Con il lancio della serie Mate 70, Huawei manda un segnale forte: l’autonomia tecnologica è il nuovo pilastro strategico del colosso tecnologico. Il fiore all’occhiello sarà HarmonyOS Next, il primo sistema operativo mobile di Huawei completamente privo di tracce del codice Android. L’azienda, già colpita dai divieti statunitensi durante il primo mandato di Trump, ha accelerato verso un’indipendenza digitale, abbandonando i residui della sua vecchia dipendenza da Google.
Questa mossa è più di un upgrade tecnico: è una dichiarazione di resilienza in un contesto geopolitico sempre più teso tra Cina e Stati Uniti.
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Durante il suo primo mandato alla Casa Bianca, il presidente- nuovamente eletto- Trump, si era mosso per bloccare quella che considerava una minaccia alla sicurezza nazionale, esercitando controlli sulle esportazioni dalla Cina (e non solo) e un ordine esecutivo per tagliare i legami dell’azienda cinese con partner e fornitori statunitensi.
L’amministrazione uscente del presidente Joe Biden ha proseguito questo approccio, il che significa che Huawei ha dovuto cercare più vicino a sé chip, sistemi operativi e applicazioni.
Il nuovo chip nazionale: la risposta di Huawei ai blocchi USA
Non solo software. Huawei alza la posta anche sul fronte hardware, con i nuovi chip progettati in casa. Secondo il Wall Street Journal, i modelli di punta della serie Mate 70 saranno dotati di processori avanzati come il Kirin 9000s, sviluppati da HiSilicon e prodotti dall’azienda cinese SMIC.
Il chip promette prestazioni che un tempo sembravano raggiungibili solo con tecnologie occidentali. Per gli analisti del settore,k questo rappresenta un passo simbolico nella corsa cinese all’autonomia tecnologica, dimostrando come i tentativi di Washington di isolare Huawei stiano avendo un impatto limitato o, quantomeno, arginabile.
Un futuro che parla cinese: cosa rappresenta il Mate 70
La serie Mate 70 è più di uno smartphone: è il simbolo di una trasformazione epocale. Il il gigante tecnologico di Shenzen mostra come le barriere commerciali abbiano spinto l’innovazione interna, inaugurando un’era in cui software e hardware made in China non sono solo una necessità, ma un’opportunità per riscrivere le regole del gioco.
Con HarmonyOS Next, e un chip interamente made in China, Huawei sta già delineando un futuro in cui le tensioni geopolitiche non saranno più un ostacolo alla competitività tecnologica. E con il secondo mandato di Trump all’orizzonte, questa mossa appare più strategica che mai.