Da alcuni mesi, in Europa e solo in Europa, è possibile scaricare applicazioni su iOS usando fonti diverse dall’App Store. Si tratta di una conseguenza diretta del Digital Market Act, una legge dell’Unione Europea che, tra le altre cose, ha anche imposto ad Apple di aprire il suo sistema operativo mobile al cosiddetto sideloading.
Apple all’inizio si era detta estremamente contraria, sostenendo che la possibilità di scaricare applicazioni dal browser o da altre fonti – come è da sempre possibile fare su Android – avrebbe introdotto dei gravi rischi per la sicurezza degli utenti, aumentando la proliferazione di malware e truffe. Alla fine non ha avuto scelta e oggi il sideloading è una realtà.
La novità aveva acceso la speranza che fosse possibile una sorta di “androidicizzazione”, almeno parziale, di iOS. Tutti i vantaggi dell’ecosistema di servizi di Apple, ma anche una libertà più simile a quella offerta dal sistema operativo di Google. All’epoca della discussione della legge, in molti si erano chiesti quale sarebbe stato l’impatto degli app store alternativi.
Secondo alcuni, il sideloading avrebbe avuto un importante impatto sui ricavi dell’azienda, mentre altri aveva spiegato che gli utenti Android hanno da sempre la libertà di installare app store alternativi, ma la stragrande maggioranza di loro tende a non farlo e scaricare comunque tutto dal Play Store di Google: su iOS, spiegavano, si sarebbe ripetuto la stessa identica cosa. E, in effetti, per ora sembra che le cose stiano andando così.
Tutti gli app store alternativi disponibili su iOS
Oggi esistono quattro diversi app store alternativi, tutti liberamente accessibili anche dall’Italia. Di questi, però, solo uno è completamente gratuito: l’ultimo arrivato, Aptoide.
Gli altri tre sono AltStore PAL, Mobinvention e Setapp Mobile. Mobinvention si rivolge alle aziende, ed è una piattaforma progettata per permettere ai dipendenti di scaricare applicazioni aziendali. Gli altri due prevedono entrambi una qualche forma di pagamento per poter essere utilizzati: AltStore PAL chiede un pagamento annuale di quasi 2€, mentre per usare Setapp Mobile bisogna ricevere un invito (è ancora in beta) e, quindi, pagare una sottoscrizione mensile (la versione per Mac costa 9.99$/mese)..
AltStore PAL è probabilmente il più popolare di tutti e quattro, dato che ha reso possibile scaricare Delta – un’app che permette di emulare diversi giochi della Nintendo, tra cui i primi Pokemon e Super Mario -, dopo che Apple l’aveva rimossa dal suo App Store ufficiale. Fin dal lancio è presente anche Clip, un clipboard manager. Entrambe le applicazioni richiedono di abbonarsi al Patreon dei loro rispettivi sviluppatori: costano entrambi 3$ al mese. E’ possibile pagare una sola volta e poi continuare ad utilizzare comunque le applicazioni, ma in questo caso non si riceveranno gli ultimi aggiornamenti.
Aptoide è l’unico ad aver adottato una formula freemium: è gratuito, ma sarà comunque possibile contribuire alla piattaforma attraverso alcuni acquisti in-app. Aptoide esiste già da diverso tempo su Android, mentre la versione per iOS – almeno per ora – è destinata a distribuire esclusivamente i giochi. Il webmagazine The Verge – che ha testato la versione iOS del marketplace – sostiene che per il momento l’offerta sia piuttosto scarna ed includa titoli abbastanza semplici, come solitario. Chiaramente, l’ambizione è quella di aumentare di molto il numero di app disponibili nel corso dei prossimi mesi.
Per il momento, Aptoide si distingue anche per essere il primo marketplace ad aver ricevuto l’approvazione per utilizzare un sistema di pagamento alternativo a quello di Apple. Tutte le applicazioni sono gratuite, ma gli utenti possono sbloccare nuove funzionalità con i pagamenti in-app. Aptoide ha anche un sistema di ricompense che consente di accumulare punti e sbloccare sconti sui prossimi acquisti. E’ proprio quest’ultima caratteristica a distinguerlo da tutti gli altri app store esistenti al momento, incluso quello ufficiale di Apple.
Scaricare gli app store alternativi non è semplicissimo
Dunque, come si scaricano gli app store alternativi? L’operazione non è esattamente immediata: non serve una laurea in ingegneria informatica, ma comunque sono necessari diversi passaggi che rendono l’operazione abbastanza tediosa.
Tanto per iniziare, i marketplace non sono disponibili sull’App Store ma devono essere cercati sul browser, in genere sul loro sito ufficiale — probabilmente è un deterrente sufficiente ad allontanare il pubblico generalista e sicuramente ne riduce visibilità e diffusione.
Due requisiti fondamentali: avere installato iOS 17.4 o versioni successive ed essere localizzati in un Paese dell’UE (occhio ad eventuali VPN attive).
Nel caso di AltStore PAL è necessario andare sul sito ufficiale, pagare quanto richiesto e quindi cliccare su “scarica”; a questo punto compare un messaggio pop-up che ci avvisa che non abbiamo i permessi necessari per installare l’app. Bisogna dunque aprire le impostazioni, dove troveremo un invito ad autorizzare l’installazione, seguito da un avvertimento che segnala i potenziali pericoli di scaricare app da fonti non controllate da Apple. Una volta autorizzato il tutto con Face ID, si può finalmente riaprire il sito e procedere con il download. Lo store comparirà sulla home dell’iPhone assieme alle altre app e da lì potrà essere avviato ogni volta che ne abbiamo bisogno.
E’ anche possibile scaricare gli app store alternativi dal computer, per poi trasferirli sull’iPhone, ma la cosa richiede ancora più passaggi e ben volentieri ve li risparmiamo.
Quando arrivano i “grandi”?
Oggi la diffusione dei marketplace alternativi è limitata da non solo dal processo d’installazione ma anche e soprattutto dalla loro offerta a dir poco scarna. Di persone interessate a spendere due euro e quindi altri tre euro al mese per giocare a Pokémon Blu e Rosso sull’iPhone sicuramente ce ne sono, ma altrettanto sicuramente sono una piccola nicchia. Le cose potrebbero comunque cambiare nell’immediato futuro.
Un’importante svolta potrebbe arrivare con l’ingresso di player più grossi. Sappiamo già che l’Epic Game Store è all’orizzonte: il suo debutto segnerà il ritorno di Fortnite su iOS dopo la sua rimozione da parte di Apple avvenuta quattro anni fa. Da solo Fortnite ha l’attrattiva necessaria per convincere milioni di utenti ad interessarsi al sideloading e, di riflesso, potrebbe portare visibilità anche agli altri marketplace.
Nel frattempo, esistono altre problematiche. Apple obbliga gli sviluppatori a pagare una commissione di 50 centesimi per ogni singolo download delle loro app. La stessa commissione esiste anche per le app distribuite sull’App Store, ma solo a partire dal milionesimo download. L’Unione Europea non ne è affatto contenta, per usare un eufemismo: a marzo la Commissione ha aperto un procedimento per indagare se le modalità di implementazione del DMA scelte da Apple siano contrarie alle legge. Contestualmente, ha aperto un’indagine anche su Google, Meta e Amazon, sempre per presunte violazioni della nuova legge. Se ne riparlerà nel 2025.