Rivelato l’impatto del rumore in terapia intensiva
Studi approfonditi hanno rivelato l'entità dell'impatto causato dall'eccesso di rumori nei reparti di terapia intensiva, svelando gli effetti negativi prodotti sui pazienti: ecco i risultati.

Le unità di terapia intensiva (UTI) si distinguono per i livelli sonori più elevati rispetto a quelli degli altri reparti. Il motivo di questa condizione sarebbe dovuto prevalentemente a un’alta concentrazione di macchinari terapeutici, oltre che alla mole di attività che contraddistingue il personale sanitario. Aggiungendo i suoni derivanti dai dispositivi di monitoraggio, verrebbe a crearsi un ambiente acustico molto particolare, caratterizzato da un eccesso di rumore: tutto ciò determinerebbe un impatto negativo sulla salute dei pazienti e degli operatori sanitari.
Uno studio sui livelli sonori del Royal Liverpool University Hospital (RLUH) ha valutato questi valori, confrontandoli con le linee guida consigliate. Gli scienziati hanno effettuato misurazioni prospettiche del livello sonoro in un reparto con 6 posti letto nella suddetta struttura, nel periodo compreso tra il 15 giugno e il 1° luglio 2022.
La valutazione ha interessato dati sonori pari o superiori a 87 dBA, secondo i livelli stabiliti dalle normative sul rumore in Gran Bretagna. In questo lasso di tempo è stata effettuata una revisione retrospettiva delle cartelle cliniche di 11 pazienti, per individuare gli eventi rumorosi durante il periodo di registrazione. I risultati hanno dimostrato che tutte le misurazioni hanno superato le linee guida.
Le probabili cause di rumore certificate riguarderebbero manovre come la somministrazione di farmaci, l’aspirazione, il riposizionamento e la cura personale dei pazienti. I livelli sonori dell’UTI dell’RLUH hanno superato abbondantemente le linee guida nazionali e internazionali, sollevando l’urgenza di intervenire sul problema dell’inquinamento acustico nelle unità di terapia intensiva.

Rumore in terapia intensiva: l’impatto sui pazienti e sul personale sanitario
Ulteriori studi hanno correlato l’inquinamento acustico agli effetti negativi sulla salute a breve e a lungo termine. Alcuni test di simulazione avrebbero rilevato che gli allarmi dei dispositivi medici, da soli, non rappresenterebbero la causa di eccesso sonoro e che la stessa terapia intensiva potrebbe rivelarsi rumorosa.
Elevati livelli di rumore ambientale nelle UTI determinerebbero l’insorgenza di disturbi del sonno nei pazienti ( fino al 76%), favorendo il peggioramento della qualità del riposo. Gli effetti associati alla privazione del sonno potrebbero causare problemi psicologici e danni al sistema immunitario, ma non solo. Potrebbero influire, infatti, anche sull’aumento di patologie cardiovascolari e respiratorie. È doveroso ricordare che una percentuale di pazienti ricoverati in terapia intensiva, compresa tra il 30 e il 75%, soffre di delirio e potrebbe essere soggetta a un declino cognitivo dopo la dimissione.
Una recente statistica ha rivelato che l’uso di tappi per le orecchie ha determinato una sensibile riduzione del rischio di delirio nei pazienti, riducendo notevolmente l’incidenza di tale condizione nel soggetti ricoverati nelle UTI. I rumori eccessivi possono causare effetti negativi anche sul personale sanitario, influendo negativamente sulle prestazioni professionali e favorendo l’aumento delle probabilità di errori medici. Serviranno, pertanto, ulteriori ricerche in grado di proporre interventi idonei a favore un ambiente meno rumoroso, che agevoli le manovre di assistenza sanitaria nei confronti dei pazienti.


