23andMe ha presentato istanza di fallimento: era il re dei test genetici
Il re dei test genetici 23andMe ha dichiarato bancarotta e la CEO Anne Wojcicki si è dimessa. Un tempo una promessa della Silicon Valley, all'apice l'azienda era valutata quasi 6 miliardi di dollari.

La società di test genetici 23andMe, un tempo fiore all’occhiello della Silicon Valley, ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti. La mossa, annunciata domenica scorsa, segna un drastico cambio di rotta per l’azienda californiana, che ha optato per la procedura di Chapter 11 con l’obiettivo di facilitare un processo di vendita che possa “massimizzare il valore del business”. Contestualmente, la cofondatrice e CEO Anne Wojcicki ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato, dichiarando di volersi posizionare come potenziale acquirente indipendente della società.
Dal successo al declino: un fallimento da 5,33 miliardi di euro
Il crollo di 23andMe rappresenta uno dei più significativi insuccessi nel panorama tecnologico recente. L’azienda, pioniera nel settore dei test genetici diretti al consumatore con i suoi famosi “kit salivari”, ha visto evaporare il proprio valore di mercato, passando da una valutazione di picco di 5,8 miliardi di dollari (circa 5,33 mld di euro) nel febbraio 2021 a meno di 50 milioni per le azioni quotate al Nasdaq.
Le ragioni del declino sono molteplici e intrecciate. In primo luogo, la domanda per i kit genetici ha subito un drastico rallentamento, con conseguente calo dei ricavi. A questo si sono aggiunte le crescenti preoccupazioni da parte dei consumatori sulla proprietà e l’utilizzo dell’enorme database genetico accumulato dall’azienda negli anni. La società non è mai riuscita a generare un profitto netto, nonostante i tentativi di diversificazione.

Un colpo decisivo è arrivato lo scorso anno, quando 23andMe ha annunciato una ristrutturazione che ha interrotto gli sforzi per sviluppare nuovi farmaci, ponendo fine alla lunga ambizione di Wojcicki di trasformare l’attività in un’azienda di sviluppo farmaceutico. Questa decisione ha segnato l’abbandono di una strategia su cui l’azienda aveva puntato molto per il proprio futuro.
Mark Jensen, presidente del consiglio di amministrazione e membro del comitato speciale che ha annunciato la procedura di Chapter 11, ha dichiarato: “Ci aspettiamo che il processo supervisionato dal tribunale faccia avanzare i nostri sforzi per affrontare le sfide operative e finanziarie che stiamo affrontando, incluse ulteriori riduzioni dei costi”.
Nel frattempo, Joe Selsavage, chief financial and accounting officer, sostituirà Wojcicki come CEO ad interim, con l’intenzione di mantenere operativa l’azienda durante il processo di vendita.


