Il New York Times ha pubblicato un video girato dal biologo Timothy Mousseau durante un censimento di flora e fauna, dove si raccontano gli effetti delle radiazioni nell’area di Chernobyl.
Come ben sappiamo, il 26 Aprile del 1986 a Pripjat nei pressi di Chernobyl al nord dell’Ucraina, avvenne un grave incidente all’interno dell’impianto nucleare che comportò l’evacuazione totale dell’area a causa della forte presenza di radiazioni.
Dopo l’abbandono dell’uomo, l’area è stata lentamente riconquistata dalla natura, ma anche se numericamente orsi, volpi, lupi, piante e insetti hanno aumentato la loro presenza, il risultato di questo censimento ci mostra come questi siano stati intaccati dalle radiazioni, mutando molto più velocemente di quanto non accada secondo processi naturali e spesso in maniera bizzarra demarcando malformazioni che tendono a uccidere intere specie.
Ed è proprio questa la grande lezione che si può imparare da questo gravissimo incidente. Le radiazioni influiscono sensibilmente sulla biodiversità e quindi applicati su grande scala, portano alla lenta ma inesorabile estinzione delle varie specie.
Perciò, se vi capita di leggere online che Chernobyl è diventato un “paradiso per la fauna selvatica”, sappiate bene che è l’esatto opposto, cioè un “laboratorio naturale sugli effetti delle radiazioni a lungo termine”.