Il 16 Marzo una delle favole più belle di tutti i tempi prenderà vita sul grande schermo nel nuovo live action di Walt Disney, La Bella e La Bestia, diretto da Bill Condon e con protagonisti Emma Watson, Dan Stevens e Luke Evans. Sarà riuscita Disney a rendere omaggio a un classico senza tempo e ad accontentare le aspettative dei tanti bambini cresciuti di oggi?
Dopo Alice in Wonderland, Maleficent, Cenerentola e Il Libro della Giungla – vincitore agli Oscar per gli Effetti Speciali -, nell’universo Disney live action arriva anche La Bella e La Bestia, remake del celebre 30° Classico Disney del 1991 diretto da Gary Trousdale e Kirk Wise.
Liberamente ispirata all’omonima favola di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, La Bella e La Bestia è stato il primo e unico, fino al 2010, film d’animazione a venir nominato come Miglior Film agli Oscar, assieme ad altre cinque nomination, tra cui Miglior Colonna Sonora e Miglior Canzone vinte.
E la magica canzone “Beauty and The Beast” all’epoca venne cantata nel duetto finale da Céline Dion e Peabo Bryson, mentre nel ballo centrale del film da Angela Lansbury, doppiatrice originale di Mrs. Bric, questa volta interpretata dalla bravissima Emma Thompson.
La Bella e La Bestia è uno dei film maggiormente attesi di quest’anno, non solo per essere una delle storie che ha fatto innamorare grandi e piccini, rendendo la sua colonna sonora un classico immortale, soprattutto per il suo chiacchierato cast di attori molto conosciuti. Non solo la bella Belle, interpretata da Emma Watson, ma, soprattutto, i personaggi secondari che vantano nomi come quello di Ewan McGregor, Ian McKellen, Stanley Tucci e la già citata Emma Thompson, oltre agli altri due protagonisti Dan Stevens e Luke Evans.
Fin dal primo teaser, ciò che è saltato subito all’occhio per questa pellicola è la sua verosimiglianza con il classico Disney del 1991. E la prima impressione del film è proprio quella di omaggiare il lungometraggio d’animazione ricreando fedelmente tutte le sequenze, aggiungendo giusto qualcosa in più per “ampliare” il background dei protagonisti ed esplorare, sebbene in modo piuttosto superficiale, aspetti tralascianti all’interno dalla versione animata.
L’operazione nostalgia sulla quale ha fatto affidamento la Disney anche nel live action di Cenerentola che, se da un lato potrebbe sembrare un’ottimo modo per coprirsi le spalle, dall’altra lascia avanzare il dubbio dell’utilità di questo tipo di riadattamento.
I dubbi, in realtà, resteranno sempre e comunque. Nell’era dei remake e sequel è inutile andare a cercare una spiegazione che vada oltre il mero incasso. Del resto, nel caso de Il Libro della Giungla l’identità fedele al classico Disney con gli accorgimenti innovativi apportati all’interno del live action, creando una storia ben più oscura e adulta della versione animata, hanno fatto sì che il film avesse un suo senso al di fuori del paragone con il lungometraggio d’animazione.
La speranza è la stessa riservata per La Bella E La Bestia, ma fin dal prologo lo spettatore non può fare a meno di notare come questo sogno sia destinato a infrangersi molto presto.
La Bella E La Bestia è una copia, piuttosto patinata, priva di anima. Un film estremamente curato nell’aspetto scenico, nei dettagli, che cerca con tutto se stesso di ricreare la magia del classico, ma finisce con il restare in trappola nell’omaggio.
Un doppiaggio dolente e distruttivo
La pellicola, dall’inizio alla fine, non è altro che una rappresentazione in chiave umana del 30° Classico Disney, ma privo dell’immortale magia – da una lato inevitabile quando si parla di attori in carne e ossa – che ha caratterizzato ben ventisei anni fa il cartone animato.
La suggestiva vetrata iniziale, la quale suscitava nei bambini quel misto di terrore e mistero, viene sostituita da una rappresentazione del passato del pricipe e del suo incontro con la Fata. Se da un lato la rappresentazione in carne e ossa può essere suggestiva, dall’altra parte il fedele monologo del racconto, interpretato in Italia da Vittoria Puccini, è privo di pathos. Si perde immediatamente tutta la fascinazione iniziale, fondamentale per potersi smarrire nelle atmosfere di questa favole dalle differenti sfumature.
Fin dall’inizio un elemento è chiarissimo: un doppiaggio italiano misero e trascurato. Il doppiaggio grava fortemente sulla prima percezione di tutto il film e per quanto si cerchi di non darci peso è inevitabile, considerando che gran parte della narrazione è cantata.
La Puccini è solo l’inizio di un disastroso proseguimento che ci porta di fronte a riadattamenti musicali dove la metrica sembra essere un’opzione di poco conto e il nuovo adattamento – il quale per qualche misterioso motivo non prende in considerazione i testi della versione italiana del lungometraggio d’animazione – dei testi è banale e assurdo.
Le musiche sono, per fortuna, quelle originali; infatti, dopo ventisei anni torna a curarle Alan Menken, uno dei più grandi autori dei più belli classici Disney. I testi, purtroppo, sono interamente modificati, eccezione fatta per “La Bella e La Bestia” e “Stia Con Noi”, facendo perdere immediatamente il gusto di poterle cantare assieme ai personaggi. Sembrerebbe che questo sia solo un problema italiano, e che in lingua originale anche i canti conservano la loro fedeltà.
Ciò che rende ancora più strana questa decisione – da alcuni giustificata per problemi di labiale – è la trasposizione dei dialoghi. I dialoghi tra i personaggi sono, invece, identici a quelli della versione animata del 1991. Ben poche virgole sono cambiate ai pochi testi non cantati – e qui cade la teoria del labiale – ma che risentono, sebbene in maniera minore, del doppiaggio che, purtroppo, è la nota più grave per questo film.
Le sequenze, dal villaggio alla drammatica chiusura prima del bacio per spezzare l’incantesimo, sfiorano il maniacale per la fedeltà. I personaggi sono perfettamente posizionati nei posti delle originali scene. Perfino le coreografie mantengono una perfetta fedeltà, e solo alcune scena fuoriescono dalle righe dell’originale, spesso supportate da quelle poche note di originalità inserite nella storia.
Gli unici veri elementi innovativi sono alcune informazioni aggiunte più sul passato di Bestia e su quello di Belle, a volte con dei flashback, altre volte con degli escamotage particolari. Apprezzabile è questo voler andare oltre la storia e che forse sarebbe dovuto essere la linea principale sulla quale sviluppare questo live action, portando al cinema una versione più matura rispetto al classico.
A queste scene si aggiungono tre canzoni originali, tra cui un assolo di Bestia (che ricorda vagamente, sia per testo che per come viene girata la scena, Il Fantasma dell’Opera) non presente nella versione del 1991.
Le canzoni originali, però, non cambiano moltissimo la situazione. La Bella E La Bestia è un classico che si basa soprattutto sulle sue musiche, non a caso pluri-nominate e vincitrici di due Oscar, e non ha bisogno di nuove canzoni. Se l’idea di Bill Condon è stata quella di aggiungere tre nuovi testi per dare un briciolo di vita propria alla pellicola, la resa finale non è delle più vincenti.
Il film assume più sostanza, aggiungendo qualche nota di brio e riuscendo a coinvolgere di più l’elemento nostalgia, dopo la prima mezz’ora.
“Ecco Gaston”, duetto interpretato da Luke Evans e Josh Gad, nonostante il riadattamento italiano, è tra le sequenze più convincenti della pellicola. C’è fedeltà ma anche originalità. La musica si impossessa della sala e la magia del classico prende forma, prolungandosi fino alla spettacolare sequenza di “Stia Con Noi”, secondo momento di pura magia e divertimento della pellicola dove si può sperare nel luccichio dei propri occhi.
L’alchimia e il brio dei personaggio secondari, tra cui una versione nuova e più approfondita – e molto discussa in questi giorni per le ufficiali tendenze sessuali del personaggio – di Le Tont (Josh Gad), mantiene viva l’attenzione per il film, rendendolo comunque un discreto e piacevole prodotto della Walt Disney.
Tavolino di prova è la meravigliosa scena del ballo che, nel cartone originale, riesce ancora a incantare a distanza di anni. Perfino nelle chiavi non ufficiali, come per esempio Once Upon A Time, la messa in scena di questo momento riesce sempre a conquistare tutti. Nella pellicola di Condon, purtroppo, se non fosse per le magiche scenografie, i giochi di luce che scivolano dal soffitto come delle lucciole, la magia di una canzone senza tempo, la scena sarebbe pressoché morta.
La potente carica magica e romantica della scena è totalmente dispersa da una computer grafica grottesca per Bestia e un’interpretazione sottotono per Belle.
I personaggi
Dan Stevens, nella versione italiana, risente di un doppiaggio ai limiti del ridicolo. Una voce estremamente giovane e totalmente in contrasto con la natura mostruosa del personaggio, soprattutto nella parte iniziale. Ad aggravare è l’effetto sonoro che vorrebbe creare un eco nella voce della Bestia, per poterla fare risuonare, ma l’effetto finale è alla pari di una voce robotica ricreata con una versione beta di un programma per smartphone.
Del resto, l’attore ha ben poco da mostrare se non nel prologo e nell’epilogo, al di fuori della sua voce. Il doppiatore italiano non rende giustizia al personaggio – e nemmeno all’attore in questi giorni protagonista anche per la nuova serie FX su Legion – e la mostruosità di Bestia, così il suo cambiamento grazie al rapporto con Belle, perde di sostanza.
La Belle di Emma Watson risente di una saputella Hermione troppo curiosa per gli standard. Statica, forzata, poco credibile. Lo sguardo sognante di Belle, il suo amore per la vita, il suo coraggio, rabbia e intraprendenza, vengono interpretati con la stessa espressione per tutte le due ore del film. La Watson sa fare molto meglio, ed è un peccato vederla sprecare un’occasione così ghiotta come questa (soprattutto in considerazione della sua rinuncia per il fortunato ruolo di Mia in La La Land).
La vera, e prima, sorpresa positiva del film è Luke Evans. Nonostante il doppiaggio italiano, Luke Evans porta sullo schermo un Gaston che sembra aver rubato l’anima a La Bella E La Bestia del 1991. Sbruffone, egocentrico, pieno di sé, egoista. Luke Evans ci crede dal primo secondo all’ultimo, e si sente, interpretando un personaggio incredibile coinvolgente e, a tratti, divertente.
I suoi duetti e scambi di battute con Le Tont fanno ridere di gusto e sorridere nei rari momenti dove cartone e film diventano un’unica cosa. E, parlando proprio di questo personaggio, Josh Gad è un altro degli attori che spicca per simpatia. Inoltre, Le Tont è una vera novità. Non ha nulla a che fare con il personaggio dell’originale. Un ragazzo in cerca di attenzioni, ma che sa anche ragionare con la propria testa. Un personaggio ben più costruito e caratterizzato che fa venire voglia di conoscere qualcosa in più su di lui.
Ottimo il lavoro anche su tutti i personaggi secondari del castello. Computer grafica ben fatta, sebbene il character design dei personaggi sia discutibile, alla quale si unisce un’alchimia ottima, riprendendo l’anima degli originali personaggi Disney.
Lumière, Tockins, Mrs. Bric, Chicco, Madame de Garderobe, Spolverina, sono loro a portare un po’ di magia in questo live action che sembra volersi accontentare di essere una copia priva di vita propria. Una pellicola scarna, mero riflesso di una suggestione, di un’emozione, che non riesce ad essere vissuta nel suo pieno.
In Conclusione
Quando si pensa che il momento per una lacrima, un sorriso più infantile, il ricordo di quella prima visione da bambino, stia finalmente per arrivare, tutto si infrange proprio come se si fosse schiavi di un crudele incantesimo.
La Bella E La Bestia non riesce a creare fino in fondo la vera magia, il mistero, la meraviglia del classico di Gary Trousdale e Kirk Wise. Difficile restare incantati da una pellicola patinata dall’inizio alla fine. Un film che si aggrappa disperatamente al ricordo di un’atmosfera, incapace di ricrearla per davvero.
Una pellicola curata nei dettagli, nell’aspetto scenico e tecnico. Un film buono nella sua forma di intrattenimento e che vanta di un cast straordinario che, salvo qualche eccezione, sa crederci e ha voglia di divertirsi e far divertire. Una pellicola che, però, non vuole aspirare a essere più di una mera copia priva di un proprio senso al di fuori dell’originale.
Non è questioni di aspettative, forse più di affetto e legame. Chi è cresciuto con una cassetta Disney, chi ci ha dormito la notte, vista e rivista fino a consumare il nastro, creando scompensi mentali nei fratelli maggiori e genitori, sa perfettamente che emozioni così pure come quelle di un film che sa toccarti l’anima, sono quasi impossibile da rivivere se non guardando quello stesso film.
La Bella E La Bestia non ce la fa ad arrivare fino a tanto. Scenografie, musiche e attori non bastano per riportare in vita un capolavoro, semplicemente perché non è possibile un’operazione del genere con un prodotto immortale.
Tutto ciò che può La Bella E La Bestia di Bill Condon è smuovere l’animo di chi entra in sala con la convinzione di dover provare a tutti i costi qualcosa. E se, invece, siete dei puristi, dei perduti innamorati e illusi che le favole esistono davvero, questo live action non può far altro che trasmettere l’irrefrenabile voglia di tornare a casa, stringersi tra le coperte, spegnere le luci e rivedere il vero Classico immortale.
La Bella E La Bestia sarà nei cinema italiani dal 16 Marzo