Ed  eccoci alla seconda puntata del mio viaggio in Antartide per lavorare sull’esperimento BLAST-TNG. Puntata in ritardo rispetto all’aggiornamento settimanale che mi ero ripromesso di fare per diversi motivi che spiegherò di seguito.

Nella scorsa puntata eravamo rimasti al mio arrivo alla stazione americana di McMurdo, Durante la settimana passata sono successe una quantità di cose infinita, La prima parte della settimana è stata dedicata a visitare i dintorni di McMurdo e a frequentare una quantità di corsi (sicurezza, comportatamento e altro) mentre la seconda parte finalmente abbiamo avuto accesso alla base.

 

 

Preparazione al lavoro in Antartide

Prima di essere autorizzato a lavorare in Antartide si devono seguire una serie infinita di corsi.

Prima di essere autorizzato a lavorare in Antartide si devono seguire una serie infinita di corsi. Ovviamente ci sono corsi sulla sicurezza (una delle cose che si sente più qui è: it’s a harsh continent, è un continente duro) sia su come comportarsi a lavoro che in città.

Inoltre per noi che abbiamo un laboratorio in città ed uno fuori sono due i corsi di sicurezza sul lavoro, evviva! Ovviamente non può mancare il corso sull’harassment che è uguale agli altri 200 corsi che si fanno in USA, ma in questo modo il datore di lavoro è protetto dal punto di vista legale (dal punto di vista legale in Antartide io risulto come dipendente CSBF-NASA).

Infine, ci sono una serie di corsi su come il continente viene mantenuto allo stato più incontaminato possibile. Le regole da seguire sono descritte nell’Antarctic Treatyratificato da tutte le nazioni che vogliono fare ricerca in Antartide.

Ad esempio tutti i rifiuti prodotti in Antartide devono essere spediti fuori dal continente. Per ridurre l’impatto ambientale si richiede di ridurre al minimo il consumo di energia visto che l’elettricità viene prodotta principalmente con il gasolio.

L’acqua viene prodotta desalinizzando l’acqua dell’oceano (McMurdo tecnicamente è sull’isola di Ross). Per risparmiare acqua e quindi energia si richiede di non fare più di 4 docce a settimana (ovviamente niente bidet).

 

L’Antartic Treaty è molto chiaro riguardo l’interazione possibile tra l’uomo e la fauna locale. La regola può essere riassunta così: se sei vicino ad un animale e ne influenzi il comportamento sei troppo vicino e ti devi allontanare. Il caso del documentario della BBC di David Attenborough (sempre sia lodato) dimostra come molte persone che lavorano in Antartide non conoscano le regole. Lasciando da parte la deontologia professionale del documentarista, ad eccezione di alcuni scienziati nessuno è autorizzato a toccare animali anche se sono in pericolo di vita.

 

 

Vita a McMurdo

Finiti i corsi abbiamo cercato insistentemente di lavorare, ma ritardi nella preparazione della base fuori città hanno fatto si che godessimo delle attrattive che vengono offerte qui in zona.

Contrariamente a quello che si può pensare, la comunità di McMurdo è molto attiva. La prima opportunità che viene offerta è quella di esplorare la natura nei dintorni.

Uno dei sentieri principali nella zona è quello di Observation Hill, dove si può osservare la base americana di McMurdo e quella neozelandese Scott.

In cima vi è la croce dedicata all’esploratore Scott morto in Antartide durante il ritorno dopo il viaggio alla conquista del Polo Sud (spoiler: oltre a morire è stato anche il secondo ad arrivare dopo Amundsen).

 

Me in cima ad Observation Hill vicino alla croce dedicata a Scott.

 

Alla base della collina, c’è la possibilità di scendere in una camera di osservazione sottomarina a circa 4/5 m sotto il livello della costa (i primi 2 sono di ghiaccio ed il resto è oceano).

Vicino alla base neozelandese, ci sono le Pressure Ridges che vengono formate dall’incontro del ghiaccio che galleggia sopra l’oceano e il ghiaccio che scende dai ghiacciai sul continente.

Quando collidono la pressione genera sculture di ghiaccio spettacolari. Queste zone sono anche uno dei luoghi dove le foche si riuniscono.

 

Pressure Ridge. Sullo sfondo a sinistra si può notare una foca.

 

McMurdo però non è solo uno comunità dedicata ad esplorare la natura, ma ci sono anche i classici divertimenti che ti aspetti da una città del mondo occidentale.

 

Sabato sera a McMurdo

 

Ci sono due pub, uno dei quali si trasforma in discoteca il sabato sera. Servono birra a 3$, decisamente meno che a Philadelphia dove si paga almeno 5$ per le lattine/bottiglie (qui non esiste la spina). Negli stessi pub poi ci sono quiz, concorsi musicali e quanto altro ci si può aspettare da un pub.

 

C’è anche uno store per chi vuole comprare alcolici per berli in camera (o portarli nel pub) ma la quantità che si può acquistare è limitata, o 30 bottiglie di birra o 4 di vino o 1 di superalcolici a settimana. Vi sono anche alcune birre che sono razionate in misura maggiore. In questo caso, non si può comprare più di 12 bottiglie a settimana. Gli alcolici in genere arrivano il lunedì e la coda è parecchio lunga.

Non sempre comprare birra per portarla in camera vuol dire isolarsi. Alcune volte ci si vuole godere un bel film in VHS.

Il cibo viene fornito in una mensa comune gratuitamente, che devo dire è discreta soprattutto considerando dove siamo.

La cosa migliore è che si cerca di variare parecchio durante il corso della settimana. In particolare la sera aprono dei ‘bar’ che cucinano hamburger o burritos su richiesta, aggiungendo quello che si vuole (se è disponibile ovviamente).

Ogni giorno c’è un banco che cucina uova con vari condimenti a piacimento. La domenica infine per recuperare dai postumi del sabato sera viene servito un brunch che è veramente buono.

Per tenersi in forma sono presenti anche tre palestre e diversi corsi sportivi.

 

Lavagna con i vari toppings possibili per gli hamburgers.

 

 

LDB (Long Duration Balloon Facility)

Finalmente martedì 20 abbiamo avuto accesso a LDB, la nostra base dove assembliamo il telescopio e lavoreremo per il prossimo mese almeno. La base di LDB è ancora in preparazione però ci hanno concesso l’accesso straordinario.

La base è situata sulla McMurdo Ice Shelf, che è la parte di ghiacciaio che galleggia sul mare. Il fatto che la base sia su un ghiacciaio fa si che si muova di anno in anno.

Per far in modo che si torni allo stesso posto (o nelle vicinanze) la base è costruita su sci così che viene spostata di anno in anno.

Come si vede bene gli sci sono piuttosto evidenti in basso.

 

Come riferimento, l’edificio ha un soffitto di circa 9m di altezza ed il nostro telescopio completo è alto circa 8.5m. Poiché la base è situata fuori città ci sono tutti gli elementi che la rendano autonoma per qualche giorno in caso di maltempo (è successo che vi fossero tempeste e non fosse possibile lasciare la base per tornare in città).

La prima cosa che abbiamo fatto appena arrivati è stata spacchettare i nostri 3 container e iniziare l’ispezione del nostro criostato (altro non è che la nostra camera che osserva il cielo nel sub-millimetrico, prometto ne parlerò che è molto fico).

Layla (nome del nostro criostato dalla canzone di Eric Clapton) è in buono stato fortunatamente e non ha subito particolari danni dopo il lungo viaggio dal Texas all’Antartide, ad eccezione di qualche graffio.

 

Layla vede la luce dopo 4 mesi. Le persone in foto sono tecnici CSBF-NASA. Noi non siamo autorizzati ad usare carroponti per componenti critici come il criostato.

 

Il secondo componente che abbiamo ispezionato è lo specchio primario del nostro telescopio Cassegrain. Lo specchio è 2.5m di diametro ed è principalmente costituito di fibra di carbonio con uno strato superiore di 50 nanometri di alluminio che viene evaporato sopra. Tra lo strato di alluminio e la fibra di carbonio vi è un collante dato che l’alluminio non si lega direttamente alla fibra di carbonio.

Ecco, le cose sono iniziate a precipitare in picchiata durante questa fase.

La prima cosa che abbiamo subito notato è che 2 delle 3 shock-tags (gli adesivi che vengono messi sulle scatole fragili per capire se queste subiscano determinate accelerazioni) erano rosse, quindi no buono. Una delle due era da 25g e l’altra da 50g, non robetta.

 

Quello che non vorresti mai vedere su un oggetto delicato. Letteralmente distrutta.

 

A questo punto ci siamo tutti impanicati letteralmente (sorry Douglas Adams). Abbiamo aperto la scatola e abbiamo tirato un sospiro di sollievo momentaneo. Lo specchio era intatto e non vi erano pezzi distribuiti causualmente, per fortuna vi era parecchia gomma a protezione. Per sicurezza abbiamo aperto la busta che conteneva lo specchio per controllare se vi fossero graffi non visibili esternamente.

 

 

Qui è arrivata la mazzata

Lo specchio era molto bagnato e si era formato diverso ghiaccio in alcune zone. In sé per sé non sarebbe un problema se lo specchio fosse un corpo unico di alluminio.

La scelta di non avere un blocco unico di alluminio è dovuta a problemi di peso e contrazioni termiche che lo specchio subisce in volo.

 

Il problema è che lo strato che lega la fibra di carbonio all’alluminio si dissolve se a contatto con l’acqua e corrode lo strato d’alluminio superiore. Sapevamo di questa possibile reazione per cui avevamo esplicitamente chiesto che fosse tenuto in posto chiuso ed asciutto (più aggiunto adesivi ovunque).

A quanto pare sembra che sia stato tenuto 4 settimane all’aperto in Nuova Zelanda (con almeno 1 settimana di pioggia) e 2 in Antartide. E no il danno non è coperto dalla garanzia Amazon, quindi niente reso in 2 giorni.

 

Come non dovrebbe apparire uno specchio di un telescopio. Le macchie sono piuottosto visibili, specialmente al centro dello specchio (le righe invece sono dovute al processo di fabbricazione).

 

Come potete immaginare quando un componente che occupa più del 50% del budget di un esperimento multimilionario viene rovinato, la NASA apre un’investigazione (che è ancora in corso). Internamente abbiamo già dimostrato che la sola umidità del Texas, nel giorno peggiore dell’anno, non può giustificare questo danno.

Per il momento si va avanti e si cerca di pensare a come mitigare il problema e a quanto questo possa influenzare la sensibilità dello strumento (io al momento mi occupo di quest’ultimo studio). Lunedì prossimo dovremmo iniziare a raffreddare Layla, e spero di avere notizie più positive settimana prossima.

Ho cercato di descrivere anche altro oltre alla vita lavorativa in Antartide, fatemi sapere nei commenti se pensate che sia una buona idea o preferite che racconti solo dell’esperimento.

 

P.S. La banda disponibile è diminuita (ci sono più persone alla base), per cui ho dovuto comprimere di più le immagini. Alla fine dell’esperienza creerò un album con le foto in dimensioni originali, promesso.

 

 

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