Un nuovo studio svela il potere degli allenamenti concentrati nel weekend
Se hai poco tempo a disposizione per allenarti, puoi farlo nel fine settimana. Ecco i risultati di un nuovo studio.

Un recente studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association è stato piuttosto sorprendente. I ricercatori in questione hanno esaminato gli effetti dell’attività fisica (PA) concentrata e distribuita nel sostenere nel sostenere la salute ed il benessere dell’uomo. I ricercatori hanno utilizzato dei dati a lungo termine della Uk Biobank per effettuare la loro indagine. Così facendo, i ricercatori hanno confrontato il modello weekend warrior dei 150 minuti raccomandati di attività fisica da moderata a intensa settimanali condensati in uno o due giorni ed il modello PA distribuito in modo uniforme con una coorte inattiva.
I risultati dello studio sono stati molto soddisfacenti ed hanno rivelato che sia i modelli di attività fisica moderata-intensa sia quelli di attività fisica regolare hanno ridotto ed anche di tanto il rischio di mortalità per tutte le cause rispetto al gruppo inattivo. Risultati davvero molto interessanti soprattutto per quelle persone che hanno poco tempo a disposizione e sono costretti ad allenarsi soltanto nei giorni feriali.

Allenamenti nel fine settimana, ecco perché aumentano la longevità
L’attività fisica è molto importante per la salute ed il benessere dell’uomo, perché va a ridurre il rischio di malattie non trasmissibili soprattutto malattie cardiovascolari e tumori. A riconoscere l’importanza dell’attività fisica è stata anche l’Oms, ovvero l’Organizzazione Mondiale della Sanità che raccomanda a tutti gli adulti di impegnarsi almeno 150 minuti a settimana nello svolgere l’attività fisica da moderata a intensa.
Alcuni studi precedenti hanno convalidato le riduzioni del rischio di mortalità per tutte le cause derivanti dall’impegno in 22 minuti di MVPA al giorno in base alla raccomandazione settimanale dell’OMS. I benefici della condensazione di 150 minuti di MVPA in uno o due giorni rimangono comunque del tutto inconcludenti. Lo studio in questione ha ottenuto i seguenti risultati.
Il 42,6% dei partecipanti erano WW,22.037, il 23,6% erano attivi regolari ed il 33,8% erano inattivi. Le valutazioni effettuate invece sulla mortalità hanno rivelato questo ovvero che durante la mediana di 8,1 anni di follow-up, 3.965 partecipanti sono morti per mortalità per tutte le cause e 1.790 per cancro e 667 per CVD.


