Teste di Modì è una delle canzoni più interessanti dell’album Museica di Caparezza e racconta della beffa delle teste di Modigliani a Livorno nel 1984.
Cercherò di fare la parafrasi del testo aggiungendo alcuni fatti e alcune note affinché la vicenda accaduta vi sia chiara.
Da giorni dragano il fondale del fosso reale, per omaggiare con un trofeo, Italiani, luglio agosto mi pare, gli occhi addosso alle pale, cercano sculture di Amedeo Modigliani, i giorni passano interi, zero bassorilievi, poi vedi qualcosa viene su, Alleluja!
Livorno. Estate del 1984. Per celebrare il centenario della nascita di Amedeo Modigliani, il Museo di Arte Moderna allestisce una mostra al suo cittadino più illustre, a cura di Vera Durbè e del fratello Dario. I due decidono di perlustrare con delle scavatrici il fondo del Fosso Mediceo alla ricerca di alcune sculture che secondo una leggenda Modigliani avrebbe gettato nel 1909 offeso dal giudizio dei concittadini, prima di partire per Parigi.
I giorni passano, gli occhi curiosi della gente osservano le ricerche, ma nessuna traccia delle sculture. L’ottavo giorno finalmente – l’operazione sembrava essere un grande spreco di denaro pubblico – la ruspa tira fuori qualcosa.
Tre teste incise su tre pietre, scatti dal treppiede, la tribu, esulta! Gli esperti dicono che si, quelle li, sono di, di Modì! Esporle qui, nel museo, di Amedeo, oggidì! Dillo al TG! Visitatori a frotte, personalità dotte, specialisti a corte, raccontano già frottole! Perché vedete quelle teste nelle teche sono tre ciofeche fatte da studenti con il Black&Decker!
Si tratta di tre teste scolpite una su granito e due su pietra serena con tratti duri e allungati. Vera e Dario non hanno dubbi: le opere sono di Modigliani. Giungono in massa da tutto il mondo a Livorno turisti, giornalisti, critici d’arte per ammirare e fotografare gli incredibili ritrovamenti.
L’atmosfera è satura di entusiasmo, i critici italiani più affermati (Argan, Ragghianti, Carli, Brandi) confermano l’autenticità delle sculture. Sono tutti pronti a festeggiare quando una notizia spiazza tutti quanti: una delle teste è stata realizzata per scherzo da un gruppo di tre studenti di Livorno, Pietro Luridiana, Pierfrancesco Ferrucci e Michele Guarducci, non con uno scalpello ma con un trapano elettrico Black & Decker. Lo affermano in una rivista su Panorama dove vengono pubblicate anche le foto scattate nel momento della realizzazione del falso.
Si, io voglio essere così,come i ragazzi delle teste di Modì,ed ogni volta che ti metto in crisi,con i miei sorrisi puoi chiamarmi testa di!Si, io voglio essere così,come i ragazzi delle teste di Modì,prendermi gioco di ogni tua certezza,ma con leggerezza,come un colibrì!
Il ritornello parla da sè e non aggiunge nulla riguardo alla burla.
Would the real Modigliani head please stand up?Questi fissano una pietra ed hanno la Stendhal! Ma che razza di sibille, parlate troppo presto e siete senza pupille, come i volti del maestro, Pazzi! Sostenete il contrario del vero, quindi passi che le vostre carte siano state battute da sassi. Siete come il chiasso della folla indelicata che a Parigi tratta la Gioconda come Lady Gaga.“Monna Lisa!!! Mannaggia non si è girata! Mmm… hai visto che pelle liscia e levigata?”
Nonostante ciò i Durbè e gran parte della critica sono ancora convinti che le teste siano originali, fino a quando si viene a sapere che le altre due teste sono opere di un tale Angelo Froglia, lavoratore portuale e discreto artista. Egli non intendeva fare un semplice scherzo come gli studenti, voleva semplicemente far sapere come nel mondo dell’arte l’effetto dei mass media e dei cosiddetti esperti possa portare a prendere grossissimi granchi.
I “cosiddetti esperti” rimangono in silenzio, immersi nel ridicolo.
È con loro che se la prende Capa definendoli sibille, perché utilizzano un linguaggio artificioso che risulta oscuro e profetico, degno della sibilla Cumana. Affetti da Stendhal al cospetto non di opere d’arte ma di tre semplici pietre.
Ciechi in quanto non sanno riconoscere un falso. Ricordiamo che Modigliani non dipingeva quasi mai gli occhi nei suoi ritratti. La massa amorfa viene influenzata troppo facilmente dai media e dagli espertoni, come ha dimostrato Froglia, e l’arte si sta avvicinando sempre di più a interessi commerciali diventando un fenomeno di mercificazione e speculazione.
è un problema trito, fede e mito, finché morte non ci separi tipo fede e dito. Venerare teste rivoltate nel fango e nella torba mentre Modigliani si sta rivoltando nella tomba. Ho dieci anni ma mi piace l’arte varia, più dell’uomo l’uomo ragno blocca mostri gambe in aria, tolgo il suo poster per i miei nuovi eroi, che mandano all’aria mostre con i blocchi di arenaria!
Alla fine c’è l’allusione alla leggenda a cui hanno creduto pienamente i fratelli Durè e l’assessore alla Cultura Frontera che concesse i finanziamenti per dragare i fossi. Gli studenti e Angelo Froglia diventano quindi i nuovi eroi da prendere come esempio, che prendono il posto di Spider Man.
Museica è il mio museo, la mia musica, il mio album numero 6. È stato registrato a Molfetta e mixato a Los Angeles dal pluri-blasonato Chris Lord-Alge. Essendo io sia l’autore che il produttore artistico, lo considero come un nuovo “primo” disco. È un album ispirato al mondo dell’arte, l’audioguida delle mie visioni messe in mostra. Ogni brano di Museica prende spunto da un’opera pittorica che diventa pretesto per sviluppare un concetto. Non esiste dunque una traccia che possa rappresentare l’intero disco, perché non esiste un quadro che possa rappresentare l’intera galleria. In pratica questo album, più che ascoltato, va visitato.
(Caparezza)
- La “beffa” del 1984 (xoom.it)
- Caparezza : Teste di Modì, testo e interpretazione (radioliberatutti.it)