Perché alcuni vulcani non esplodono? La risposta arriva dalla scienza
Quello che accade prima di un'eruzione vulcanica, bolle di gas esplosive o colate laviche lente e panoramiche.

I vulcani custodiscono un’aura fatta di curiosità, fascino e timore. In Italia convivono vulcani dormienti come il Vesuvio, giganti attivi e scenografici come l’Etna e vulcani meno conosciuti come lo Stromboli, sempre in attività. A questi si aggiungono sistemi sotterranei e laghi vulcanici che, di tanto in tanto, ci ricordano che la Terra è viva: non solo per il movimento delle placche tettoniche, ma anche per l’energia profonda che alimenta il vulcanismo. Aggiungiamo qualche informazione scientifica in più grazie a recenti studi geologici.
Uno studio pubblicato su Science svela il motivo per cui alcuni vulcani sono pieni di gas e pericolosamente esplosivi, mentre altri, come l’Etna, hanno periodiche colate di lava e non esplodono mai oppure lo fanno più lentamente. Il team che si è occupato della ricerca è guidato dall’ETH di Zurigo. La risposta è nel magma in risalita: non forma bolle di gas perché la pressione diminuisce. Questo accade anche quando il magma è sottoposto a forti forze di taglio all’interno del condotto vulcanico.
Come il movimento del magma regola bolle, gas ed eruzioni: due vulcani studiati come bottiglie di Champagne
Prima si riteneva che i gas rimanessero disciolti nella profondità della Terra per le temperature elevate del magma e per l’alta pressione. Si pensava che le bolle si formassero quindi verso la superficie, con un calo rapido della pressione. Lo studio di alcuni vulcani, il Monte Sant’Elena negli Stati Uniti e il Quizapu in Cile, ha dimostrato altro. Pur avendo magma viscoso e ricco di gas, questi vulcani hanno rilasciato colate di lava lente prima di un’eventuale fase esplosiva.
Le nuove scoperte dimostrano che il movimento differenziato del magma all’interno del condotto vulcanico può impastare la roccia fusa. Il magma al centro scorre più velocemente, mentre quello vicino alle pareti rallenta per attrito, generando tensioni e forze di taglio. Queste, se sufficientemente intense, possono innescare la formazione di bolle anche senza calo di pressione.
Una volta formate, le bolle di gas tendono a fondersi creando canali che permettono ai gas di fuoriuscire gradualmente, riducendo la pressione interna del vulcano e stabilizzandolo. Questo processo può prevenire o ritardare eruzioni violente, spiegando molti comportamenti finora ritenuti inspiegabili. Il team ha testato il fenomeno attraverso esperimenti di laboratorio e simulazioni digitali, verificando che maggiore è la quantità iniziale di gas presente nel magma, minore è la forza necessaria per innescare la degassificazione.