Tra boschi, cascine abbandonate e laghi, è ambientato Sicilian Ghost Story di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, film d’apertura alla 56. Semaine del la Critique al 70. Festival del Cinema di Cannes.

Ad aprire la 56. Semaine de la Critique, sezione parallela al Festival Del Cinema di Cannes, spetta agli italiani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza con l’emozionante Sicilian Ghost Story.

Già protagonisti della Semaine quattro anni fa con il film Salvo, Grassadonia e Piazza fanno emozionare la platea francese, fino ad arrivare al pianto e alla commozione.

Dalla fotografia onirica e delicatezza innocente, Sicilian Ghost Story non è assolutamente il film che vi aspettate di vedere. Una pellicola dentro la quale trasuda la profonda sofferenza di un Paese che ancora oggi deve combattere contro un feroce cancro che non ha intenzione di scomparire: la mafia.

 

Si, perché Sicilian Ghost Story è una storia di mafia, ma non la solita storia di mafia

Si, perché Sicilian Ghost Story è una storia di mafia, ma non la solita storia di mafia. La genialità, nonché immensa sensibilità dei due registi, sta nel dare allo spettatore la visione di un mondo marcio dagli occhi di due adolescenti. Un mondo fatto di laghi incantati, paesaggi bucolici ma anche di boschi dove a nascondersi ci sono degli orchi terrificanti.

 

 

Sicilian Ghost Story

 

 

Una favola moderna dove protagonisti sono due ragazzini in bilico tra sogno e realtà che no, non ce la fanno a non sognare ma non ce la fanno nemmeno a restare con le mani in mano senza agire. In un mondo di adulti macchiato dall’ipocrisia e omertà, la voce di Luna (Julia Jediklowska) e Giuseppe (Gaetano Fernandez), anche nei silenzi più fitti si fa ponderosa, forte e violenta. È un urlo che squarcia la notte, che si disperde tra foreste incantate dove si consumano feroci delitti. Dove mafia e polizia sono la stessa cosa e se sei un pentito allora sei un codardo, un vigliacco, un infame per tutto il Paese e per te deve pagare tutta la famiglia.

Il figlio dell’infame? A scuola non ci torna più.

I fantasmi di Sicilian Ghost Story sono quelle persone scomparse e dimenticate. Quelle persone reali che, improvvisamente, vengono trattate come fantasmi, svanendo nel nulla, e nessuno sembra voler davvero fare qualcosa, un po’ per paura, un po’ per pigrizia e un po’ perché, nel fondo del loro animo, pensando che in fondo se lo siano meritato.

Giuseppe non c’è e tu che fai? Vai avanti.

Ecco come dice la mamma svizzera, non solo in senso metaforico, di Luna, protagonista del film che non accetta la scomparsa del suo compagno di scuola Giuseppe, con il quale aveva iniziato a stringere un rapporto speciale. Un amore acerbo ma dolce, di quelli sdolcinati e imbarazzati. Un amore da farfalle nello stomaco e sogni con gli occhi aperti.

 

Sicilian Ghost Story

 

Luna non accetta le assenze del ragazzo,  giustificate da tutti o trattate con sufficienza e indifferenza. Luna sa che Giuseppe non può tornare, perché Giuseppe è il figlio di un pentito. Giuseppe è un agnello sacrificale. Giuseppe è Giuseppe Di Matteo, ragazzino di 13 anni, siciliano, figlio dell’ex-mafioso pentito Santino Di Matteo, sequestrato nel 1993 e brutalmente ucciso 25 mesi dopo.

 

Il caso di Giuseppe è uno dei peggiori di mafia che macchia il nostro Paese

Il caso di Giuseppe è uno dei peggiori di mafia che macchia il nostro Paese. Un ragazzino innocente, ingannato da dei veri orchi che gli hanno vietato di vedere il suo amato mare, lo hanno portato via dai suoi cavalli, dalla sua vita innocente e ancora acerba.

Dopo due anni di prigionia, il piccolo Di Matteo viene strangolato e poi sciolto nell’acido, senza lasciare alcuna prova, se non l’orrore di un atto così riprovevole. La sfida più complessa di questa pellicola è sicuramente stata quella di riportare sullo schermo una storia così terrificante, atroce e dolorosa, senza tradire la sua natura ma riuscendo a confezionarlo in una cornice atipica e originale. Una storia che, come tante, viene consumata nel silenzio, sotto gli occhi indifferenti di tutti, mentre un Paese viene ferocemente piegato.

 

 

Sicilian Ghost Story

 

 

La storia di Giuseppe diventa una favola gotica, dove non si manca di soffrire, restando senza fiato, colpiti dalle immagini, che nei loro immensi silenzi raccontano un mondo che non ha ancora davvero intrapreso la strada del cambiamento.

 

E questo mondo prende vita attraverso i disegni di Luna, i suoi sogni e incontri onirici con un Giuseppe che sembra essere un’apparizione celestiale. Innocente e puro, come qualsiasi ragazzino di 13 anni. Perfetto e non contaminato dalla malvagità dei suoi aguzzini, a tal punto codardi e vigliacchi da far pagare un bambino per gli “errori” di un padre.

Nonostante l’interpretazione piuttosto acerba dei due giovani protagonisti, Sicilian Ghost Story prende vita con naturalezza sullo schermo tra le sue immagini oniriche e musiche da sogno, spiazzando per la sua trama forte e violenta, filtrata con delicatezza dagli occhi dell’innocenza ma senza perdere la sua efficacia.

 

 

Sicilian Ghost Story

 

 

Una pellicola molto complessa, che vuole parole attraverso metafore e simboli, ma soprattutto un vero colpo a cuore che non può lasciare indifferente lo spettatore.

 

E il tripudio della platea internazionale, tra stampa e pubblico, che accoglie il film dopo l’ultima scena è la prova di come una scelta così azzardata, se fatta nel modo giusto, può essere vincente. La vera sfida è vedere se Sicilian Ghost Story verrà capito nella sua terra d’origine o se, come sempre, noi italiani “i panni sporchi” vogliamo sempre e solo pulirli a casa nostra, e facciamo finta di non vedere quando il nostro “bel Paese” viene mostrato a occhi indiscreti.

Fabio Grassadonia e Antonio Piazza rompono il silenzio con immensa forza. I loro giovani personaggi soffrono si, ma si mostrano essere più forti, invincibili, instancabili di sognare. E il sorriso finale con il quale si conclude il film, la speranza che non abbandona quella nuova generazione, è un riscatto estremo e molto più profondo di quanto possa sembrare.

 

Sicilian Ghost Story è dal 18 Maggio nelle sale italiane

 

#Cannes70 si terrà dal 17 al 28 Maggio. Seguite tutti gli aggiornamenti con noi sul nostro hub dedicato: leganerd.com/cannes70