Il triste giorno è giunto. Qualcuno lo stava vociferando, qualcun altro (come la sottoscritta) sperava nella sorpresa dell’ultimo momento. E invece, dopo tre anni di gloriosa messa in onda, Penny Dreadful, creatura dello showrunner statunitense John Logan, giunge alla sua conclusione.

Sono stati trasmessi domenica notte gli ultimi due episodi della terza e ultima stagione della fortunata serie americana/britannica Penny Dreadful.

Liberamente ispirata dalla graphic novel La Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore, Penny Dreadful è un elogio alla letteratura gotica e, appunto, ai famosi penny dreadful tanto di moda nella Londra vittoriana.

Per quanto il dispiacere possa essere immenso per la chiusura di una serie come questa, il finale di stagione risulta essere davvero perfetto e quasi privo di interrogativi irrisolti.

Il percorso narrativo di questa storia è giunto al suo compimento e ogni personaggio, nel bene o nel male, ha attraversato la sua strada.

Li abbiamo conosciuti, interpretati, capiti e odiati per tre stagioni. Personaggi dalle mille sfumature, uniti dallo stesso fato di redenzione e tormento. Miss Ives e i suoi amici hanno saputo appassionare e tenere con il fiato sospeso i più affezionati, e non solo, nel corso di queste tre stagioni.

 

Penny Dreadful

 

Tre stagioni molto diverse tra loro.

Tre stagioni molto diverse tra loro. Tre stagioni che hanno visto concentrarsi su punti differenti, ma dove ogni personaggio, nella sua unicità, riusciva a essere comunque ricondotto al centro del filo conduttore di tutti gli eventi.

Se la prima stagione è stata un banco di prova, partita con un’ottima semina e conclusa leggermente in sordina; la seconda stagione è stata quella degli scontri, dei giochi a carte scoperte e dell’evoluzione di personaggi lasciati in seconda linea; questa terza stagione ha preferito concentrarsi sull’interiorità, portando a compimento quel cerchio iniziato tre anni prima.

Gli ultimi due episodi di Penny Dreadful, i quali danno subito l’idea di un unico e lungo epilogo, sono la resa finale dei conti per tutti.

Non sono pochi i personaggi di Logan, così come pochi non sono gli intrecci creati in questi anni. L’autore riesce, comunque sia, a creare una perfetta armonia tra personaggio e storia. Il tutto non assume quel solito aspetto da calderone frettoloso. Ogni arco narrativo ha il suo giusto tempo per arrivare al compimento, chiudendosi in un unico agrodolce finale per tutti.

I tempi vengono dosati con grande maestria e bravura. L’impressione di questa conclusione è subito quella di uno studio approfondito e meditato e non il frutto di un’improvvisa cancellazione della rete.

 

 

Penny Dreadful

 

 

A dimostrazione del fatto che la scelta di Logan è fin da sempre stata quella di concludere la serie in tre stagioni, è l’estetismo di questi ultimi due episodi, perfettamente costruiti come se fossero la chiusura di un cerchio. Tutti gli elementi cardine di Penny Dreadful vengono concentrati in quasi due ore di show.

La pestilenziale nebbia di Londra si rimette agli stessi spettatori, schiacciati dall’inquietudine, disperazione e sofferenza degli stessi personaggi. Logan non risparmia colpi fino all’ultimo, regalando diversi colpi di scena e affondando il dito sulle tematiche a lui più care, come la fragilità dei “mostri” e la brutalità degli esseri umani.

Vittime e carnefici, in Penny Dreadful tutto si mescola, portando ogni creatura sullo stesso piano.

Vittime e carnefici, in Penny Dreadful tutto si mescola, portando ogni creatura sullo stesso piano. Giorno o notte, luce e tenebra, si arriva a non fare differenza. Sono gli stessi personaggi a trovare la loro strada e accettare il loro posto, qualunque esso sia.

 

Penny Dreadful

 

E tutto questo gira unicamente intorno a una persona: Vanessa Ives. Paradossalmente personaggio che meno compare in questi due episodi, ma perennemente presente sulle labbra e nei pensieri degli altri personaggi.

Where is Vanessa Ives?

Come dichiarato dallo stesso Logan, Penny Dreadful è nata per avere tre stagioni, per raccontare la storia di Vanessa, e forse è molto meglio che serie come queste vengano concluse nel pieno del loro splendore, senza sciorinamenti posticci e privi di trama solo per far contenti i telespettatori e appassionati della serie.

 

 

 

Vanessa Ives

Vanessa Ives, interpretata dalla meravigliosa Eva Green, è un personaggio complicatissimo che ha messo a durissima prova, fisica e mentale, l’attrice francese. Un mix di mille sfumature. Una donna in continua lotta con i suoi demoni, con il suo passato e con la sua natura.

 

Penny Dreadful
Il tormentato percorso di Vanessa raggiunge finalmente quella pace tanto agognata, e per quanto triste possano essere quelle immagini, impossibile è pensare a un finale diverso, e migliore, da quello messo in scena da John Logan.

 

Eva Green ha dato prova di grandissime capacità con questo personaggio, dimostrandosi un’attrice versatile e, soprattutto, bravissima, oltre che una #turbofiga.

John Logan omaggia questo personaggio dedicandogli un intero episodio estremo (03×04 – A blade of grass) in questa stagione, dove ritornano gli elementi tipici del cinema di Polanski che, a sua volta, si rifà al kammerspiel (unico ambiente e pochi personaggi). Un focus strettissimo direttamente negli antri più reconditi della mente di questo personaggio.

 

 

Penny Dreadful

 

 

Fondamentale per questo percorso di Vanessa è stata la mano amica.

Fondamentale per questo percorso di Vanessa è stata la mano amica, incarnazione di uno dei “molti passati” della donna, della dottoressa Florence Seward (Patti LuPone), cognome che non sarà poco sconosciuto agli appassionati del famoso romanzo di Bram Stocker.

Abbiamo potuto amare le grandi doti della LuPone già nei panni della strega bianca della seconda stagione, folgorandoci letteralmente in questa terza.

 

 

 

Ethan Chandler

Per queste tre stagioni, Josh Hartnett è stato l’interprete dell’affascinante e misterioso americano Ethan Chandler. Questa stagione si è molto divisa tra il presente di Vanessa e il passato di Ethan.

Molti sono gli scheletri spolverati dall’armadio di Ethan, portato all’esasperazione dai suoi stessi demoni e sensi di colpa. Sul suo cammino ritornano personaggi molto importanti come il padre, al quale possiamo dare finalmente un volto, e l’apache Kaetenay (Wes Study). Non dimentichiamo nemmeno la strega Hecate (Sarah Greene).

 

 

Penny Dreadful

 

 

Perfino i nodi di Ethan vengono al pettine, e questo Logan lo fa un episodio prima del finale, concentrandosi poi unicamente sull’incontro tra lui e Vanessa.

Una sequenza finale dilatata, ma estremamente passionale. La parola d’ordine di questa stagione è proprio passione, sentimento che ognuno di questi personaggi insegue senza sosta, a volte raggiungendolo per davvero, altre volte crogiolandosi nel suo riflesso.

 

 

 

Lily

Una stagione all’insegna del girls power, di quello ben definito e dosato, soprattutto attraverso la figura di Lily, ormai spoglia dalle vesti stanche di Brona. Questo personaggio è tra quelli che più ha seguito una propria via indipendente. Coraggio e riscatto, ma anche in questo caso c’è quel profondo senso di stanchezza e riluttanza nei confronti della vita.

Lily è una donna forte, nata dalle sue stesse ceneri, schiava però di quel fantasma del passato impossibile da sconfiggere. Il suo rapporto con Dorian è passionale, ossessivo, opposto rispetto a quello più fragile e misericordioso con Victor.

 

Penny Dreadful

 

 

L’interpretazione di Billie Piper è stata perfetta

L’interpretazione di Billie Piper è stata perfetta, dall’inizio della prima stagione fino a questo finale. Esattamente come per la Green, anche alla Piper è stato richiesto uno sforzo non indifferente, che trova il suo maggior respiro sul finale in un monologo straziante. Una scena di una bellezza struggente. Impossibile non commuoversi. Un’attrice che ha saputo davvero sviluppare un personaggio sfaccettato, in continua evoluzione. Brona e Lily, due facce della stessa medaglia.

 

 

 

Dorian Grey

Ci viene per la prima volta mostrato un Dorian Grey (Reeve Carney) nella sua estrema solitudine da immortale. Eterno spettatore di uno spettacolo chiamato vita. Una riserva mai chiamata a interagire.

Personaggio molto difficile che Logan riesce a trattare benissimo. Conserva molto della vera essenza del Dorian di Wilde, ma al tempo stesso gli da comunque vita proprio, senza far stonare troppo le differenze tra serie e personaggio letterario.

 

Penny Dreadful

 

Nello splendore della sua villa, avvolto da una fascio di luce e con il peso dei suoi peccati a osservarlo, Dorian resta solo, soffermandosi sull’ultimo spiraglio di vita andare via. Una scena in cui ci viene detto tutto, con poche parole, su uno dei personaggi più belli della letteratura. Il tremendo prezzo da pagare per una vita eterna, ma perennemente vuota e fatta di unica superficie.

 

 

 

Victor Frankenstein e La Creatura

Questi due personaggi, nonostante i loro trascorsi, non sono destinati a incontrarsi più. Eppure, a loro modo, perseguono strade simili. Inseguono il seme della follia, alla ricerca di un’agognata felicità che, però, risiede nel passato.

 

Penny Dreadful

 

Entrambi, a loro spese, impareranno a osservare il vero aspetto del mondo.

Entrambi, a loro spese, impareranno a osservare il vero aspetto del mondo. Ed esattamente come gli altri personaggi, la loro porzione di pace risiede proprio nel sacrificio, nella rinuncia di questi obiettivi vani e nell’accettazione della loro vera natura.

Sebbene questa terza stagione non li abbia portati al centro, come invece era stato fatto nella prima e nella seconda, la loro presenza resta una costante. Vanessa sarà, anche per loro, il momento di accettazione e di ritrovo.

La fine di un capitolo e l’inizio di un nuovo, dove l’obiettivo è quello di ricominciare da capo: Victor (Harry Treadaway) senza la sua Lily, lasciando compiere alla natura il miracolo della vita e la tragedia della morte; La Creatura (Rory Kinnear) facendo definitivamente i conti con l’ignoranza e brutalità umana, chiudendo definitivamente con il suo passato e compiendo il più enorme gesto di misericordia che gli si potesse mai chiedere.

 

Penny Dreadful

 

Rory Kinnear rientra nella cerchia dei ruoli complessi, sdoppiandosi come non mai tra passato e presente. Un personaggio estremamente fedele, nella sua più profonda essenza, alla creatura della Shelley. Non mi sorprende affatto che John Logan abbia affidato proprio a lui il compito più difficile, immortalando nella figura di questo personaggio la fine di Penny Dreadful.

Lo stesso entusiasmo non si può riversare sulla figura del Dottor Jekyll (Shazad Latif), il quale rimane confinato in una figura di mero contorno e funzione.

Un personaggio che avrebbe potuto tranquillamente aver un nome differente e che, forse, avrebbe preso una diversa consistenza; a differenza del fidato Renfield (Samuel Barnett) che, soprattutto nel finale, mostra la sua natura più misera, restando fedele al personaggio nato dalla penna di Stoker.

 

Penny Dreadful

 

Qualche riserva rimane su Dracula.

Qualche riserva rimane su Dracula, scomparso con estrema facilità e mai visto nella sua forma reale. Il tutto viene coperto dalla carismatica e convincente interpretazione di Christian Camargo, che più si rifà alla versione cinematografica di Coppola piuttosto che al romanzo. Un Dracula affascinante che più che terrore inspira compassione, stregando soprattutto il cuore delle spettatrici femminili.

 

 

 

In conclusione

Si rimane piuttosto compiaciuti degli elementi letterari che si rifanno sentire, in questo finale, quasi nella loro integrità. Le pagine dei libri e della novel si mescolano in un’armonia perfetta.

Il simbolismo della letteratura gotica respira a gonfi polmoni tra le immagini create da John Logan. Spietato e crudele come solo l’amore romantico, dei grandi classici dell’Ottocento, sa essere.

 

Penny Dreadful

 

Il finale mostra la chiusura perfetta di una serie che non ha bisogno di paragoni.

Il finale mostra la chiusura perfetta di una serie che non ha bisogno di paragoni, non ha bisogno di altre parole, non ha bisogno di nulla. Una serie che farà sentire ancora la sua risonanza, tra premi e critica. Un prodotto che non avrà mai simili, potente e delicato, magnetico e profondo.

La tristezza è tanta quando si vedono finire serie così, ma alla fine dei conti non poteva esserci altro finale diverso da questo. Era proprio arrivato il momento per la parola fine, ed è giusto che sia stato dignitoso e grandioso.

Penny Dreadful lascerà un grosso vuoto in moltissimi spettatori e questo è già molto per consacrare una serie all’immortalità.