Fondata nel 2009 da Caterina Marietti e Michele Foschini, Bao Publishing è diventata una delle più importanti realtà editoriali in Italia. Nell’ambito di The Game Fortress 2017 proprio Marietti e Foschini hanno raccontato le origini e le dinamiche alle spalle di questa casa editrice.

Bao Publishing, con più di 7 milioni di euro di fatturato tra librerie, fumetterie e fiere, è tra le più grandi realtà editoriali italiane legate al mondo del fumetto.

Da Alan Moore a Jeff Smith, passando per Terry Moore e Brian K. Vaughan, arrivando agli italiani Zerocalcare, Roberto Recchioni, Lorenzo Bartoli e Alessandro Bilotta, Bao Publishing ha il merito di aver portato il fumetto in libreria, rispondendo alla crisi della poca comunicazione tra editore e fumetteria e, soprattutto, alla progressiva chiusura delle edicole che abbiamo visto negli ultimi anni.

Bao in questo modo ha creato una realtà differente e nuova, oggi presa come punto di ispirazioni e riferimento dalle più recenti case editrici arrivate sul mercato.

In soli dieci anni Caterina Marietti e Michele Foschini hanno creato un impero amato in Italia e conosciuto in tutto il mondo, distinguendosi per l’originalità delle loro edizioni, sempre molto ben rifinite e impreziosite con materiali pregiati e di qualità.

Bao Publishing
Bao Publishing lavora non solo sul grande autore, ma sa valorizzare anche i giovani talenti lavorando sulla nicchia.

E non solo: nell’ottica dell’edizione di lusso, Bao Publishing ha ripubblicato, a cadenza trimestrale, la serie a colori di Orfani, ideata da Roberto Recchioni originariamente pubblicato nel classico formato Bonelli, 16 x 21 cm, brossura e in bianco e nero.

A questo proposito Michele Foschini, fondatore della Bao Publishing assieme a Caterina Marietti, presente al The Game Fortress 2017, ha affermato:

L’avvicinamento alla Bonelli è sicuramente merito di Roberto Recchioni attraverso il numero unico di Dylan Dog Mater Morbi.

Mater Morbi, infatti, è stato il primo numero realizzato in edizione lusso da parte di Sergio Bonelli con l’appoggio di Bao Publishing.

Successivamente Roberto ha iniziato a farci delle proposte, facendo in un primo momento da tramite e abbiamo preso altri titoli come ad esempio Orfani.

Bonelli ha quindi compreso la potenzialità della libreria che non solo permette una circolazione maggiore di un titolo, in un forte momento di crisi delle edicole, ma anche di farlo conoscere, sfogliare e, successivamente, fidelizzare, avendo anche la certezza del reso.

 

Sicuramente, come dice lo stesso Foschini, se Bonelli ha il pregio di saper fare i fumetti, Bao Publishing ha il pregio di saper fare i libri.

 

E tra i grandi autori italiani di Bao sicuramente spicca quello di Michele Reich, in arte Zerocalcare, il cui successo editoriale è coinciso con quello della casa editrice stessa.

Foschini a questo proposito afferma che

La profezia dell’armadillo è stata la nostra classica crepa nella diga come nei film catastrofici. L’abbiamo vista ingrandirsi sempre di più, fino a travolgerci completamente.

In questo senso si può analizzare anche la carriera dello stesso Zerocalcare e il processo creativo delle sue storie, partendo da una storia “più semplice” come La profezia dell’armadillo, arrivando a un’importante maturazione come quella recente di Kobane Calling.

Ma, in questo successo, quanto sono importanti i consigli di una casa editrice?

Foschini in questo risponde:

Michele ha sempre avuto le idee molto chiare. Sicuramente noi abbiamo inquadrato quanto il mondo librario avesse bisogno di vedere che il suo successo non era un semplice episodio fortunato ma un qualcosa in costante crescita.

Siamo stati noi a suggerirgli di portare avanti il blog, con cadenza settimanale, creando un vero rapporto con i lettori. Possiamo definire la nostra come una piccola incursione nel suo mondo di idee.

Kobane Calling è arrivato in un momento molto importante: nel pieno del successo di Dimentica il mio nome Michele mi ha detto che stava partendo per Kobane. Per tentare di dissuaderlo gli ho anche detto che sarei andato con lui. Ho pensato “magari pur di non avermi in mezzo ai piedi cambia idea”, così non è stato. Il suo ritorno, però, è stato molto differente da come me lo sarei aspettato. Michele è uno che deve avere il pieno controllo della situazione.

Se ti dice “tra dieci giorni ti mando 50 pagine di un libro”, poi dopo dieci giorni ti manda il libro intero.

Ma per Kobane è stato differente. Per una storia così importante, nel sentirsi in difficoltà sul quanto spingersi nei confronti della libertà creativa, sentendosi davvero in debito con il suo lettore, aveva bisogno di consigli.

Aveva bisogno di capire, di confrontarsi con noi e capire fin dove poteva spingersi, perché per la prima volta si stava misurando con una realtà molto più grande di lui.

 

Bao Publishing

 

Zerocalcare è sicuramente una realtà che riguarda un pubblico più maturo, ma la particolarità di Bao Publishing è anche quella di rivolgersi a un pubblico molto più giovane, creando una linea di dialogo tra famiglie e libreria, ma anche spianando la strada alle nuove generazioni verso il fumetto.

Su questo argomento interviene Caterina Marietti:

Abbiamo varie linee. Quella dedicate totalmente ai bambini, BaBao, la stiamo rilanciando molto adesso, soprattutto in considerazione di quella che è la nostra generazione che inizia ora a mettere su famiglia.

Il lavoro che facciamo su BaBao è molto simile a quello che facciamo sulla linea per i più grandi, lavorando però di più con gli italiani per dare anche la possibilità di incontro tra i piccoli lettori e gli autori. L’obiettivo è quello di creare un bel momento di condivisione tra grandi e piccini.

 

Bao Publishing

 

Continua Foschini, affermando:

Quando facciamo un fumetto il nostro più grande problema è capire se sia comprensibile per il pubblico. Non censuriamo mai un lavoro, ma cerchiamo di renderlo accessibile a tutti, rispettando le idee dell’autore.

È molto più interessante creare una conversazione con gli autori. L’investimento è maggiore, ma abbiamo la sicurezza di far promuovere quel titolo direttamente all’autore, non fermandosi semplicemente ad un firma copie che, vi assicuro, a volte non paga nemmeno il costo della trasferta, ma facendo proprio della comunicazione che non arriva unicamente ai lettori, ma fa comprendere alle librerie che questa nuova concezione del fumetto le arricchisce fortemente.

Come vengono scelte le opere che andranno a far parte del catalogo di Bao?

Una delle domande sorta durante la piacevole conversazione nella cornice di The Game Fortress, è come vengono scelte le opere che andranno a far parte del catalogo di Bao, soprattutto per quanto riguarda gli emergenti.

La procedura di Bao, sotto questo punto di vista, è molto precisa. Ci sono delle regole, o meglio delle linee guida, che vengono date agli aspiranti autori quando decidono di presentare un progetto. Molto semplici e efficaci, sia per rendere facile il lavoro degli editori ma, sopratutto, per dare una maggiore certezza che quel lavoro inviato venga davvero letto.

Certo, in questo caso è lecito dire che “ tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Caterina su questo punto dice:

Di solito quelli che le rispettano e scrivono in italiano corretto sono dei bei progetti, ma su trenta che ce ne arrivano in una settimana, generalmente se ne salvano un paio.

A volte ti mandano disegni sgangherati su fogli a quadretti, avendo la pretesa di essere compresi e scrivendo pagine e pagine di spiegazioni infinite…

Un po’ sarcasticamente continua Foschini:

Dilettanti che non sanno e non vogliono accettare di esserlo.

 

Bao Publishing

 

 

Nell’ambito delle fiere invece il discorso è diverso con le self area, dove molti artisti presentano i loro progetti autopubblicati.

A noi non piace andare per le self area, come se fosse un mercato, e scegliere cosa ci piace o no. Piuttosto preferiamo annotarci il nome di un autore, vedere il suo sviluppo e aspettare che sia lui a venire da noi. In questo modo possiamo capire cosa poter fare e usare la nostra percezione per filtrare la potenzialità di un autore.

Dove vengono venduti di più i vostri prodotti in Italia, tra librerie, fumetterie e fiere del fumetto?

Tirando un po’ le somme di questo incontro sorge spontanea la domanda in merito a una realtà così variegata come quella di Bao Publishing: dove vengono venduti di più i vostri prodotti in Italia, tra librerie, fumetterie e fiere del fumetto?

C. M.: Il nostro catalogo è fondamentalmente diviso in due, serie americane per la fumetteria tranne alcune eccezioni e poi la linea di graphic novel che ha la sua maggior vitalità in libreria.

M.F.: In fumetteria devi sapere già cosa vuoi, mentre in libreria hai la possibilità di toccare con mano e iniziare a conoscere l’autore e il titolo.

Le fiere, invece, sono un’esperienza importante per l’incontro. È un modo per fidelizzare il lettore, non solo per il lettore ma anche per noi, creando un vero e proprio rapporto viscerale.

Facciamo 5.500.000 di euro in libreria, 1.500.000 in fumetteria e 200.000 in fiera.

La fiera, inoltre, è importante per i premi. Noi lavoriamo molto sui premi, ma non perché servono a vendere qualcosa, ma perché fanno notizia.

E vogliamo qualcosa che faccia notizia, qualcosa di importante con il quale fare comunicazione. E questo avviene soprattutto con Lucca, sicuramente il più grande evento culturale nel mondo occidentale ma che, oltreoceano, non ha ancora purtroppo la giusta importanza.