Legacy to Modern Science che Galileo “crebbe in una famiglia piena di musica e, soprattutto, piena di domande e di mancanza di rispetto per l’autorità“. Da ragazzo, le diverse attitudini di Galilei avevano già cominciato a sbocciare. Il padre Vincenzo, anche maestro di liuteria, gli diede lezioni di musica a partire dall’età di otto anni; in breve, tempo, il figlio “divenne così abile con il liuto da superarlo“, come scrive John Joseph Fahie in Galileo, His Life and Work. Sembra che se la cavasse molto bene anche su un paio di altri strumenti, tra cui l’organo. Durante l’adolescenza e la prima età adulta, mentre studiava e approfondiva assorbiva tutta la fisica e la matematica contemporanee, il suo apprezzamento per la musica cresceva. Esplorò i legami tra i due mondi intellettuali e la sua crescente conoscenza fece progredire il lavoro del padre su problemi tecnici, come l’acustica. “Il connubio tra musica e scienza divenne un argomento di conversazione animata tra i due“, scrive il giornalista James Reston in Galileo: A Life. Dopo che l’Inquisizione lo costrinse a ritrattare le sue opinioni sull’eliocentrismo (la teoria, allora eretica, secondo cui la Terra ruota intorno al sole), egli trascorse gran parte del suo ultimo decennio agli arresti domiciliari, cieco e malato. In quei giorni bui, l’anziano scienziato trovò di nuovo conforto nel suo liuto che, come scrive il giornalista scientifico italiano Pietro Greco in Galileo Galilei, l’artista toscano, fu un “fedele compagno nei suoi ultimi anni“.

Galileo e i disegni della Luna

Se la fine della vita di Galileo portava l’impronta dell’arte, lo stesso valeva per il suo inizio. Effettivamente, Galilei possedeva notevoli abilità artistiche e utilizzò il disegno come uno strumento per annotare e illustrare le sue osservazioni astronomiche. Durante le sue osservazioni telescopiche, Galileo era solito prendere appunti dettagliati e realizzare disegni accurati di ciò che vedeva nel cielo. Uno dei suoi oggetti di studio principali era la Luna. Galileo disegnò dettagliate rappresentazioni delle fasi lunari, evidenziandone le variazioni della superficie. Questi disegni documentavano le sue scoperte, come le montagne, i crateri e la rugosità della superficie lunare, confutando così l’idea che la Luna fosse un corpo celeste impeccabile e senza imperfezioni. È probabile che abbia appreso queste abilità da giovane all’Accademia delle Arti del Disegno da lui frequentata e che le abbia poi applicate nelle illustrazioni di lune, macchie solari e altri fenomeni celesti di cui era testimone attraverso il suo telescopio. Come scrive lo storico dell’arte tedesco Horst Bredekamp in Galileo’s Thinking Hand, “la sua formazione artistica gli permise, per tutta la vita, di perseguire con competenza e sensibilità tutti i temi della visualizzazione e di creare arte lui stesso“. I disegni di Galileo sulla Luna furono pubblicati nella sua opera “Siderius Nuncius” (Il messaggero delle stelle), che presentava le sue osservazioni astronomiche rivoluzionarie. Questo libro ebbe un grande impatto sulla comunità scientifica dell’epoca: i suoi disegni erano accurati e dettagliati, testimonianza delle sue competenze artistiche e della sua capacità di visualizzare le scoperte scientifiche e questo affascinava il pubblico di intellettuali.  L’interesse e la competenza di Galileo nel disegno e nella visualizzazione furono fondamentali per comunicare e diffondere le sue scoperte scientifiche.

Quando la scienza che influenza l’arte e viceversa

L’arte influenzò sicuramente la scienza di Galileo, ma la scienza, a sua volta, influenzò l’arte. Le sue conoscenze, unite alla capacità di comprendere aspetti matematici come la prospettiva, hanno influenzato i pittori e gli artisti del periodo barocco fiorentino. La sua amicizia con il pittore e architetto Cigoli è un esempio di come Galileo abbia avuto un ruolo nella guida e nell’ispirazione di altri artisti. Cigoli stesso attribuiva a Galileo il merito di avergli dato consigli e incoraggiamenti che hanno contribuito alla sua carriera artistica. Galileo era considerato un critico d’arte molto ricercato e rispettato, e le sue opinioni erano tenute in grande considerazione dai luminari creativi dell’epoca. Il suo apporto alla prospettiva e ad altri aspetti matematici dell’arte era particolarmente apprezzato. Sebbene Galileo avesse considerato la carriera di pittore in giovane età, ha scelto di concentrarsi sulla scienza e ha lasciato che altri coltivassero le loro carriere artistiche. Tuttavia, la sua influenza nel campo dell’arte è stata significativa e ha contribuito alla fusione tra scienza e arte durante il Rinascimento e il periodo barocco. In questo modo, Galileo Galilei ha dimostrato che l’interazione tra scienza e arte può essere reciproca, influenzando e arricchendo entrambi i campi di indagine intellettuale.

Il primo vero divulgatore scientifico

I diversi filoni dell’intelletto di Galileo si intrecciarono talvolta in modo inaspettato. Una volta, poco più che ventenne, tenne una conferenza a un pubblico di letterati sulla struttura matematica dell’Inferno di Dante, abbinando una profonda conoscenza tecnica a un’intuizione raffinata dell’opera del più grande poeta del nostro Paese. La sua educazione estetica ha avuto un impatto sulla sua scrittura scientifica, consentendogli di comunicare in modo chiaro e persuasivo anche su concetti complessi e controversi. Tuttavia, Galileo brillò come critico e conoscitore. Da giovane, si è fatto portavoce dei dibattiti letterari del suo tempo, in particolare per quanto riguarda Torquato Tasso e Ludovico Ariosto, le superstar poetiche dell’epoca; era in grado di recitare ampi brani dalle loro opere, così come da Petrarca e Dante. E ancora una volta, l’educazione estetica di Galileo può essere rilevata nel suo discorso scientifico. Anni di lettura di questi poeti gli insegnarono a scrivere in modo chiaro e credibile anche sui concetti più estranei, come fece per difendere il modello eliocentrico dell’universo contro convinzioni profondamente radicate. Per tutta la vita, Galileo sfruttò al meglio tutte le sue doti. La combinazione delle sue doti di scienziato e artista ha reso Galileo un pensatore eccezionale. Era in grado di osservare l’universo con l’occhio acuto di uno scienziato, scoprendo i suoi segreti, e allo stesso tempo di comunicare queste scoperte in modo accessibile e convincente, come farebbe un artista.  Come dice Arnold  Heilbron, fisico e storico della scienza, “se mai uno scopritore è stato perfettamente preparato a fare e sfruttare la sua scoperta, è stato l’abile umanista Galileo che ha puntato il suo primo telescopio verso il cielo“.