Uno studio è stato effettuato con grande attenzione e precisione dagli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory della NASA in una particolare zona del Mare di Beaufort, a nord dell’Alaska. Nello specifico gli studiosi si sono riuniti per poter osservare da vicino un buco molto stretto all’interno di uno strato di ghiaccio marino piuttosto spesso. Ad aiutarli in tale lavoro un robot cilindrico impegnato nella raccolta di dati scientifici sperimentali all’interno del freddo oceano.
Si è trattato di un test molto importante grazie al quale gli scienziati sono riusciti a provare il loro prototipo di robot nell’Antartico. Il robot cilindrico in questione per poter raccogliere i dati sopracitati è stato collegato con una corda ad un treppiede che ha poi consentito che potesse essere calato tramite il foro di trivellazione.
L’obiettivo del progetto
Quanto fatto rappresenta un grande passo avanti per il progetto IceNode della NASA. L’obiettivo era infatti quello di consentire agli scienziati, tramite l’utilizzo di una flotta di robot autonomi presenti sotto le piattaforme di ghiaccio antartiche, di poter calcolare con precisione non solo in che modo e soprattutto con che rapidità il continente sotto esame sta perdendo ghiaccio. Ma anche quello di poter valutare la velocità con cui tale scioglimento potrebbe a sua volta provocare l’innalzamento del livello del mare a livello globale.
L’obiettivo degli scienziati è quello di misurare lo scioglimento delle piattaforme di ghiaccio nei luoghi della Terra considerati meno accessibili. Entrando più nel dettaglio della questione, possiamo dire che gli scienziati desiderano concentrarsi in modo particolare nella zona sottomarina nota più di preciso con l’espressione “zona di messa a terra”. Una zona questa dove ad incontrarsi sono le piattaforme di ghiaccio galleggianti, la terraferma e l’oceano. Il tutto per poter scrutare in assoluta profondità quelle che vengono definite delle ‘cavità inespolarate’ dove con maggiore velocità il ghiaccio potrebbe sciogliersi.