Per questo articolo della serie Ready To Rumble, ho pensato di approfondire il discorso delle maschere usate nel mondo del Pro Wrestling, argomento in parte affrontato in quest’altro articolo sulla lucha libre messicana, ma che merita sicuramente qualche parola in più.

[title]Origini[/title]
Come accennavo qui sopra, la maschera e più precisamente i lottatori mascherati vengono immediatamente associati alla scuola messicana, e infatti è proprio lì che ha avuto origine questo fenomeno. Non vorrei tediarvi troppo ripetendo ciò che avevo già scritto nell’articolo precedente, ma vi basti sapere che la tradizione delle maschere ha le sue radici in tradizioni folcloristiche messicane, come il Dia de los Muertos ossia la festa del giorno dei morti (celebrato il 2 Novembre) che a sua volta è stata fortemente contaminata dalle maschere azteche utilizzate nei rituali funebri. Si veda ad esempio questa immagine, raffigurante una ragazza con il volto tinto per la festa in questione, e quest’altra immagine, di una maschera rituale azteca.

L’utilizzo di una maschera durante un combattimento non è cosa nuova; spesso negli scontri tra gladiatori alcuni di essi indossavano maschere per rappresentare qualche famoso personaggio storico, oppure alcuni elmi da combattimento potevano essere decorati come se fossero una maschera, oppure ancora mi vengono in mente le mempo, ossia le maschere indossate dai samurai allo scopo di incutere timore all’avversario.

Ma il primo lottatore di wrestling a fare il suo ingresso sul quadrato con il volto mascherato è stato, secondo alcune fonti, El Santo. La sua maschera, molto semplice e monocromatica, sarebbe stata confezionata da Don Antonio Martinez, sarto guanajuatense (abitante del Guanajuato) specializzato nella produzione di calzature, e quindi esperto nel lavorare pellame e tessuti. Nella foto qui sotto (tutti i diritti appartengono a MTZWEAR y Deportes Martínez) potete vedere da sinistra a destra Don Antonio Martinez, la prima maschera che egli realizzò, e il sarto assieme a El Santo, mentre osservano un paio di stivali da luchadores. Oggi la famiglia Martinez realizza non solo maschere, ma anche stivali, costumi ed accessori per lottatori di wrestling, tutti completamente personalizzabili e realizzati artigianalmente. Personalmente ho acquistato tramite il loro sito un paio di stivali e di kickpad (paratibie), realizzati davvero bene e perfettamente su misura (vi basti pensare che per gli stivali vi chiedono tutte queste misure).

Mascara

Al giorno d’oggi i produttori di maschere (máscarero) sono molti e diversi, sia in Messico che in Giappone. E anche in questo campo non mancano i prodotti contraffatti, o non originali. Ogni mask maker però tende a mettere la propria firma su ogni sua creazione, che in certi casi può essere esplicita ed evidente, come ad esempio un’etichetta all’interno della maschera stessa, oppure altre volte è molto più sottile da leggere, e qui vi confesso che serve davvero molta esperienza e conoscenza nel settore: per questo argomento infatti mi baso principalmente sul know-how di Rika, autore della rubrica Masked Legacy e che mi ha gentilmente concesso l’utilizzo di qualche immagine di alcune delle maschere facenti parte della sua personale collezione privata, che conta più di 100 elementi (si veda l’immagine di testa e le seguenti). Ad esempio le firme dei vari mask maker si possono riconoscere nelle differenze sulla struttura del passalacci dietro la testa (dove la maschera viene chiusa o legata), precisamente nella seguente foto vediamo tre diverse maschere di tre diversi mascarari, ciascuna con un agujetero diverso sopra alle cerniere.

Mascara

[title]Struttura[/title]
Ma passiamo ora alla sostanza vera e propria, ossia com’è fatta una maschera? La struttura esterna può essere molto diversa, così come la forma è spesso molto differente. Si va da maschere completamente chiuse, come quella di Mistico o di La Parka, a maschere parzialmente aperte nella zona della bocca a del mento, come quelle di Rey Mysterio jr o di The Great Sasuke, a maschere più particolari, che ad esempio coprono il volto ma lasciano fuoriuscire i capelli, come ad esempio quella di Jushin “Thunder” Liger, o a a varianti delle due cose, come ad esempio questa private mask (ossia maschera non utilizzata nei match, ma solo per le apparizioni pubbliche) di Hayabusa.

Per quanto concerne invece la struttura esterna, troviamo più o meno alcuni materiali base, che vengono utilizzati in tutte le maschere. Questi sono principalmente tessuto e cuoio (ricordiamo che la prima maschera fu realizzata da un produttore di calzature), con finimenti in vinile, licra e nastri di cotone. Riporto qui di seguito, direttamente dalla collezione di Rika, alcune foto della maschera di Jushin “Thunder” Lyger, nella versione “C.T.U. Type”, non solo perché è una delle mie preferite, ma anche perché è possibile notare molte caratteristiche interessanti. Innanzitutto si può notare che la maschera è completamente chiusa nella zona del volto, ma lascia uscire i capelli di chi la indossa (per la cronaca, Lyger ha i capelli lunghi), inoltre la maschera è decorata con delle vere e proprie corna, che vengono prodotte separatamente, imbottite con del cotone, e fissate sulla maschera. Inoltre la zona per gli occhi è coperta da una sorta di rete, che nasconde gli occhi dell’indossatore, consentendogli però di riuscire a vedere cosa sta succedendo attorno a lui. Nella parte posteriore potete notare i lacci con i quali la maschera viene chiusa (a differenza, per esempio, delle cerniere viste sopra), e nell’ultima immagine potete osservare l’interno di una maschera: sono ben evidenti le cuciture e i materiali utilizzati. All’interno poi è presente anche uno strato di cotone o altro tessuto morbido per assorbire il sudore dei lottatori, ed evitare che la pelle sia a diretto contato con il cuoio e le cuciture della machera.

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Per ulteriori informazioni, o se volete conoscere la storia e la struttura di altre maschere, vi rimando alla sopracitata rubrica Masked Legacy di Rika, che ringrazio assieme allo staff di Puroresu Mission per avermi concesso l’utilizzo delle immagini presenti in questo articolo.

Non ho veri e propri link da lasciarvi, a parte i due citati qui sopra, per il semplice fatto che gli argomenti trattati sono un po’ di nicchia, e non ho nessuna pagina di wikipedia a cui mandarvi. Vi dovrete accontentare di prendere per vero ciò che vi ho raccontato :)

Vi lascio qui di seguito una mini-gallery con alcune immagini recuperate in rete.
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[rubrica][url=https://leganerd.com/tag/ready-to-rumble/]RTR[/url] – [i]Ready To Rumble[/i] è la rubrica di Lega Nerd che ti scaraventa nel mondo del wrestling.[/rubrica]