Parliamo oggi di Coimbra, edito da Ghenos Games, un coloratissimo gioco di strategia ambientato nel Portogallo del 1500. Venite a conoscere con noi uno dei quattro giochi protagonisti della European Boardgame Championship.
Coimbra, l’antica capitale portoghese, si stende ai vostri piedi. In questa epoca di tumulto, di navigatori straordinari come Vasco de Gama o Magellano ma anche di crescente insicurezza tra i cittadini, c’è l’occasione ghiotta per la vostra casata per fare il balzo che la porterà a dominare su questo fazzoletto di terra che si affaccia sull’Oceano Atlantico.
Con vil denaro o con la garanzia di protezione, dovrete convincere i membri del consiglio, i mercanti, i chierici e gli studiosi della città a stare dalla vostra parte e sostenervi nella lotta al potere, finanziando contemporaneamente le spedizioni alla ricerca di nuove rotte commerciali.
Tutto questo è Coimbra, un gioco di Ghenos Games che sotto l’apparenza colorata e sgargiante nasconde un nocciolo duro di strategia.
Dadi, castelli e pellegrini
Coimbra è un gioco di draft di carte e piazzamento dadi, con elementi di collezione di set. All’inizio di ogni turno i giocatori lanceranno un pool di dadi comune che utilizzeranno, a seconda del risultato e del colore del dado, per acquistare delle carte da un mercato condiviso fra tutti i giocatori.
La plancia principale è divisa in quattro parti. A sinistra troviamo Coimbra, divisa in Castello, Città Alta, Città di Mezzo e Città Bassa; a fianco della plancia qui piazzeremo le carte da acquistare ogni turno. Al centro è rappresentato il Portogallo con tutti i suoi monasteri che la Pedina Pellegrino di ogni giocatore potrà visitare nel corso della partita per reclamarne i bonus. A destra troviamo i tracciati corrispondenti al Consiglio, ai Mercanti, ai Chierici ed agli Studiosi.
Man mano che i giocatori acquisiranno influenza su una di queste fazioni i corrispondenti segnalini avanzeranno su questi tracciati, indicando che rendita frutteranno alla fine di ogni turno.
Infine, nella parte inferiore della plancia sono presenti le Carte Viaggio, dei bonus di fine partita che ogni giocatore potrà decidere di attivare o meno spendendo risorse.
Le risorse, appunto, non sono altro che le Monete e le Guardie, che vanno a rappresentare il nostro potere economico e militare e che potranno essere spese nel corso del gioco per acquistare carte, attivare poteri od ottenere dei vantaggi. Sono segnate sulla plancia di ogni giocatore, insieme ad un riassunto di come funziona il turno.
E la struttura del turno ha necessità di essere ricordata, perchè nonostante le sei fasi di cui è composto siano singolarmente facili da ricordare, avendo solo 4 turni a disposizione è facile invertirle o sbagliarle Queste fasi sono:
- Tirare i dadi – il primo giocatore tira i dadi e forma la riserva comune.
- Pescare e posizionare i dadi – a turno ogni giocatore pesca e posiziona un dado in una delle quattro parti della città. Generalmente, più un dado ha un risultato alto, prima potrete acquistare le carte presenti nella parte di città occupata dal dado stesso. Attenzione: i dadi sono di diversi colori che influenzeranno che risorse riceverete a fine turno con la rendita
- Recuperare i dadi – nell’ordine determinato dalla posizione dei dadi i giocatori li recuperano uno alla volta. Se vogliono acquistare una delle carte presenti nella corrispondente parte di città, dovranno pagare tante Monete o Guardie quanto è il valore del dado utilizzato
- Nuovo ordine di gioco – a seconda del numero di icone Corona in possesso di ogni giocatore si determina il nuovo ordine di gioco
- Rendita dell’influenza – in ordine di gioco, i giocatori ricevono la rendita dell’influenza in base al colore dei dadi in loro possesso
- Investire in un viaggio – in ordine di gioco i giocatori possono investire in un viaggio sbloccando dei bonus di fine partita unici.
Dopo aver completato 4 turni, si procede alla conta dei punti dove si sommano i punti ottenuti dagli investimenti nei viaggi, quelli dati dall’avere la maggior influenza in uno dei quattro tracciati, quelli dati dalle carte e le risorse.
Chi avrà il maggior numero di punti sarà il vincitore ed il signore incontrastato di Coimbra.
Dadi & Dilemmi
Questa recensione mi è risultata a tratti parecchio difficile ed a breve capirete il perchè. Partiamo dal principio: Coimbra è un gioco dai materiali meravigliosi.
Le illustrazioni sono colorate e sgargianti, con uno stile tutto particolare che mi ha entusiasmato; i componenti sono ottimi ed in particolare l’inserto dovrebbe essere studiato da tutte le altre case editrici come esempio dell’inserto perfetto.
Tutto sta al suo posto e viene spiegata in maniera estremamente intuitiva dove e come vanno posizionati tutti i pezzi. Tuttavia, un gioco non è fatto solo dai materiali ma sopratutto dal regolamento e qui sono rimasto molto perplesso.
Il regolamento di Coimbra non è per nulla complicato. Anche se ci sono diverse fasi da seguire in un turno e l’ampia scelta di carte può portare a paralisi da analisi, il suo cuore è una meccanica di piazzamento dadi equilibrata e scorrevole.
Alcune delle scelte di meccaniche sono molto intriganti e mi hanno colpito in maniera particolare; ad esempio, l’assicurarsi un dado dal numero alto significa contemporaneamente che potremo scegliere per primi quali carte acquistare ma allo stesso tempo aumenterà il loro costo, bilanciando il vantaggio.
Il sistema di viaggio delle Pedine Pellegrini (che potranno percorrere più spazi sul tabellone dei monasteri in base a quanto è la nostra influenza sul clero) aggiunge un ulteriore elemento strategico basato sulla scelta del percorso da fare. Non riusciremo mai a visitare tutti i monasteri ed a prenderne quindi i bonus, pertanto è necessario fin da subito decidere come si evolverà la strategia nel corso della partita. Le vie per la vittoria sono molteplici ed è necessario dosare con attenzione la propria strategia per non perdere terreno sui propri avversari.
A fronte di tutti questi elementi molto positivi, però, la mia prima partita è stata un fiasco totale. Perchè?
Fiasco de Gama
Mi sono approcciato a questo gioco davvero con alte aspettative, vuoi perchè ero intrigato dalla grafica e dalle meccaniche, vuoi perchè sapevo che era stato selezionato per essere uno dei giochi protagonisti della European Boardgame Championship 2019.
L’ho intavolato con la mia dolce metà e…nulla. Stavo sbagliando qualcosa? avevo letto male il regolamento? il gioco sembrava non girare e ci ha lasciato l’amaro in bocca.
Ovviamente non potevo lasciare che una prima partita poco tonica andasse ad inficiare del tutto questo gioco, e quindi l’ho riprovato, stavolta con un gruppo più numeroso…e qui si è svelato l’arcano.
Coimbra nella mia opinione è un gioco valido se giocato al numero di giocatori massimo, ovvero 4. In quella modalità risplende, trasformando il draft di dadi in una lotta all’ultimo sangue con molte più variabili dove non ci sono scelte obbligate ma ogni strategia rimane aperta.
In due e tre giocatori, con meno dadi a disposizione è stata fatta la scelta di aggiungere dei “segnalini dado” che eliminano automaticamente alcune carte per sopperire al numero di giocatori inferiore. Questo sistema, però, rende il gioco molto più monotono e va ad oscurare le altre meccaniche. Un vero peccato, perchè se mi fossi fermato a quella prima partita avrei rischiato di giudicare molto più negativamente questo gioco rispetto a quanto meriti.
Non è un caso che sia stato selezionato per la European Boardgame Championship, dove è previsto che i giocatori si affrontino a gruppi di 4: la natura strategica di Coimbra in quella situazione può risplendere appieno. Altro difetto che ho riscontrato è la paralisi da analisi che può colpire quando bisogna valutare che carte acquistare.
Ogni carta ha poteri differenti e ne vengono svelate 12 ogni turno; è facile trovarsi bloccati nella scelta della carta ottimale da prendere per potenziare la propria strategia e silurare quella degli avversari, sopratutto con un massimo di 3 acquisti a turno.
In definitiva, Coimbra è un gioco che è molto più profondo di quanto possano far trasparire le sue apparenze.
Non lo consiglierei se non giocato in 4 giocatori: il numero massimo di partecipanti riesce in qualche maniera a trasformare un’esperienza molto sotto la media (come quella in 2 giocatori) in un’appassionante sfida punto su punto.
Un peccato che sia così, perchè unisce delle scelte di design molto interessanti con un comparto artistico e dei materiali che lo fa risaltare in mezzo a giochi simili molto più “grigi”. Se vi piacciono i giochi strategici ed avete tre amici da sfidare, insomma, è un acquisto di cui non vi pentirete.
- Materiali ottimi, un piacere giocarci
- Diversi elementi vengono randomizzati ad ogni partita, variando le strategie possibili
- In quattro giocatori è un gioco molto strategico ed appassionante...
- ...In tre e soprattutto in due giocatori però manca il segno
- La paralisi da analisi diventa importante quando c'è bisogno di scegliere che carte acquistare