Inutile girarci troppo intorno, quello di Stranger Things è un fenomeno molto simile a un virus che ha colpito la maggior parte degli spettatori mondiali. E oltre ai simpaticissimi e imprevedibili Will, Mike, Dustin, Lucas ed Eleven, ci sono anche loro, gli “adolescenti”, quelli che devono prendere in mano la situazione e coprire le spalle ai più piccoli. A Lucca Comics & Games ho fatto quattro chiacchiere con gli interpreti di Steve, Nancy, Jonathan e della new entry Eight!
Stranger Things è la serie dei fratelli Duffer che, arrivata alla sua seconda stagione, ha avuto la forza di appassionare differenti generazioni di spettatori su Netflix. Ha cavalcato la nostalgia degli anni ottanta riuscendo però a “sfruttare” la cultura, la musica, il fumetto e soprattutto il cinema di quel periodo per poter creare una serie originale che sapesse parlare al cuore di un target esteso.
Oltre ai più giovani protagonisti, ovvero Eleven, Mike, Will, Lucas e Dustin, ci sono i ragazzi più grandi, quei fratelli e sorelle maggiori che non solo devono affrontare l’adolescenza, ma devono riuscire a coprire anche le spalle alle “terribili pesti” di queste due stagioni.
Joe Keery, Charlie Heaton, Natalia Dyer e Linnea Berthelsen sono rispettivamente Steve, Jonathan, Nancy ed Eight nelle prime due stagioni di Stranger Things e sono stati portati da Netflix a Lucca Comics&Games 2017 per incontrare i giornalisti e i fan.
Dopo la conferenza stampa ho incontrato in privato i ragazzi per poter curiosare di più nel mondo di Stranger Things e soprattutto delle loro vite totalmente capovolte dall’incredibile successo della serie di Matt e Ross Duffer.
J.K.: [ride] Tutti adorano questa domanda! Ok, ci sono tanti tipi di mazza all’interno della serie. C’è quella di resina, di gomma, di legno, tanti tipi, e quindi non ne ho mai avuto solo una. Per questo non c’è mai stata occasione di darle un nome.
C.H.: Dovresti darle un nome adesso!
J.K.: Dici!? Mh, ci penserò!
J.K.: No, per niente!
N.D.: È stata una bella esperienza! Io penso che lo sia stato per tutti. A tutti, per esempio, è piaciuta subito la sceneggiatura. Ma non sai mai come può essere presa, interpretata dal pubblico, ma siamo stati subito motivati dal progetto.
J.K.: Abbiamo subito sperato in una seconda stagione.
C.H.: Assolutamente, è stata una grandissima esperienza!
N.D.: Poi loro sono veramente divertenti!
C.H.: Si, fin dall’inizio sono stati divertenti, ma anche molto calmi, creando un bellissimo ambiente. E poi fanno tutto: scrivono, dirigono, hanno tutto nelle loro teste.
J.K.: E sono anche molto determinati.
C.H.: Sì e sai qual è la parte migliore? Hanno così tanto nelle loro mani… Ed è bellissimo!
J.K.: Penso che si debba sottolineare il fatto che si tratta di un piccolo team creativo: Matt e Ross, Shawn Levy e questo è tutto. Inoltre penso che quando uno show è saturato all’origine può perdere un po’ della sua direzione, non è più focalizzato; invece, in questo caso si tratta di poche persone ma che sanno esattamente quello che vogliono raccontare attraverso tanti spunti.
N.D.: È come girare un film lungo, ma con diversi registi e tanti episodi… ed è stato davvero un regalo per noi!
L.B.: A dirla tutta io ho lavorato con tre registi diversi.
J.K.: Veramente?
L.B.: Si, perché oltre che con Matt e Ross, ho lavorato anche a stretto contatto con Shawn e Rebecca Thomas.
J.K.: Tecnicamente con quattro!
L.B.: Si, in effetti si! Comunque ho adorato questo show perché la storia è così particolare e tutti loro sanno esattamente cosa stanno facendo. C’è davvero tanto di cui parlare e io mi sono sentita molto coinvolta, subito a mio agio anche se recitavo dall’altra parte del set, ma era come se fossi in famiglia. L’ho amato, davvero!
J.K.: Si, un sacco di roba che poi cambiava in base ai nostri personaggi. Per esempio nel mio caso All American Boys (Breaking Away) di Peter Yates e di studiare un po’ il personaggio di Danny Quaid.
N.D.: A me consigliarono Nightmare on Elm Street!
J.K.: [ride] Oh, “grazie”… Ma non credo di essere “così” vecchio!
J.K.: Bruce Springsteen, Born in the USA! Ritorno al futuro, assolutamente! I ragazzi della 56ª strada (The Outsiders) di Coppola e Tom Cruise!
J.K.: [ride] Si, è vero! Ma anche nella prima ero molto simile al Risky Business di Tom Cruise!
C.H.: Io sono nato nel 1994, l’unica cosa che so degli anni 80 è che hanno influenzato tantissimo la nostra cultura attuale. Ora come ora, però, a questa domanda ti direi comunque Stranger Things! [ride]
L.B.: È un po’ la stessa cosa che ha detto Charlie. Io ho guardato moltissimo il loro lavoro, quindi per me gli anni ’80 sono proprio questo show. Mi viene da pensare a loro! Probabilmente se mi avessi fatto questa domanda prima di Stranger Things ti avrei risposto: vestiti con spalline imbottite!
J.K.: Comunque gli anni ’80 sono stati assolutamente il periodo migliore che abbiamo avuto per il cinema, la musica… L’arte!
J.K.: Penso che cominci tutto con Nothing Hill di Roger Michell. La colonna sonora di quel film riprende moltissimi brani degli anni ’80. Le atmosfere del film sono diventate intramontabili e credo che da quel momento, lentamente, gli anni ottanta hanno ripreso piede. Io ricordo che quando ero al college, c’era una specie di revival degli anni 60/70, tutti erano appassionati di musica pop ‘mainstream’, e qualche brano ha avuto successo. Adesso tutti sembrano appassionati degli anni 80. È una storia che si ripete!
C.H.: Si, anche il modo di vestire è tornato di moda.
J.K.: Esatto, è vero: moda, musica, cinema… A breve torneranno di moda anche gli anni novanta e vedremo la gente vestirsi come Britney Spears. [finge di rabbrividire scatenando le risate di tutti]
TUTTI: TOTALMENTE!
J.K.: Si, questa esperienza mi ha cambiato al cento per cento. Il giorno prima cammini per strada e nessuno sa chi sei. Il giorno dopo sei circondato e ti rendi conto di quanta gente segue Netflix. È folle, totalmente, ma è bello che qualcuno apprezza quello che fai.
C.H.: Io continuo a non capirlo del tutto. È ancora tutto in evoluzione e quando qualcuno ti ferma inizialmente non capisci nemmeno perché.
N.D.: Si, è folle, è una serie di cose che ti sembrano troppo e che ancora non abbiamo del tutto metabolizzato!
J.K.: Oh, un bambino preferito? Mh, no, non posso scegliere. Ti direi Gaten (Dustin) ma sono tutti meravigliosi. Sono come dei fratelli e delle sorelle, davvero.
N.D.: Per me è Finn (Mike). Lui è così divertente, ha così tanto talento. È incredibile!
C.H.: Io forse sceglierei Noah (Will)
N.D.: Si, Noah è fantastico!
C.H.: Si, è vero ma non posso dire di preferirne uno…
N.D.: Tutti sono meravigliosi, tutti sono così diversi, ognuno con una sua propria energia, ognuno porta qualcosa di personale alla parte che recitano. Hanno una loro individualità ma insieme lavorano benissimo.
La prima e la seconda stagione di Stranger Things sono disponibili su Netflix.