Ospite di Alice nella Città, sezione dedicata ai ragazzi della Festa del Cinema di Roma, Orlando Bloom ha presentato Romans, film in cui interpreta un uomo abusato da bambino.
Nato a Canterbury il 13 gennaio 1977, nell’immaginario di ogni appassionato di cinema Orlando Bloom è il volto dell’elfo Legolas de Il Signore degli Anelli, e del fabbro, scusate pirata, Will Turner della saga di Pirati dei Caraibi.
Orlando Bloom ha voluto fortemente essere a Roma per presentare Romans.
L’attore ospite della sezione di Alice nella Città, sezione della Festa del Cinema di Roma dedicata ai ragazzi, ha presentato Romans. Scritto da Geoff Thompson il film è ispirato alla storia personale dello sceneggiatore, il quale da ragazzo è stato vittima di abusi.
Malky (Orlando Bloom) è un operaio che da piccolo è stato abusato sessualmente dal prete della città. L’uomo è incapace di relazionarsi e di fidarsi del prossimo, tanto che spesso si abbandona ad atti inconsulti di violenza. Quando in città torna il prete che lo ha violentato, Malky dovrà affrontare il suo terribile passato per poter così andare avanti con la sua vita.
L’attore, che ha fortemente voluto essere a Roma nonostante i fitti impegni, ha incontrato la stampa, parlando degli argomenti delicati trattati dal film e rivelando come da anni sia impegnato a lavorare con l’Unicef.
Sono stato molto colpito dalla sceneggiatura. Per un attore sa subito dalla prima pagina se il film è nelle sue corde. Almeno per me ha funzionato così. Jeff Thompson ha scritto una grande sceneggiatura, parlando con lui ho scoperto che nasce dalla sua esperienza personale di abuso personale. La cosa mi ha colpito. Parlandoci ho capito che avrei potuto affrontare tale sfida.
Sicuramente è stata una sfida, non è un ruolo facile. Intraprendere questo viaggio immaginando il tormento interiore e dolore che ha affrontato è stata una sfida. Ho seentito la responsabilità di rendere giustizia al personaggio e alla storia.
Negli ultimi dieci anni della mia vita ho lavorato con l’Unicef ed è stata un’esperienza incredibile. Credo che l’educazione sia un diritto di tutti. È un modo per conoscere il mondo ed imparare a distinguere le ingiustizie. Ci aiuta a capire l’impatto che un abuso come questo può avere su chi lo subisce. Con un bambino è difficile parlare di questi temi. Mio figlio ha 6 anni e tra noi c’è comunicazione, cerchiamo di parlare di tutto ciò che sperimenta. Con la parola e il contatto può diventare consapevole ed essere pronto a cogliere eventuali segnali. La responsabilità dei genitori è di essere vigile. È una questione difficile, spero che questo film possa in qualche modo far vedere le conseguenze sulla salute di questi abusi. È un tema che va affrontato con serietà.
Vorrei aggiungere la parola compassione, parola che mi ha accompagnato nella lavorazione del film. Sceneggiatore mi ha spiegato che spesso le persone che commettono abusi sono state vittime di abusi a loro volta. È un’esperienza scioccante e terribile, un cerchio che si ripete e cercare di capire è molto importante.
Se vediamo le statistiche una donna su due e un uomo su cinque hanno subito una forma di abuso sessuale. Io sono andato a scuola in un collegio inglese ma non ho avuto esperienze dirette in tal senso, neanche un amico intimo. Mi ha colpito molto il coraggio dello sceneggiatore che si è aperto e in modo sincero ha raccontato la sua verità e la sua esperienza. Credo e spero che Romans possa dare agli uomini la sensazione che esiste un porto sicuro. Che non sono soli nella loro esperienza.
Per quanto riguarda la seconda domanda parliamo di abuso di potere di una persona su un altra. È una cosa terribile. Credo la società sia pronta a non accettare più tali comportamenti e credo che la nuova generazione sta facendo finalmente sentire la sua voce.
È interessante come l’uscita del film avvenga adesso, anche se ovviamente è stato girato precedentemente. I temi trattati sono molto delicati, ad Hollywood io sono arrivato a circa vent’anni ma non ho mai visto situazioni così. È anche vero che ho viaggiato molto. È un momento di grandi rivelazioni, dove le persone vengono esposte e la società reagisce.
rispondo sempre ai personaggi che offrono idee e opportunità. Il pubblico ha grande interessente oggi per la tv e il mondo raccontato dalla serie è molto interessante. Il personaggio che interpreto mi ha permesso di affrontare una nuova sfida.
Imparo in continuazione. I bambini sono delle spugne di formazione, amore, per quello che ti danno. Imparo da loro molto più di quanto potrei mai insegnare. Vuol dire restare giovani, vulnerabili e allo stesso tempo coraggiosi. È questo che ti insegnano.
Non sono cristiano e non mi sento di essere nella posizione di esprimere una posizione a proposito.
Sono molto felice di essere a Roma e di partecipare al Festival, a cui partecipo per la prima volta. Mi fa piacere di essere stato scelto e di partecipare a questa sezione, i giovani sono il futuro di domani.
Credo l’educazione sia fondamentale. Io sono stato fortunato da questo punto di vista. Ci sono molte buone scuole, la formazione è un elemento chiave per ogni individuo. Credo che si possa imparare moltissimo dalla scuole, ma anche dalla propria responsabilità, dalle esperienze personali e da come ci si pone nei confronti della vita.
Il perdono, senza dubbio. Geoff Thompson mi ha detto che solo dopo essere riuscito a perdonare la persona che lo aveva abusato è riuscito a vivere a pieno la sua vita. Solo allora è riuscito a trovare la serenità e a scrivere questa bellissima sceneggiatura, con cui è riuscito a dare un porto sicuro a tutti coloro che hanno subito abusi.