Un puzzle preistorico: l’antica megafauna australiana torna alla luce
Identificato un vombato dalle grandi dimensioni. La scoperta effettuata grazie all'analisi del collagene di fossili di 43 mila anni fa.

L’Australia ospitava una diversità di megafauna, i vombati erano degli animali di grandi dimensioni quasi come gli ippopotami, anche i canguri erano giganti. Ma poi che fine hanno fatto queste creature? Ovviamente, si sono estinti, ma capire come è avvenuta la loro estinzione potrebbe dirci tanto sul futuro.
Un team internazionale di ricercatori dell’Università di Vienna e dell’Università dell’Algarve ha tentato di studiare questa misteriosa estinzione della megafauna e lo ha fatto studiando il collagene antico, che si trova ancora oggi conservato in reperti fossili.

Nuove tecniche per studiare la megafauna australiana estinta: il ruolo del collagene antico
“L’areale geografico e la data di estinzione della megafauna in Australia, nonché la potenziale interazione con i primi esseri umani moderni, sono argomenti molto dibattuti”. Queste le parole della Professoressa Katerina Douka, autrice principale. Il collagene è quella proteina che si trova nelle ossa, nella pelle, nei muscoli ed anche in altre parti del corpo.
Gli scienziati adesso possono utilizzare marcatori peptidici, ovvero delle piccole catene di amminoacidi estratte proprio dal collagene antico per studiare queste specie di animali vissute milioni di anni fa e scomparsi. Nello specifico, i ricercatori in questione hanno utilizzato una tecnica chiamata Zooarcheologia mediante spettrometria di massa.
Questo ha portato all’identificazione di tre megafauna australiane estinte, il vombato delle dimensioni di ippopotamo, un canguro gigante e il Palorchestes azael, ovvero un marsupiale molto strano con enormi artigli ed una lunga lingua protrusibile. Stando a quanto riferito dai ricercatori, Zygomaturus trilobus e Palorchestes azael si sarebbero estinti durante il tardo Quaternario, mentre il Protemnodon mamkurra potrebbe essere vissuto abbastanza da coesistere con i primi umani arrivati in Tasmania.
In passato, anche altri ricercatori hanno effettuato delle ricerche e conseguenti scoperte, utilizzando il collagene antico che rappresenta ad oggi un campo consolidato. In questo caso però, la scoperta effettuata dai ricercatori dell’Università di Vienna e dell’Università dell’Algarve rappresenta un grande passo in avanti.


