Il lancio dello Spectro-Photometer for the History of the Universe, Epoch of Reionization and Ices Explorer è previsto entro il mese di aprile 2025 e non sarà il primo ad osservare centinaia di galassie e stelle, ma sarà il primo a mappare il cosmo in 102 colori. Sebbene queste tonalità cromatiche non siano visibili ad occhio nudo, gli scienziati li useranno per approfondire vari argomenti che spaziano dalla fisica che ha governato l’universo meno di un secondo dopo la sua nascita alle origini dell’acqua su pianeti come la Terra.

Siamo la prima missione a guardare l’intero cielo in così tanti colori.

Jamie Bock, Principal Investigator di SPHEREx, che ha sede al Jet Propulsion Laboratory della NASA e al Caltech, nella California meridionale

Origini cosmiche

Ciò che gli occhi umani percepiscono come colori sono lunghezze d’onda distinte della luce. L’unica differenza tra i colori è la distanza tra le creste dell’onda luminosa. Se una stella o una galassia si muove, le sue onde luminose si allungano o si comprimono, cambiando i colori. Gli astronomi possono misurare il grado di allungamento o compressione della luce e usarlo per dedurre la distanza dall’oggetto.

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SPHEREx applicherà questo principio per mappare la posizione di centinaia di milioni di galassie in 3D. In questo modo, gli scienziati possono studiare la fisica dell’inflazione, l’evento che ha causato l’espansione dell’universo di un trilione di trilioni di volte in meno di un secondo dopo il big bang. Questa rapida espansione ha amplificato piccole differenze nella distribuzione della materia.