The Nice Guys, Russell Crowe e Ryan Gosling, arrivano a Roma assieme al regista Shane Black e produttore Joel Silver per presentare il loro film in uscita il prossimo 1 Giugno.
The Nice Guys è un buddy movie dal sapore di black comedy, in cui la regia sapiente e sempre più specializzata di Shane Black si unisce meravigliosamente a questa strana coppia che si è appena consolidata sul grande schermo.
A vederli non si direbbe, ma Russell Crowe e Ryan Gosling anche di fronte alla stampa sanno mantenere una certa complicità e ironia di coppia naturale e irresistibile.
The Nice Guys è stato presentato nella sezione Fuori Concorso al Festival di Cannes di quest’anno, ed ha immediatamente riscosso un grosso successo da parte della critica. Abbiamo avuto il piacere anche noi di Lega Nerd di assistere all’anteprima stampa, e non possiamo fare a meno di concordare con il parere della stampa internazionale.
The Nice Guys non è solo una commedia volta alla mera risata, ma è una pellicola che poggia su di una struttura solida e su una base ben definita. La narrazione non manca, anzi. Il fattore giallo, volutamente reso ironico e grottesco, accompagna il film dall’inizio alla fine, definendolo e conferendogli carattere.
Shane Black porta sullo schermo due piccoli protagonisti. Due uomini, differenti tra di loro sia fisicamente che caratterialmente, che si trovano di fronte a problemi molto più grandi di loro. Non si tratta solo di risolvere un caso, si tratta anche di fare i conti con se stessi.
A questo proposito, Shane Black afferma:
Parliamo delle piccole vittorie e non di quelle importanti. Il protagonista, in questo caso i protagonisti, non vince. Vi ricordate Il Gladiatore? Massimo, alla fine, nonostante tutto, riesce finalmente a trovare quella tanto agognata pace interiore. La stessa cosa succede per Holland e Jackson.
Durante la conferenza stampa, non si è potuto fare a meno di riprendere il pensiero della critica di Cannes, paragonando i due a Bud Spencer e Terence Hill. La domanda, quindi, sorge spontanea: ma Ryan Gosling e Russell Crowe, si sono ispirati alle storiche coppie dei buddy movie?
Ryan:
No, non abbiamo fatto riferimento a nessuno. Tutto quello che avete visto è il frutto del lavoro di Shane Black. I personaggi erano già così strutturati e creati sulla pagina, nero su bianco.
È stata una vera sfida interpretarli e dargli qualcosa di nostro, proprio perché già così minuziosamente caratterizzati e definiti. Erano già unici fin dalla nascita.
Russell:
Sia io che Ryan siamo dei cineasti e dei cinefili. Ovviamente conosciamo coppie importanti di questo genere, a partire da Stanlio e Olio a Gianni e Pinotto, Laurel e Hardy, Abbot e Costello, Crosby e Hope… Tutti personaggi con delle differenze fisiche importanti sulle quali fare leva e con delle dinamiche particolari. In questo caso, però, è diverso.
Non abbiamo cercato di raggiungere uno specifico obiettivo, ma abbiamo infuso la vita a personaggi che erano già così perfetti sulla carta. Inoltre, abbiamo avuto molta carta bianca da parte di Shane. Si è fidato di noi, e noi di lui. Questo ha portato al risultato migliore.
Eppure, inevitabile non far cadere l’occhio tra le differenze fisiche dei due attori, e non tanto tra quelle dei personaggi; infatti, tra sala aleggia una domanda nei confronti di Ryan, chiedendogli come si sente nei confronti della parola sexy che più volte gli viene attribuita, addirittura anche sul cartonato pubblicitario del film.
Spalleggiato da Russell Crowe, Gosling afferma di essere a conoscenza di questo suo fattore in più (chiamamolo così) e di sentirsi molto a suo agio con questa definizione. A questo punto, Russell non può fare a meno di ricordare che lui ha conosciuto Ryan proprio nei panni di Young Hercules.
Ryan:
Già, ho iniziato a sentirmi sexy proprio da lì.
Russell:
Perché lo hai girato in Nuova Zelanda, è dove si trova a livello globale la fonte dell’essere sexy.
Per chi non lo sapesse, Russell Crowe è neozelandese, ed è anche un regista, oltre a essere un attore da Premio Oscar. Nel 2014 ha infatti girato, e interpretato, il film drammatico The Water Diviner. Viene quindi spontaneo chiedersi se, in futuro, ci sono altri film in cui intende lavorare dietro la macchina da presa.
Non mi sono mai sentito così a mio agio sul set, come quando ero io a decidere tempi, movimenti, inquadrature. Voglio assolutamente ritornare a vivere una situazione simile, perché è il miglior status, per me, entro il quale ci si può trovare in questo mestiere.
Sfortunatamente, fino a questo momento, non ho avuto proposte interessanti, quasi tutte con ambientazione unica e pochi personaggi. La tavolozza dei colori nel cinema è vasta e io voglio usare tutti i colori. Voglio essere il Tiziano del cinema.
Scherzando, l’attore non vedrebbe male, dopo la passata interpretazione di Gosling in Young Hercules, un film su un giovane Cesare interpretato proprio da Ryan.
E anche Ryan non è dedito solo alla carriera dell’attore, ma anche a quella del regista; infatti, nel 2014 porta sul grande schermo il thriller fantastico The Last River.
Ho due film in cantiere, e spero che almeno uno dei due possa uscire per il prossimo anno. Inoltre, visto che le sue doti d’attore, non mi dispiacerebbe avere Joel Silver come protagonista.
Joel Silver, produttore di questa e numerose pellicole, ha infatti recitato nel cult movie Chi ha incastrato Rogger Rabbit, ma a detta del produttore, quella non sembra essere la strada che fa per lui.
Ridendo e scherzando, si fa riferimento anche alla commedia, cercando di sdoganare lo stereotipo entro il quale si tende sempre a confinarla.
Russell:
Può sembrare difficile da immaginare, ma gli stessi sforzi, lo stesso impegno che si mette in un ruolo drammatico, lo si mette anche in una pellicola comica.
Se c’è una cosa che mi ha colpito è stata proprio la professionalità e la serietà di Ryan nell’approcciarsi a questo ruolo. È stato fonte di ispirazione per tutti.
All’interno di un film drammatico c’è sempre un elemento comico che viene, poi, inserito. Personalmente lo trovo molto bello, perché ha quel fattore di sdrammatizzazione capace di renderti ancora più suscettibile al cazzotto emotivo che ti verrà inflitto successivamente.
Non solo uomini, ma anche donne all’interno di The Nice Guys. Passiamo da tre prototipi diversi, cioè dalla figlia adolescente più matura del papà, alla giovane ribelle da salvare, alla madre spietata e doppiogiochista. Ruoli ben distinti ma anche definiti, che portano avanti la narrazione della pellicola e si fanno sentire sempre più centrali.
Shane Black, infatti, non punta a una versione stereotipata della donna, generalmente molto usata in film di questo genere, ma a una donna autentica, capace di decidere il destino per tutti i personaggi della scena.
Ho puntato sulla decostruzione della detective story. Possiamo, infatti, immaginare The Nice Guys quasi come una favola, in cui c’è la fanciulla da salvare, c’è la corruzione dell’innocenza. Non è un caso se, a un certo punto, troviamo unicorni e Pinocchio nella storia.
Il cavaliere non è però in armatura e c’è una donna cattiva come antagonista principale, oltre ad avere la femme fatale come donna in pericolo, e il personaggio più piccolo, l’adorabile figlia di March, come spirito guida più saggio e maturo di tutti.”
Per concludere in bellezza, non manca di certo la domanda sui remake, reboot e sequel, ormai oggetto di discussione in tutto l’ambiente cinematografico.
Russell Crowe non sembra condividere l’astio che, generalmente, si prova verso queste parole.
L’ambiente cinematografico è difficile. A Teatro, per esempio, l’Amleto viene rifatto almeno una volta l’anno e nessuno dice nulla. Nel cinema, invece, non funziona così. Bisogna però capire che il remake è qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo, non è lo stesso film. Se quando avrò settant’anni dovessero rifare il remake di Sul lago dorato, magari potrò prendere parte a quel progetto nella parte del vecchio.
Adesso avrò una piccola parte in The Mummy. Possiamo definirlo un remake, ma non è il rifacimento della storia come è stata fatta dagli Universal Studios. È un’altra storia. Dobbiamo accettare questa evoluzione, un po’ come se fosse il processo dell’invecchiamento.
Neanche Ryan sembra avere nulla in contrario nei confronti dei remake, sequel o reboot ma
dipende da come vengono fatti. Da ragazzino mi innamoravo di un mondo, e amavo i sequel proprio perché ti davano l’opportunità di vedere come quel mondo si era evoluto, come i personaggi sono andati avanti. Se ci pensate, è la stessa cosa che succede oggi con la serie tv. Senza l’andare avanti delle stagioni, non sapremo mai come quella storia sia davvero andata a finire.
E parlando di sequel, inevitabile è il tentativo di scucire qualcosa sul progetto di Blade Runner 2, in cui reciterà Ryan Gosling accanto a Harrison Ford, per la regia di Denis Villeneuve. Eppure il canadese ha le labbra cucite, difendendosi con un:
voi non lo vedete, ma c’è un cecchino che mi sta puntando, pronto a sparare in caso dicessi qualsiasi cosa su Blade Runner 2. Posso solo dirvi che le riprese inizieranno a breve.
The Nice Guys vi aspetta al cinema dal 1 Giugno.