Vedo che i Destrage non hanno fatto proseliti sulla lega. Ci riprovo con questo articolo, visto che è uscito il nuovo album, me l’ha detto mia zia.
“Are You Kidding Me? No.” è il terzo lavoro in studio del gruppo milanese, questa volta prodotto da Metal Blade Records e registrato in quel di Los Angeles.
Stavolta i magnifici 5, capitanati da Paolo “cazzo ti gridi” Colavolpe hanno sfornato un album degno dell’attenzione di tutti, dal chierichetto fighetto dal cuore tenero che ascolta Mina e piange al metalmeccanico (perchè appunto è metal).
Ma non dilunghiamoci troppo in solluccheri e veniamo alla ciccia di questo articolo: la musica.
Il genere, come ho già ampiamente discusso in questo articolo sull’album precedente, è melodic deathmetal, anche se di death c’è davvero poco o nulla. I 5 milanesi si confermano il gruppo del mio cuoricino con un album a dir poco sorprendente. Paolo “polmone d’acciaio” Colavolpe passa come al solito dallo scream al melodico, ma questa volta ti fa venire l’ernia del disco (questo disco, appunto). Paulovich a questo giro è passato dal ferramenta e la batteria, sempre a livelli eccelsi, si conferma su ritmi vertiginosi e a volte irregolari, seguita a ruota dalle due chitarre. Non va ascoltato in luoghi bui o poco frequentati a meno che non abbiate una buona scorta di Tena Lady (ci sono anche da uomo). Le due chitarre vi rimandano dal liutaio o vi ricordano che se siete chitarristi potreste tranquillamente farne a meno. Sul basso non mi esprimo perchè per tenere certi ritmi, anche se a plettro, non bisogna essere troppo sani di mente.
La quantità di brividi emanata dall’opera è direttamente proporzionale al volume con cui viene ascoltata, se siete fortunati voi giovinastri dalle lunghe chiome vi conviene agitarle per verificare se a Purania, che è il secondo pezzo, siete ancora vivi. In caso affermativo, se la stanza è ancora tutta intera, vi raccomando di uscire a fare una passeggiata, in fondo è primavera e le cuffie beats hd solo con cui vi accompagnate voi fighetti (ce le ho anch’io, maledetto dr. dre) sono perfette per gustare ogni singola nota, sempre se le riuscite a separare a quelle velocità. Attenzione: il dolore che avvertite agli zigomi è solo quel TIR IN FACCIA che vi è arrivato alla terza traccia. E siamo solo agli inizi.
Insomma, visto che gli articoli di musica rompono i coglioni (chi cazzo li legge? si fa prima ad ascoltare l’album) vi suggerisco di COMPRARE e SUPPORTARE la band in tour, altrimenti lo dico a mia zia.
Vi lascio con il mio pezzo preferito.