Anche le storie vere oltre a quelle letterarie – sempre rivisitate – ispirano la filmografia di Guy Ritchie e, dopo la parentesi seriale per Netflix e prima di quella che lo vedrà tornare sul detective più famoso al mondo per Prime Video, sempre in streaming come già era successo in passato nel nostro Paese (all’estero, l’uscita in sala era comunque garantita), arriva il suo più recente film da regista, con il solito cast stellare pieno di testosterone e con un pizzico di femminilità.
Il Ministero della Guerra Sporca, basato su documenti declassificati nel 2016 del Dipartimento della Guerra britannico, si concentra sulla prima organizzazione di forze speciali della Storia, formata durante il secondo conflitto mondiale nientemeno che dal Primo Ministro britannico Winston Churchill insieme ad un gruppo di ufficiali, di cui faceva parte anche lo scrittore Ian Fleming (proprio lui, il creatore di James Bond!). Pronti per un action comedy stilosissima?
La cavalleria (non) è morta
Al centro della trama del film, come dicevamo, il gruppo formato da furfanti e cani sciolti, rifiutati da altre organizzazioni proprio perché imprevedibili e sanguinolenti e scelti accuratamente per questa missione proprio perché top secret e non ufficiale, quindi facilmente negabile qualora si trovassero in condizioni di svantaggio o venissero scoperti. Non sarà però certo questo a fermare i personaggi interpretati da Henry Cavill (che già aveva lavorato con Ritchie in Operazione U.N.C.L.E.), Eiza González (vista e apprezzata di recente ne Il problema dei 3 corpi e qui perfetta femme fatale che non ha paura a sporcarsi le mani), Alan Ritchson (già Reacher sulla piattaforma e new entry nella scuderia del cineasta inglese), Henry Golding (già con Ritchie in The Gentlemen) e Alex Pettyfer (Sono il Numero Quattro). Accanto a loro tra le fila di britannici e nazisti gli attori Hero Fiennes Tiffin (After), Babs Olusamokun (Dune), Henrique Zaga (Oltre l’universo), Til Schweiger (Bastardi senza gloria) e Cary Elwes (La storia fantastica). Quello che caratterizza i protagonisti del regista lo ritroviamo anche in questa pellicola: sono eleganti e raffinati e allo stesso tempo sporchi e rozzi, risultando un mix affascinante e carismatico, tra un misto di accenti (vi consigliamo la visione in lingua originale) e un look marinaresco dato che si muovono via oceano.
Azione e reazione
Il Ministero della Guerra Sporca è un action comedy come praticamente tutti i film di Guy Ritchie: le scene adrenaliniche non si fanno attendere ma a lui piace giocare con gli spettatori facendogliele sudare: tipiche sono le tensioni narrative in cui sembra stia per succedere qualcosa che poi si rivela un nulla di fatto, strizzando l’occhio da un lato al western, dall’altro al genere spionistico. D’altronde questa è una spy story in piena regola, coi vari luoghi sparsi in giro per il mondo, il nostro gruppo di (anti)eroi che si dirige da una parte dall’altra del globo, i nazisti che devono essere fermati e fanno di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote, insieme al governo britannico per il quale loro sono dei fuorilegge.
Si è più che perfezionato nelle riprese e nell’uso della macchina da presa, citando praticamente se stesso, tra dettagli e primi piani volti ad aumentare il pathos. Tutto l’insieme è reso ancora più affascinante dal misto di storia vera e romanzata, dato che l’incursione nella guerra di questi signori ha gettato le basi per i Servizi Aerei Speciali britannici e le moderne missioni segrete. La presenza non solo e non tanto di un (ottimo) Winston Churchill ma soprattutto di Ian Fleming non può non risuonare quasi come un presagio di ciò che sarà l’agente segreto più famoso al mondo.
Tornare a casa
Guy Ritchie sembra in qualche modo non voler rischiare di uscire dal proprio genere e dalla propria comfort zone dietro la macchina da presa però questo film è talmente ben confezionato che si riesce a passare oltre la patina in cui non vi è nemmeno un capello fuori posto per i personaggi anche durante le loro acrobazie, a meno che sia non il regista a volerlo. Non ha la brillantezza e il ritmo di The Gentlemen e The Covenant, ma riesce comunque a creare una propria (sotto)identità che è frutto dell’aver mescolato gli elementi nominati in modo omogeneo, dando ad ognuno il proprio ruolo all’interno della missione e della grande macchina filmica, colonna sonora compresa (anche se qui meno incisiva di altre occasioni). Il maschio è sempre il fulcro dell’universo narrativo di Ritchie ma allo stesso tempo tutti quegli uomini non sarebbero nulla senza una donna forte, fatta e finita che gli ruota intorno, e González porta perfettamente a casa il risultato. Loro stessi non hanno paura di mostrare la propria sensibilità oltre che la tenacia e la resistenza. Il cineasta si prende gioco di tutti, ebrei e nazisti compresi, in questo carrozzone in continuo mutamento che fa rima con la Storia con la s maiuscola.
Il Ministero della Guerra Sporca è un film che si inserisce perfettamente nel curriculum e nel genere prediletto da Guy Ritchie ovvero l’action comedy, che in questo caso omaggia la spy story e le pagine della Storia vera da cui è ispirata. Una celebrazione dei servizi segreti britannici – o meglio, delle loro missioni top secret – e delle avventure di Ian Fleming, con un cast affascinante e carismatico che ammanta il racconto di eleganza e raffinatezza, proprio come il lavoro dietro la macchina da presa del regista inglese.
- Il cast corale.
- L’eleganza “sporca” della messa in scena.
- Il mescolare storia vera e romanzata.
- La regia di Guy Ritchie…
- …anche se potrebbe sembrare che non riesca ad uscire dalla sua comfort zone.
- È meno brillante di The Gentlemen e The Covenant.