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[b]E’ morto Kurt Albert, addio all’inventore del rotpunkt[/b]
UPDATED – ERLANGEN, Germania – Alla fine non ce l’ha fatta. Kurt Albert, il fortissimo rocciatore tedesco pioniere dell’arrampicata libera, è morto ieri all’ospedale di Erlangen in Baviera dove era ricoverato a seguito di una terribile caduta di 18 metri dalla ferrata Höhenglücksteig. L’incidente si era verificato domenica scorso intorno alle 12, le dinamiche sono ancora da chiarire.
Le notizie sulle condizioni di Albert sono state vaghe e contraddittorie per tutta la giornata di ieri. I giornali tedeschi l’avevano dato subito per morto, poi però era arrivata la smentita: il climber era ancora vivo ma praticamente senza speranza di riprendersi. Infine ieri sera, martedì 28 settembre, il peggioramento e il decesso a due giorni di distanza dal grave incidente di cui è rimasto vittima in montagna.
Domenica infatti, secondo quanto riferisce il sito Klettern.de, Albert era alla guida di un gruppo di persone sulla ferrata Höhenglücksteig, vicino a Hirschbach, nel territorio di confine l’Austria e la Baviera. Il 56enne tedesco, cadendo sarebbe precipitato per 18 metri procurandosi gravissime ferite in varie parti del corpo.
I soccorsi sono presto arrivati sul posto e hanno trasportato in elicottero il celebre climber al vicino ospedale bavarese, dove è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva. Da subito le sue condizioni sono parse disperate.
Albert, origine tedesca, viveva in Svizzera dove a soli 17 anni ha salito la Nord dell’Eiger. E dove oggi le montagne sono disseminate di vie ad alta difficoltà che portano la sua firma.
Il “rotpunkt” lo aveva inventato lui, negli anni 70, segnando con la vernice rossa la roccia alla base delle vie salite completamente in libera. Kurt Albert, vittima di un tragico incidente in ferrata, è stato uno dei pionieri del free climbing insieme al celeberrimo Wolfgang Güllich di cui fu spesso compagno di cordata.
E’ un mito dell’arrampicata. Uno che ha aperto, in libera, la leggendaria “Eternal Flame” sulla Torre senza Nome di Trango con Wolfgang Güllich, Christof Stiegler e Milan Sykora. Era il 1989: solo vent’anni dopo qualcuno – i fratelli Huber – sono riusciti a ripetere in libera quell’incredibile salita, sferzata dal gelo del Karakorum, con un 7b+ a 6000 metri.
Di Albert sono anche la “Royal Flush” sul Fitz Roy in Patagonia ed “El Purgatorio” sull’Acopan Tepuis in Venezuela. Vie, anzi capolavori di arrampicata pura e senza artifici, che Albert è riuscito a portare sulle pareti più dure e remote del pianeta – dal Madagascar al Canada, dall’Antartide all’Africa – fissando dei traguardi che oggi fanno da metro di misura per i migliori alpinisti del mondo.
Molti lo definivano stravagante. Da un lato insegnante di matematica e fisica, dall’altro alpinista fuori da ogni schema, dominato dall’istinto e dalla curiosità che lo portavano, in spedizione, a definire in loco l’obiettivo del giorno. “Un obiettivo che abbia almeno l’80 per cento di roccia e un bel pizzico di rischio” come disse a Martin Joisten nel ritratto che Albert ha inserito nel suo sito personale. Albert è protagonista e autore di diversi filmati tra cui il celebre Fight Gravity.[/quote]
QUesto si che era un FOLLE NERD :(