All’inizio di quest’anno, un gruppo di ricercatori ha avanzato una richiesta per ottenere un’esenzione dal DMCA che consentisse loro di rendere disponibili online versioni emulate di alcuni videogiochi dei loro archivi fisici, destinati alla ricerca. Il gruppo fa parte di un’organizzazione che si è data l’obiettivo di preservare i giochi del passato dal rischio che possano diventare irreperibili.

“Il mercato del retrogaming è una bolla pilotata da aziende e collezionisti”, l’accusa di uno youtuber “Il mercato del retrogaming è una bolla pilotata da aziende e collezionisti”, l’accusa di uno youtuber

Oggi, tuttavia, l’Ufficio del Copyright degli Stati Uniti ha respinto nuovamente questa richiesta: i ricercatori che partecipano al progetto dovranno obbligatoriamente recarsi fisicamente presso le collezioni, spesso dislocate in luoghi lontani, per accedere a copie originali dei videogiochi, ormai molto rari e spesso non pubblicati da decenni.

Nella decisione, il Registro del Copyright della Library of Congress ha accolto le argomentazioni dell’Entertainment Software Association e di altri oppositori, secondo cui l’accesso remoto rischierebbe di trasformarsi in un “arcade online gratuito,” potenzialmente dannoso per il mercato delle riedizioni dei videogiochi classici. Questo rischio ha prevalso nonostante uno studio della Video Game History Foundation (VGHF) dimostri che circa l’87% dei titoli più datati non è più disponibile sul mercato. Il Registro ha riconosciuto che alcuni giochi potrebbero non avere un mercato di riedizione, ma ha anche osservato che esiste un mercato “sano” per molti altri titoli rilasciati nuovamente. Pur apprezzando le misure di protezione proposte per prevenire l’uso ricreativo dei giochi, il Registro ha ritenuto che tali garanzie non fossero sufficientemente specifiche per escludere possibili danni al mercato.