Andare oltre i limiti biologici dell’essere umano attraverso la tecnologia è un obiettivo ambizioso, ma non così lontano dalla realtà. Progetti come Neuralink o esoscheletri avanzati ne sono la prova. Ma cosa dire di un’innovazione più accessibile, come un terzo pollice robotico? Il Third Thumb è un progetto in fase di sviluppo che mira a essere un supporto robotico per tutti. In pratica, consentirà di svolgere attività quotidiane in modo più efficiente e aprirà nuove possibilità nel campo della tecnologia assistiva.

Questo terzo pollice robotico viene stampato in 3D e poi indossato sul lato della mano opposto al pollice naturale. Il dispositivo si installa sul palmo e si fissa con cinghie regolabili, mentre un’altra componente contenente il meccanismo di movimento si posiziona sul polso.

L’alimentazione avviene tramite batterie ricaricabili posizionate a livello del bicipite, che garantiscono autonomia sufficiente per un utilizzo prolungato. I comandi vengono impartiti da sensori di pressione posizionati nelle scarpe, sotto gli alluci, permettendo il controllo preciso del movimento del pollice robotico.

Third Thumb: un potenziamento delle capacità umane

La pressione sul sensore destro piega il pollice robotico verso il palmo, mentre la pressione sul sinistro lo muove verso le dita. L’intensità del movimento è proporzionale alla pressione esercitata. Il dispositivo non è però pensato per sopperire a una mancanza, ma per potenziare le capacità umane.

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Chi lo ha testato ha riscontrato la sua utilità in diverse situazioni, come tenere oggetti in modo più sicuro, digitare con una sola mano o eseguire movimenti complessi come accordi di chitarra. Il progetto va oltre lo sviluppo di un dispositivo utile: è un’indagine sul rapporto tra esseri umani e macchine. L’intento finale è di aprire nuove frontiere nella ricerca sulla plasticità cerebrale e sull’adattamento dell’uomo alle nuove tecnologie.

Il team di ricerca, guidato da Tamar Makin dell’Università di Cambridge, si impegna a garantire l’inclusività nella progettazione e nello sviluppo di Third Thumb. Infatti, nei test e nella raccolta dati sono coinvolte persone di diverse età, abilità e background culturali. L’obiettivo è creare un dispositivo che possa essere utilizzato da chiunque, indipendentemente dalle proprie capacità motorie o cognitive.