La frase “so cosa hai fatto” vi rammenta nulla? No, non è il film del 1997 di Jim Gillespie, ma si collega sempre a una saga slasher movie anni novanta. Sto parlando di Scream, arrivata da due giorni, con la seconda stagione, sulla piattaforma streaming Netflix.
Scream è una serie tratta dall’omonima saga horror slasher fine anni novanta firmata da Wes Craven, padre del famigerato Freddy Kruger (protagonista della saga Nightmare), e Kevin Williamson, non a caso sceneggiatore di So cosa hai fatto (I know what you did last summer).
Trasmessa su MTV la scorsa estate, il successo della prima stagione ha portato la produzione di Scream a lavorare su una seconda stagione che ha fatto il suo debutto su Netflix proprio qualche giorno fa, il 31 Maggio.
Senza troppe pretese, Scream – La serie è riuscito a essere un prodotto a suo modo originale che ha mescolato i canoni dello slasher movie che le caratteristiche tipiche della società di adesso. Una prima stagione un po’ altalenante, ma che è riuscita a tenere ben incollati allo schermo molti spettatore.
Il suo gusto un po’ trash e quell’inevitabile atmosfera nostalgica, mescolate a una sceneggiatura che ha saputo dosare, per gran parte del tempo, i colpi di scena, non hanno fatto resistere il seguito della serie.
Non sono poche le citazioni che si possono trovare in Scream e non parlo unicamente del film al quale si ispira, ma anche di serie televisive horror, come Hannibal di Brian Fuller, The Walking Dead di Robert Kirkman e American Horror Story di Ryan Murphy, oltre alla stessa cinematografia horror di cui Wes Craven è stato importante esponente.
Scream è un teen drama che vuole giocare con le paure delle generazioni di oggi. La nostra è una società ormai abituata a tutto. Abbiamo già visto tutto, sentito tutto, provato di tutto. Siamo dediti a un cinismo quasi innato e riuscirci a spaventare è davvero difficile. Non a caso Scream vuole giocare, e minare, proprio quelli che sono gli elementi “importanti” dei ragazzi di adesso: la popolarità.
Non si ha più paura della morte, bensì di non essere popolare. Da Instagram a Facebook, passando per virus e malware capaci di diffondere per la rete informazioni personali e spiare, ventiquattrore su ventiquattro, il/la malcapitato/a della situazione, i social diventano complici del pericoloso serial killer, il fantomatico fantasma di Brandon James.
Un passo indietro
Se negli anni ottanta Brandon James ha perseguitato gli adolescenti di Lakewood, vent’anni dopo il suo “imitatore” aveva preso di mira lo stesso target, figli di quella generazione passata.
E infatti protagonista principale della serie è stata Emma Duval (Willa Fitzgerald), figlia di Maggie (Tracy Middenfort), ragazza di cui Brandon, un ragazzo dal volto sfigurato, si innamorò perdutamente. Ma con queste storie, purtroppo, si sa come va a finire. Maggie scelse qualcun altro al posto di Brandon e il ragazzo sfogò la sua intera frustrazione su tutti gli studenti di Lakewood, prima che un colpo di pistola, sul molo, mettesse fine a quella follia.
Tutti i film horror insegnano: mai accontentarsi di un semplice colpo. I killer, qualsiasi faccia o aspetto abbiano, non muoio mai “così facilmente”.
Vent’anni dopo “Brandon” è tornato a seminare il panico per Lakewood, cercando la sua vendetta nei confronti di Maggie e di sua figlia Emma.
Il volto del nuovo Brandon James viene svelato e la sua furia arrestata come vent’anni prima, proprio sul molo, da diversi colpi di pistola di quegli stessi superstiti.
Nonostante la prima stagione si chiudesse con la scoperta e l’uccisione del Ghostface della situazione, sono stati lasciati aperti interrogativi raccapriccianti che si sono riversati in questa seconda stagione.
Sembrerebbe proprio che la vendetta di Brandon James non sia ancora finita e che l’incubo per Emma, Audrey (Bex Taylor-Klaus), Noah (John Karma), Kieran (Amadeus Serafini), Brooke (Carlson Young) e Jack (Tom Maden) sia solo all’inizio di un nuovo capitolo.
La chiusura della prima stagione pone l’attenzione dello spettatore su un dettaglio particolare: uno dei superstiti potrebbe davvero essere complice dell’assassino.
Ma lo spettatore non è il solo a saperlo, sembrerebbe proprio che qualcun altro abbia già visto tutto, aprendo l’episodio della seconda stagione di Scream con l’iconico:
So cosa hai fatto.
I know what you did last summer
In questo pilot sembrerebbe che tutti i ragazzi siano nuovamente vittime della furia omicida di un nuovo mitomane. Al tempo stesso, però, si insinua ancora di più il seme del dubbio nei confronti di tutti i membri dei sei superstiti. Scream 2 non fa altro che alimentare, ancora di più, quei sospetti già presenti nella prima stagione caduti sul finale.
Tre mesi dopo la morte del fantomatico killer, ognuno, a modo suo, cerca di sfuggire da questo terribile fantasma non troppo lontano.
E mentre Noah si dedica alla radio web, ripercorrendo i tragici passi dell’assassino, Audrey, passata da emarginata e strana della scuola a eroina di Lakewood, è diventata mirino di assurdi scherzi che hanno come obiettivo quello di simulare le azioni dello spietato killer, mandando tutto su diretta Facebook.
Eppure, a giudicare dall’insistenza di alcuni strani messaggi, forse questi scherzi non sono poi così innocenti come si vuol far credere.
Emma, invece, soffre di un forte stress post trauma e decide di allontanarsi da Lakewood per un po’. Il ritorno porta con sé la voglia di sfuggire dal passato ma, al tempo stesso, chiudere definitivamente le porte dei suoi incubi.
Kieran continua a essere il ragazzo del mistero, uno dei personaggi che più aveva attirato l’attenzione nella prima stagione. Brooke e Jack, invece, continuano a recitare la loro parte da belli, ricchi e… detestabili!
Ma attenzione, mai tirare troppo la corda. Qualcuno potrebbe prenderla sul personale, e potreste allegramente ritrovarvi vittime di uno spietato gioco. Chiusi in un capanno, in catene, dove l’unica possibilità che avete è quella di segarvi un piede per arrivare all’uscita.
Il tempo scorrere e se non siete troppo veloci rischiate di restare perennemente bloccati in un incubo senza fine.
Da Saw di James Wan al già citato So cosa hai fatto, senza dimenticare un omaggio allo Scream 2 del 1997, la seconda stagione di Scream non manca di confermare i presupposti della sua prima stagione: un teen drama caratterizzato dalla mescolanza di genere e con una forte influenza di meta televisione e meta cinema.
I Social Network tornano a essere punto forte della serie, coinvolgendo a 360° lo spettatore attraverso gli hashtag in sovraimpressione che invitano a partecipare alle conversazione in diretta su Twitter.
Sebbene i più amanti della saga potrebbero storcere il naso, Scream è una serie che non vuole essere una rivisitazione o remake della pellicola da cui prende il nome.
Potremmo definire Scream come la diretta conseguenza della televisione e della cinematografia delle generazioni adolescenziali di oggi. Una serie semplice, colma di stereotipi e elementi di quel trash un po’ datato. Una serie che vuole essere omaggio e intrattenimento puro, giocando volutamente con il luogo comune.
Sangue a volontà, violenza e passione febbrile nelle piscine di scuole inghiottite dal buio non mancano di certo. A tutto questo si aggiungono raccapriccianti visioni e una nuova serie di cruenti omicidi che daranno non poco filo da torcere ai superstiti della prima stagione.
Il pilot di questa seconda stagione, diretto da Brian Dannelly, lancia delle ottime premesse chiudendo l’episodio con quella giusta ansia e mistero da portare ad aspettare un nuovo episodio.
Questa volta, chi riuscirà a salvarsi?
- Scream (movieplayer.it)
- Scream (serie televisiva) (wikipedia.it)